Il nuovo PD è già fermo alla stazione di Tel Aviv

La Repubblica 14 MAGGIO 2021
Direzione Pd, Letta: “La reazione di Israele oltre la legittima difesa”. D’Alema: “Lui accanto a Salvini, qualcosa non funziona”

 

Il segretario dem: “Draghi indichi una nuova missione della maggioranza per spendere bene i soldi del Recovery”. Sulle riaperture attacca il leader della Lega: “Il leader leghista voleva sbracare, ma è prevalsa la linea della responsabilità”. Quanto alle comunali: “Primarie servono a non decidere le candidature in una stanza chiusa”


“La legittima difesa non autorizza quel che sta accadendo in queste ore, lo diciamo con chiarezza anche nel portare solidarietà, chiediamo a Israele di fermarsi, l’escalation sarebbe buttare benzina sul fuoco e chiediamo all’Italia di farsi interprete affinché l’Ue sia protagonista e gli Usa facciano la loro parte, portando una voce di pace. Noi continuiamo a ritenere la soluzione di due popoli e due stati e una pace legittima per i due stati sia l’unica soluzione”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, alla direzione nazionale del partito in corso al Nazareno.

La replica di D’Alema al leader dem
“In questi giorni ho avuto una certa nostalgia di una forza politica significativa di sinistra: di fronte alla tragedia palestinese ho sentito dire parole di circostanza in molte sedi importanti. Anzi ho visto sul palco della solidarietà a Israele il nostro amico Letta accanto a Matteo Salvini. C’è qualcosa che non funziona, c’è una mancanza di verità nel modo in cui viene affrontata questa tragedia. Parliamo di una vicenda che era profondamente radicata nella coscienza politica italiana e non solo della sinistra, che sembra essere svanita nel corso del tempo”. Lo ha detto l’ex presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, intervenendo all’assemblea nazionale di Articolo 1.
Le elezioni amministrative
All’inizio del suo discorso il leader dem ha immediatamente affrontato la questione delle elezioni comunali e delle alleanze. Un tema al centro del dibattito e delle divisioni nel partito, soprattutto dopo il flop dell’alleanza a Roma con i 5Stelle. “Le alleanze sono conseguenze di chi siamo, non definiscono la nostra identità”, ha spiegato. “Guardiamo l’evoluzione dei 5 Stelle con interesse – ha proseguito – e immaginiamo pezzi di strada insieme nella logica che dicevo prima: noi siamo il Pd e abbiamo l’ambizione di guidare questo Paese e l’ambizione di farlo con una coalizione di centrosinistra”.

Poi la questione delle candidature. “Sulle primarie – ha chiarito Letta – credo che l’importanza del metodo che ci siamo dati sia capire la realtà della situazione, senza che sia la scelta in un stanza chiusa del segretario o di due dirigenti. Le primarie a Bologna, Roma e Torino saranno una modalità per parlare delle città e del centrosinistra”.

Rispetto ai candidati in lizza alle primarie, il segretario del Pd si è concentrato sulla sfida nella Capitale. “Un augurio particolare a Roberto Gualtieri – ha sottolineato – che mette al servizio di una grande missione, fondamentale per noi, tutta la sua competenza. E potrà rovesciare la tendenza di questi anni a perdere tutte le opportunità che Roma aveva. La nostra voglia di cambiare pagina va nella direzione della disponibilità di Gualtieri, che si confronterà, essendo il candidato più forte, essendo sostenuto da noi, convintamente, perché riteniamo che Roma debba avere un sindaco globale”.

Il ruolo della maggioranza
Impossibile, poi, non affrontre le questioni relative alla maggioranza e ai prossimi impegni. “Se falliremo sulla spesa fallirà l’Italia e l’idea di Next generation Ue” – ha osservato Letta. Quindi, un appello al premier: “Chiediamo a Draghi di dare una nuova missione alla maggioranza, che non può limitarsi a stare insieme per inviare il Pnrr a Bruxelles e per i vaccini, ma deve avere chiara una direzione di marcia su semplificazione e velocità di spesa”. Gli obiettivi principali che dovrà comunque soddisfare il Pnnr sono, per il segretario del Pd, l’impegno per i giovani e le donne. “Dentro il Piano c’è la clausola di premialità a favore dell’occupazione delle donne e dei giovani, vuol essere un piano di discontinuità rispetto all’Italia degli anni scorsi. Questa clausola – ha precisato il segretario dem – è la nostra bandiera”.
Poi, Letta ha esortato i colleghi di partito: “L’agenda dettiamocela noi, non facciamocela dettare da altri. Siamo il Pd, l’unico grande partito italiano, che decide secondo metodi democratici, che ha un dibattito interno vivo, vivace, positivo”. In questo senso, quindi, bisogna andare avanti con la legge contro l’omofobia. “Sul ddl Zan, così come sui diritti – ha annunciato Letta – contrasterò sempre la logica perversa del ‘si-ma’, vanno bene i diritti ma ora c’è altro’. Noi siamo per l’approvazione di quel testo, è il miglior punto di avanzamento nelle condizioni date”.

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