I Licei romani dicono no

il manifesto Roberto Ciccarelli 03.01.2021
Roma, la protesta dei docenti: «Basta con la propaganda sulla riapertura delle scuole»

Salta il banco. A pochi giorni dalla riapertura del 7 gennaio delle superiori (al 50%) i licei della capitale protestano. Non convincono i protocolli sui trasporti, forti critiche al governo sull’improvvisazione e l’uso demagogico della scuola e della vita di chi studia e lavora.A fine dicembre una “mozione pubblica” del liceo Tasso ha aperto il dibattito, poi il Dante, il Benedetto da Norcia, il Democrito, Pasteur, Virgilio, l’Avogadro e il Caravaggio, il Righi e l’Orazio,il Socrate, il Gullace e il Margherita di Savoia, il Peano di Monterotondo, il Volterra di Ciampino e 550 docenti delle scuole di Roma Est. Sul sito del Manifesto sono migliaia le firme dei docenti e dei genitori che chiedono al governo serietà e capacità per riaprire in sicurezza

A POCHI giorni dal rientro a scuola a Roma e nel Lazio è questa la situazione descritta dall’appello dei docenti del liceo Tasso pubblicato sul sito de Il Manifesto il 28 dicembre (ilmanifesto.it/lettere). Da quel momento stanno arrivando centinaia di adesioni da molti istituti della Capitale, mentre si sono uniti alla «mozione pubblica» i docenti dei licei Dante Alighieri, Benedetto da NorciaDemocrito, il liceo Pasteur di Roma, il Nomentano e il Socrate, il Caravaggio, l’Avogadro, il Righi e l’Orazio, il Margherita di Savoiail Gullace, 550 docenti delle scuole di Roma est, il liceo Peano di Monterotondo o il Volterra di Ciampino.

«SIA I DOCENTI che gli studenti vogliono rientrare a scuola, ma per rimanervi sino alla fine dell’anno scolastico che ha una sua scansione precisa e definita», «i turni prospettati sono inapplicabili e controproducenti», «l’auspicio è che la tanto sbandierata “centralità della scuola” diventi reale e non solo l’effimero baluardo propagandistico» scrivono i docenti del Tasso.

A ROMA e in tutto il paese – ricordano i docenti del liceo Orazio – il rientro a scuola avviene “in assenza di uno screening rapido antigenico da parte delle ASL competenti e all’indomani di un periodo di forti restrizioni con attuazione di zone rosse”.

«NONOSTANTE il meritevole screening dell’Asl Roma 5 per alunni e famiglie- scrivono i docenti del Peano- lo si è reso scarsamente significativo per l’esclusione del personale scolastico».

“Il piano del Governo – scrivono i docenti del liceo Nomentano – a nostro avviso crea gravi problemi di natura organizzativa, non risulta proficuo da un punto di vista didattico e non riduce significativamente il rischio di diffusione del virus.

Alcuni docenti del liceo Virgilio di Roma evidenziano una realtà che appare trascurata in questi giorni. Il governo ha organizzato tavoli tra prefetti e uffici scolastici regionali per stabilire, zona per zona, un piano trasporti e orari scaglionati. Il problema è che non sono state coinvolte le scuole nella loro autonomia, quelle che conoscono le esigenze degli studenti e i loro problemi concreti: “E’ necessaria una maggiore autonomia degli istituti”, scrivono.

“La rigida imposizione di orari e giorni di apertura non tiene conto né delle enormi differenze esistenti tra le singole istituzioni scolastiche (per dislocazione, bacino di utenza, spazi, strutture e numerosità di studenti e personale), né della necessità, dopo il rientro a casa, di un adeguato tempo di riposo che si aggiunga per gli studenti a quello dedicato allo studio e per i docenti a quello dedicato alle correzioni e alla preparazione delle lezioni” scrivono i docenti del Pasteur.

Per i docenti del liceo Socrate la “priorità va data al tracciamento nelle scuole adeguando il trasporto locale alle esigenze determinate dal diritto allo studio, e non – viceversa – imponendo orari che avranno su di essa pesanti ripercussioni negative, a causa dell’impossibilità di agire sui trasporti”.

“Il prolungamento dell’orario delle attività didattiche pomeridiane determinerà l’ennesima totale riorganizzazione dell’orario dei docenti e la turnazione del personale ATA che, a parità di organico, dovrebbe garantire tempi più lunghi di sorveglianza sugli studenti e ulteriori azioni di igienizzazione degli spazi” sostengono i docenti del Caravaggio.

“Solo quando ci saranno le pre-condizioni create dalla politica, una politica che abbia veramente a cuore la scuola e non solo a parole per farsi pubblicità, solo allora si potrà tornare in classe” sostengono i docenti del liceo scientifico Avogadro.

“E’ necessario riuscire a garantire continuità sino alla fine dell’anno scolastico, evitando una ripresa a singhiozzo su schemi di rotazione oraria oggettivamente improponibili” sostengono i docenti dell’Ims Margherita di Savoia.

Cinquecentocinquanta docenti delle scuole di Roma Est, ubicate alla “frontiera” del raccordo anulare, hanno sottoscritto un’altra mozione dettagliatissima contro a decisione presa dalla Prefettura di Roma sul rientro in classe il 7 gennaio. Scrivono: “È realistico e serio − per la parte degli studenti che non farà ingresso a scuola alle 8,00 − entrare nelle aule alle 10,00 per uscirne alle 15,00 o alle 16,00? Si prevede poi che questi studenti abbiano il tempo di studiare e di assimilare i contenuti che sono stati loro proposti?”. E poi: “Non si poteva prospettare un ritorno a scuola degli studenti riservando una parte dell’orario alle attività in presenza e dedicando il resto del tempo scuola alla didattica a distanza, e per questa via evitare allungamenti e ingestibili complicazioni degli orari scolastici?”. Infine: “Il tracciamento dei casi di contagio da Covid-19 è stato gravemente inefficiente già nella prima fase dell’anno scolastico, senza che nessun cambiamento organizzativo di qualche rilievo sia stato da allora introdotto. A tutt’oggi non sono disponibili dati certi sui contagi della popolazione scolastica che rientrerà a scuola tra pochi giorni”.

“È questo dunque il tanto sbandierato rientro? Quel che preme evidenziare è che la soluzione ai problemi della riapertura delle scuole sembra ridursi all’orario di ingresso e uscita e ai trasporti. Della sicurezza intrinseca della coabitazione di un comunque elevato numero di persone in ambienti ristretti … NULLA” scrivono i docenti del liceo scientifico di Ciampino.

«NON SI ERA DETTO “la scuola al primo posto”? La scuola è l’”ultima ruota del carro” e queste rigide norme prescrittive, facendosi beffe dell’autonomia scolastica, lo rendono più che evidente» aggiungono i colleghi del Dante. «I veri problemi della scuola sono: spazi, personale e diminuzione del numero degli alunni per classe».

«PENSIAMO –ribadiscono i docenti del Righi – in primo luogo alla riduzione del numero di alunni per classe – che avrebbe tra l’altro consentito una migliore qualità dell’offerta formativa – e al conseguente necessario reclutamento di nuovi docenti».

 

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