Bufera nel Pd, Letta barcolla su Israele

il manifesto Andrea Carugati 14.05.2021

 

Palestina, Letta nella bufera: «Troppo di parte, non ti voto più»
Il caso. Rivolta sui social dopo la piazza pro-Israele. Vaccari, Oddati e Furfaro: serve più equilibrio

«Come è possibile manifestare con Salvini contro la Palestina e a favore degli israeliani?». La domanda di Rita D’Emidio, sulla pagina Facebook del Pd, riassume centinaia di messaggi che in queste ore stanno piovendo sui profili social di Enrico Letta e dei dem. Una rivolta di elettori e simpatizzanti che sono rimasti scioccati dalla presenza -mercoledì sera- del loro segretario sul palco pro-Israele di Roma insieme a Salvini.

UNA REAZIONE TANTO spontanea quanto inattesa, perché da tempo la questione palestinese non infiammava la base dem. «Un bel no agli espropri degli israeliani non ce la facciamo a dirlo?», scrive Nicola Biccari, «Non le pare terrorismo l’esproprio di terra ai Palestinesi? La loro ghettizzazione? Nel Pd nulla è cambiato con il suo arrivo», incalza Rosaria Dragonetti. «Un minimo di protesta per quanto fa il governo sionista no? Sempre dalla parte dei più forti?», rincara Luisa Conti.

IN TANTI LA DELUSIONE diventa una dichiarazione di addio al Pd. «Enrico, ieri hai apertamente sostenuto chi calpesta regolarmente i diritti umani di un intero popolo, hai difeso l’oppressore ai danni dell’oppresso. Per me col Pd finisce qui», scrive Carla Brusati. Giovanni Villani è ancora più esplicito: «Mai più Pd. Sono stato iscritto dal primo momento, ma questa svolta israeliana non è mia».

I toni sono spessi composti, si rivolgono a «Enrico» come ad una persona con cui c’è un dialogo aperto. Ma il concetto è chiaro: «Nei vostri discorsi si parla di Israele e manca la parola Palestina, non credo sia un caso», scrive Velia Piccarreta. «Vergogna, mai confondere la violenza dell’oppressore con quella dell’oppresso. La resistenza italiana non vi ha insegnato niente».

«Dove eravate quando veniva attaccato il quartiere di Sheikh Jarrah, per espropriare i palestinesi delle loro case per darle ai coloni israeliani?», ricorda Fernanda Pappagallo. Nunzia Manna domanda: «Manifestare per Israele proprio ora? Non vi vergognate? Volete perdere anche il voto di chi vi ha votato nonostante tutto?».

MAI COME IN QUESTE ORE si coglie la distanza tra gli elettori e i dirigenti dem. Tra cui compaiono anche filo israeliani assai più spinti di Letta, come l’ex capogruppo Andrea Marcucci. Tra dirigenti e parlamentari c’è una minoranza che (timidamente) non è d’accordo. Che è rimasta spiazzata dalla mossa del segretario.

A microfoni spenti alcuni deputati della sinistra Pd confidano che no, «in quella piazza con Salvini non ci sarei mai andato». Alcuni dem, come Laura Boldrini e Chiara Gribaudo (componente della segreteria) firmano insieme a Stefano Fassina un documento più critico verso lo stato ebraico: «Va ripristinata la legalità internazionale, quella sancita da numerose risoluzioni dell’Onu, e si deve fare pressione sul governo di Tel Aviv perché cessino gli sgomberi delle famiglie palestinesi dalle abitazioni in cui vivono legalmente».

ALTRI, COME IL RESPONSABILE organizzazione Stefano Vaccari e gli ex membri della segreteria Zingaretti Marco Furfaro, Nicola Oddati e Marco Miccoli, parlano di «escalation militare inaudita che il governo di Israele sta sviluppando in queste ore». «La politica che vuole la pace non può rimuovere le radici del conflitto e della violenza. Quanto accaduto nel quartiere di Sheikh Jarrah a Gerusalemme est è un’operazione sistematica che il governo di Israele sta portando avanti, violando le risoluzioni Onu».

«È sulle cause che bisogna intervenire se si vogliono evitare le conseguenze che, a parole, tutti condannano», concludono. «Chi cerca la pace non fa finta di non vedere rapporti di forza, morti e soprusi di quelle terre». «Il Pd non deve sbilanciarsi dalla parte di Israele, spesso a innescare le crisi sono atti compiuti dal governo israeliano contro i palestinesi», spiega Oddati al manifesto. «Si rischia di non guardare con obiettività quello che sta accadendo», gli fa eco Furfaro. Fassina è basito: «Persino la posizione di Biden è più equilibrata di quella del Pd».

LETTA IERI HA CERCATO di correggere un po’ il tiro: «Non ho fatto una scelta manichea, ho espresso solidarietà all’ambasciatrice palestinese Abeer Odeh e alla comunità ebraica di Roma», risponde su twitter. «Noi siamo per la pace e due stati». Benny Taormina lo sfida: «Faccia discutere alla base la questione Israelo-Palestinese». In effetti, tra i 20 punti su cui sono sondati gli iscritti a marzo questo mancava.

Stamattina ci sarà la direzione, per parlare però di amministrative, rapporti con i 5 stelle e legge elettorale, dopo lo schiaffo subito dai dem a Roma. Come è noto, il tema divide il Pd assai più del Medio Oriente. Gli ex renziani sono già ripartiti con una serie di siluri all’alleanza col M5S, Letta ha deciso di affrontarli «a viso aperto». E, viste le difficoltà della coalizione, la linea pro-maggioritario di Letta potrebbe essere rivista.

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