di Salvo Intravaia Repubblica 28 aprile 2017
Scuole senza soldi, mancano i corsi di recupero: bocciature a rischio annullamento
Gli alunni con “giudizio sospeso” ogni anno ammontano a circa un quarto del totale: quasi 600mila. Gli stop a settembre rischiano di essere messi in discussione dai togati di tutta Italia che potrebbero giudicare eventuali ricorsi di studenti allineandosi al precedente del Tar Liguria
DOPO la sentenza del Tar della Liguria che ha annullato una bocciatura avvenuta perchè la scuola non aveva organizzato i corsi di recupero, quanti istituti superiori quest’anno dovranno pensarci due volte prima di far ripetere l’anno a un alunno che ha avuto la ‘sospensione del giudizio’, la vecchia rimandatura a settembre?
Parecchie, se non tutte, a giudicare dai numeri che, a poche settimane dalla conclusione dell’anno scolastico, emergono dai Rapporti di autovalutazione delle scuole. Complice la carenza di finanziamenti statali, le scuole superiori riescono ad organizzare solo pochissimi corsi di recupero e, sovente, solo per le materie principali. In questi casi, le bocciature a settembre rischiano di essere messe in discussione dai togati di tutta Italia che potrebbero giudicare eventuali ricorsi di studenti allineandosi al precedente del Tar Liguria.
Il precedente di Chiavari. A Chiavari, in provincia di Genova, una studentessa del secondo anno del liceo classico Marconi Delpino, con carenze in Matematica, è stata bocciata a settembre (anno scolastico 2015/2016). Una bocciatura impugnata dalla famiglia con un ricorso al Tar Liguria che ha dato ragione ai genitori: la scuola non può bocciare un alunno se prima non ha organizzato i corsi di recupero previsti dalle norme vigenti. E così, lo scorso mese di gennaio, dopo un corso di sei ore, la scuola ha valutato nuovamente la posizione della ragazza, questa volta ammettendola all’anno successivo. La pronuncia del Tar ligure che ha condannato la scuola e il ministero dell’Istruzione, destinata a fare da precedente per casi futuri, non può ora non incidere, seppur indirettamente, sull’organizzazione di tutte le scuole superiori italiane.
La storia dei ricorsi. Dal 1995 (quando furono aboliti gli esami di riparazione, successivamente reintrodotti sotto forma di “giudizio sospeso”) ad oggi, le scuole hanno ricevuto sempre meno finanziamenti per organizzare i cosiddetti Idei (Interventi didattici educativi ed integrativi) previsti dalla normativa in materia. Si parte da un primo finanziamento di oltre 134 milioni di euro nel 1995, che, nel corso degli anni, si sono assottigliati. E che adesso vengono assegnati alle scuole conglobati con altre risorse.
Secondo i Rav delle scuole, nell’anno scolastico 2014/2015 ogni istituto superiore ha potuto organizzare appena 6,5 corsi di recupero nel corso dell’intero anno e per un totale di 58 ore. Pochissime, se si
considera che ogni anno i rimandati in una o più materie (l’istituto della rimandatura si chiama oggi “giudizio sospeso”), ammontano a circa un quarto del totale: quasi 600mila studenti. Dati che non possono non preoccupare, vista la imminente chiusura dell’anno scolastico.