Corriere della Sera online Economia 25 dic 2020
Big tech, perché il 2020 è stato l’anno migliore
(e perché il 2021 sarà l’opposto)
Il 2020 è stato davvero un anno da dimenticare? Non per tutti. Per qualcuno, a esempio le quattro super compagnie hitech che dominano il mondo in lungo e largo, è stato addirittura l’anno migliore della loro (relativamente breve) storia. Amazon, Apple, Facebook e Google (attraverso la casa madre Alphabet) hanno capitalizzato in maniera incredibile l’anno della pandemia globale, beneficiando come nessun altro della strana «Stay Home Economy» che ha messo fuori mercato molte aziende.
Il record del 2020 e il faro delle Antitrust mondiali
I leader del mercato pandemico, mentre tutto o quasi naufragava, hanno invece prosperato, raccogliendo profitti e fatturati da primato che hanno fatto impennare a dismisura i prezzi delle loro azioni a Wall Street, secondo gli studi dell’agenzia di informazione finanziaria Bloomberg . E soprattutto, sono diventati più potenti e preziosi che mai. Persino troppo potenti, visto che le autorità antitrust di Europa, America e Asia hanno cominciato a mettere il tema dello strapotere delle «big tech» in cima alla lista 2021 delle cose da fare. Con un obiettivo nemmeno tanto nascosto: ridimensionare le potenze tecnologiche. Con un’arma in particolare (neanche questa tanto nascosta): una bella mannaia (metaforica, per carità) per fare a pezzi tanta abbondanza.
Se quindi il 2020 è stato l’anno del grande sprint, si legge sulla stampa internazionale specializzata, a partire proprio da Bloomberg, il 2021 non potrà che essere l’anno del ridimensionamento. O dello spezzatino.
Insomma, se volete avere una certezza per il futuro prossimo il 2021 sarà un anno di grandi sfide politiche e legali, fuori e dentro dagli uffici delle autorità antitrust del pianeta.
In fondo, le dimensioni contano sempre: è facile dimostrare che dominatori del mercato così grandi rappresentino una minaccia per la concorrenza e un danno per i consumatori (Microsoft vs Monti docet).