Non esistono armi difensive, si svuotano i magazzini

Il Fatto Quotidiano di Thomas Mackinson  29 APRILE 2022

Guerra Ucraina:

“Le armi difensive? Semplicemente non esistono”.

L’esperto smonta così i distinguo della politica

Tiziano Ciocchetti, responsabile militare di Difesa Online, spiega che le armi si dividono solo in pesanti e leggere, bolla come “iperbole” i distinguo tentati nel braccio di ferro su quali inviare in Ucraina.

Il precedente dei “bombardamenti difensivi” di dalemiana memoria. Poi la reale superiorità dei sistemi russi e perché Putin “non sta perdendo la guerra”
Le armi difensive? Semplicemente “non esistono”. Parola dell’esperto d’armi Tiziano Ciocchetti, responsabile del mondo militare per la rivista specialistica Difesa Online, cui abbiamo chiesto un parere su molte questioni che proprio attraverso i sistemi d’arma passano, partendo dai distinguo su quelle offensive e “difensive” citate da Giuseppe Conte che hanno innescato articolate disamine da parte di una certa élite. Per arrivare a quelle con cui Putin minaccia l’Occidente, per le quali vanta una superiorità offensiva rispetto alla Nato e agli Usa. Su chi sta vincendo questa guerra (“Putin non la sta perdendo”), e sui nostri connazionali che sarebbero stati uccisi dalle forze russe, bollati impropriamente da Mosca come “mercenari”.

Partiamo dalle “armi difensive”, di cosa si tratta?
Me lo chiedo da giorni, chi ne parla dovrebbe indicare il modello e il calibro perché questa distinzione in centinaia di anni di storia militare e di guerre non esiste. Non esiste e mai è esistita nelle classificazioni dell’industria degli armamenti. E questo per semplice fatto che un’arma è sempre un’arma. Perfino una mina, che potrebbe essere usata teoricamente a scopo difensivo, nel momento in cui la piazzi dove sai che passerà un mezzo nemico diventa arma offensiva. Del resto non esistono neppure le guerre solo difensive, come dimostrano gli attacchi portati dagli ucraini in territorio russo. La politica alla prova della guerra si getta spesso in funambolici distinguo, si rifugia nelle iperbole per fare dei distinguo. Ricordo Massimo D’Alema che nel 1999, parlando dell’intervento in Kossovo, coniò l’ossimoro dei “bombardamenti difensivi”. Un’azione, questo sì, può esserlo. Ma non puoi mandare armi a un Paese in guerra contro assicurazione che saranno usate per questo.
E la distinzione tra armi leggere e pesanti?
Questa esiste da sempre. Il punto è che delle armi leggere Zelensky a questo punto non se ne fa molto, gli ucraini ne sono pieni fin qui. Non a caso continua a chiedere quelle pesanti. Noi gli stiamo dando missili controcarro Milan, la versione F2A che era in servizio nell’esercito e nella fanteria di Marina, colpi di mortaio da 120 come quelli rinvenuti nella sede Osce di Mariupol con la scritta “Italy” inviati dal Coi rivenute dai russi. Gli mandiamo mitragliatrici come l’MG-42/59, Browning M2-HP che sono vecchie cose da deposito ma funzionanti. Si parla ora di semoventi di artiglieria M109L, equipaggiati con obici da 155/39 millimetri ma mi sembra folle, sono cingolati con corazzatura leggera muniti di obice da 155 mm. I Lince 4X4 sono veicoli tattici multiruolo da 7 tonnellate concepiti per proteggere l’equipaggio dalle mine, buoni per operazioni di peacekiping e peace enforcing ma non per conflitti ad alta intensità come quello ucraino, dove le minacce sono molto superiori. Per altro per guidarli servono dei corsi. L’impressione è che tutti i governi stiano svuotando i magazzini, la guerra resta una grande affare.
Putin minaccia di usare strumenti militari che nessuno ha: quali sono?
Non li ha precisati, ma su diversi fronti la Russia dispiega un potenziale maggiore dei sistemi d’arma occidentali. Partendo dalla marina: i sommergibili, più grandi e con capacità di lancio di missili convenzionali e nucleari, assolutamente unici nel panorama mondiale, né gli Usa né la Cina ne hanno di comparabili. Sul fronte aerospaziale non ha ancora schierato i Sukhoi SU57, caccia di quinta generazione come l’F35, ma con prestazioni probabilmente superiori. I droni come il Sukhoi S-70, che possono essere controllati dall’aereo, anche cinque o sei contemporaneamente. Sono dotati di intelligenza artificiale in grado di svolgere combattimento aria-aria, cosa che i droni occidentali non possono fare. Poi ci sono i missili come il Avangard, con 10mola km di gittata, che ha propulsore nucleare, può stare in orbita in tempo indefinito ed entrare in azione quando serve.
Secondo lei rischiamo un conflitto nucleare?
Putin sa benissimo che è un deterrente. Quando dice che ha strumenti che hanno solo loro è vero, ma probabilmente si riferisce ai campi che ho detto. Se si riferisce al potenziale nucleare sa di non poterlo usare, perché il cosiddetto “first strike” è uno spauracchio: i russi sanno che innescherebbe la mutua distruzione assicurata, sarebbe la fine del mondo.

Ma c’è chi dice che, costretto, potrebbe…
La mia opinione, guardando ai movimenti sul campo, è che Putin non stia affatto perdendo questa guerra e che non sia affatto pazzo e disperato, come lo rappresentano le forze che lo combattono. Controlla tutto l’Est dell’Ucraina, non sta affatto perdendo. Altrimenti Zelensky non continuerebbe a chiedere ogni giorno di avere un arsenale diverso dagli alleati, aerei, carri e chissà cosa altro possa fermarne l’avanzata. La mia impressione però è che si arriverà a un problema di uomini: possiamo dare quante armi vogliamo, ma serve chi le usi. E se la Russia ha avuto le perdite che riferisce Kiev e loro stessi in parte ammettono chissà quante ne ha subito l’Ucraina. Per altro in questi giorni si ha notizia di innesti tra le forze di Mosca. Pare che siano giunti 800 hezbollah che sono probabilmente un regalo per Putin, nel senso che questa guerra a noi appare come uno conflitto tra Russia e Ucraina, me per molti Paesi ormai è una guerra tra Occidente e Oriente.

Cosa pensa della questione dei “mercenari” italiani uccisi?
Che non lo sono affatto. Che possono essere stati uccisi degli italiani che si erano arruolati per combattere non lo escludo affatto, e non mi stupirei se i servizi italiani di intelligence lo negassero in mancanza di prove del contrario. Ma vale la pena sottolineare che quei soldati sono stati reclutati, in maniera forse discutibile perché le norme non lo consentirebbero, tramite i canali ufficiali della rete diplomatica ucraina (ricordo l’avviso del consolato di Milano), e poi inquadrati nelle forze regolari. Dunque sono legittimi combattenti, se catturati sono prigionieri di guerra, non possono essere fucilati. La forma poi è che sono italiani, la sostanza è che sono soldati ucraini.

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