Roma, la legalità classista di Calenda

il manifesto Andrea Carugati 18.06.2021
Calenda sulla ruspa: «Pd indegno, io farò gli sgomberi a Roma»
La polemica. L’ex ministro in tandem con Raggi contro il dibattito nel palazzo occupato. Orfini: criminalizzano la povertà, come fa la destra

Carlo Calenda getta la maschera, quella dell’efficientone ma con l’anima progressista, libro Cuore in salsa pariolina, che gli ha consentito di essere eletto col Pd alle europee nel 2019. E svela il vero volto reazionario della sua figura politica. Lo fa evocando la ruspa di salviniana memoria e gli «sgomberi» per le famiglie che occupano stabili come lo Spin Time di via Santa Croce in Gerusalemme, che ha ospitato martedì il confronto tra i candidati alle primarie del centrosinistra.

«Una cosa indegna», tuona l’ex pupillo di Montezemolo, «un partito che aspira a governare Roma tifando per chi occupa abusivamente alcuni pezzi urbani fa un danno civile di proporzioni inaudite», dice al Messaggero, giornale del costruttore Caltagirone che da giorni sta fomentando una campagna reazionaria ben oltre il senso del ridicolo («quel dibattito segna un punto di svolta inquietante bella campagna elettorale», si legge in un editoriale al veleno) contro Pd e alleati, rei di aver fatto una discussione pubblica in un luogo dove abitano decine di famiglie.

L’ex dirigente di Confindustria bastona «la sinistra che civetta con l’illegalità», che «traveste da iniziativa sociale gli abusi e gli arbitrii» e «sdogana lo sconcio delle case occupate», del racket «che gestisce interi palazzi». Di qui la promessa: «Vedo troppa tolleranza, se eletto intendo ripristinare ovunque la legalità».

Lo schema legge e ordine viene abbracciato anche da Virginia Raggi, oltre che da Enrico Michetti, candidato di Giorgia Meloni. La sindaca, che nel 2016 aveva fatto campagna elettorale al cinema Palazzo occupato in zona San Lorenzo, poi sgomberato sotto la sua amministrazione, ora si sente Rudy Giuliani: «Gualtieri ha elevato a simbolo della sua campagna un luogo che non rappresenta l’applicazione del diritto e della legalità, uno show che offende i cittadini».

Gualtieri replica alle accuse: «Un sindaco non può voltarsi dall’altra parte quando ci sono dei problemi. La politica dell’attuale amministrazione ha esacerbato questo problema e abbiamo un’emergenza casa e un’emergenza occupazione». «Sulla casa Raggi non ha fatto nulla. Non sono stati spesi i soldi che abbiamo dato noi dal governo durante il Covid per affrontare questa emergenza».

«Allo Spin Time – insiste l’ex ministro Pd- ci sono centinaia di persone, di bambini, e la linea di Raggi infatti è stata di non sgomberarli perché non si può. Bisogna reperire alloggi per l’edilizia sociale, perché non è possibile che ci siano persone e bambini senza casa in questa città». «Un’amministrazione seria – ha concluso- non può fare la faccia feroce e poi nemmeno riuscire a risolvere il problema».

«Gli argomenti di Raggi e Calenda non sono nuovi, la destra li usa da sempre. Ma sono sbagliati e falsi», attacca Matteo Orfini. «Le occupazioni di emergenza abitativa a Roma sono dentro edifici (spesso pubblici) abbandonati e non destinati a edilizia popolare. L’abusivismo nelle case popolari nulla c’entra con le occupazioni dei movimenti per il diritto all’abitare e collegare due fenomeni così differenti è semplicemente vergognoso».

«Chi, di fronte a un dramma sociale invoca gli sgomberi non sta chiedendo legalità, sta criminalizzando la povertà», dice Orfini. «I candidati alle primarie dovrebbero rivendicare la scelta di andare in quel palazzo, perchè è giusta. Chi per disperazione occupa un immobile abbandonato compie un atto illegale, ma va aiutato, non condannato».

Sandro Fucito di Sinistra italiana ricorda che «centinaia di migliaia di nuclei familiari vivono in grande precarietà abitativa, tra pochi giorni molti di loro vivranno l’incubo dell’esecuzione dello sfratto». «Ci sono migliaia di persone costrette a vivere in immobili che semplicisticamente vengono definiti “occupati”, quando invece sono il risultato dell’abbandono di edifici pubblici, di fallimenti immobiliari o di iniziative finalizzate a speculazioni». «A Calenda che si indigna – spiega Fucito- suggeriamo di rileggere la Costituzione. Ma probabilmente lui avrebbe desiderato primarie patinate con interlocutori isolati dalla crisi economica e sociale».

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