La scuola riapre? Si, No, forse, boh

 
Il Messaggero 24 dicembre 2020 intervista a Mario Rusconi
Studenti meno preparati, ci sarà un boom di assenze

Inevitabile il calo dell’apprendimento ce ne accorgeremo con gli Invalsi 2021

E’ la prima volta che dobbiamo convivere con una riduzione così forte del personale

 

Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi di Roma e del Lazio, la scuola si sta preparando a tornare in presenza, a gennaio, ma in che modo?

«Abbiamo sempre detto che gli istituti avrebbero doveva riaprire in presenza il prima possibile, ora sappiamo che si tornerà a gennaio ma alla domanda “come?” rispondo che si deve tornare con la garanzia della sicurezza e del poter fare veramente didattica».

A proposito di didattica, mancano oltre 3mila docenti. Come si fa?

«Credo non sia mai accaduto prima dora: siamo senza 3mila insegnanti solo a Roma. Si tratta di un danno per l’apprendimento, i ragazzi hanno bisogno di regole e di stabilità: senza docenti come potranno portare avanti le lezioni con regolarità? Dall’ufficio scolastico ci hanno I assicurato che a gennaio arriverà una app che i supplenti potranno scaricare sullo smartphone e da li verranno convocati. Potrà snellire e velocizzare le procedure. Una volta esaurita la graduatoria provinciale, le convocazioni passeranno alle scuole».

Il problema si risolverà davvero?

«Credo di sì, ma questa soluzione doveva arrivare prima. Abbiamo perso tanto tempo a cercare supplenti, lasciando le cattedre vuote o con continui cambi di docenti».

A gennaio sarà ancora più difficile con i nuovi orari?

«Dobbiamo organizzarci con i due ingressi alle 8 e alle 10. Ma sarà molto difficile andare avanti così».

Perché?

«Innanzitutto perché i ragazzi che entrano alle 10, escono alle 16 ma non possono pranzare. Tornano a casa alle 17 e, a quel punto, come possono studiare? La scuola non funziona così, non ce concentrazione: immaginate fare 7 ore di lezione dalle 10 alle 17. Questo vuol dire massacrare l’anno scolastico».

A gennaio ci sarà la corsa ai voti in vista della pagella?

«Come sempre, ma sarà anche la corsa ai recuperi: le scuole si possono organizzare con le lezioni più brevi, anche di 45 minuti in presenza, per poi recuperare quel tempo con lezioni Online di recupero nel pomeriggio. Pensiamo anche a tutti quegli approfondimenti andati perduti nei mesi passati».

Le scuole si stanno organizzando con corsi online pomeridiani?

«Sì, possono farlo ma questa strada presuppone il buon funzionamento dell’online. Siamo sempre allo stesso punto».

Che cosa vi preoccupa maggiormente?

«Il calo negli apprendimenti sarà inevitabile, ce ne accorgeremo con i test Invalsi del prossimo anno. Soprattutto per i ragazzi degli istituti tecnici e professionali che fanno più ore e che hanno bisogno dei laboratori».

Per i docenti è complicato un orario che parte alle 10?

«Sì, anche perché molti lavorano su più scuole. Sarà difficile gestire un orario simile. Rischiamo l’assenteismo da parte di chi non se la sente o non ce la fa a far coincidere tutto».

Il problema del trasporto pubblico è risolto?

«Non abbiamo avuto alcuna indicazione sugli orati delle corse, serve un piano concertato come è stato fatto a Milano. Anche in Piemonte sono stati ascoltati i dirigenti scolastici: a Roma no».

Quanto incide l’orario dei bus sull’arrivo a scuola dei ragazzi?

«Molto. Non posso far entrare un ragazzo alle 10 se l’ultima corsa utile arriva alle 9. Poi il ragazzino per un’ora che fa? Serve sottolineare che tante scuole, soprattutto in periferia ma non solo, hanno studenti iscritti che vengono da Ostia e dai Castelli Romani: in quel caso i mezzi di trasporto sono diversi, così come gli orari. Dobbiamo aspettarci ritardi e assenze continue?».

Lorena Loiacono

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