Fermatevi, tutti. C’è un limite anche nella difesa dell’aggredito

Fatto Quotidiano di Pietro Barabino  21/4/2022
Fermatevi tutti: anche la difesa degli aggrediti ha un limite massimo

intervista a Padre Moroni (Assisi)

Nel dibattito pubblico “tutto viene preso come una scusa per continuare a sostenere una risposta armata”. Per Padre Marco Moroni, Custode del Sacro Convento di San Francesco d’Assisi, “c’è un massimo che si può concedere alla difesa”.

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Assange: il velo sui crimini bellici dell’Iraq e dell’Afghanistan

Il Manifesto Vincenzo Vita 21 aprile 2022
Assange: Bavagli, segreti e bugie nella serena aria dell’Ovest
WIKILEAKS. Confermata l’estradizione dell’attivista in un’udienza di appena sette minuti della Westminster Magistrates’ Court

In un’udienza di appena sette minuti, il giudice della Westminster Magistrates’ Court di Londra Paul Goldspring ha ieri mattina emesso un verdetto molto ruvido: la decisione sull’estradizione negli Stati uniti del giornalista fondatore di WikiLeaks Julian Assange è rimessa al ministro. Così ha detto. Il ministro in questione, rectius la ministra, è la titolare degli interni Priti Patel (quella appena tornata dal Ruanda per preparare l’arrivo degli immigrati respinti dal Regno unito). Entro 28 giorni dovrà esprimere o meno il consenso. Il timore è che l’esponente ultrà del governo conservatore non batterà ciglia e firmerà. Il legale Mark Summers e la stessa consorte avvocata Stella Morris hanno annunciato un ulteriore ricorso. Assange ha potuto assistere al triste procedimento, ma solo in videoconferenza dal carcere speciale di Belmarsh, chiamato la Guantanamo inglese. Non è stato un giorno felice.

Il temuto input dei togati sferra un ulteriore colpo al diritto di cronaca. Infatti, per chi eventualmente non ne fosse consapevole, attorno ad Assange si sta giocando una partita cinica e terribile. Di valore generale. Il giornalista australiano è il capro espiatorio di una vera e propria svolta repressiva. L’aria serena dell’ovest, ovviamente, non ha i tratti divenuti permanenti negli stati autoritari. In Russia o in Arabia Saudita o in Egitto, per fare qualche esempio, con il dissenso si rischia di venire uccisi. Ma, contrariamente a ciò che si usa ripetere nei talk (anche l’attenta Lilli Gruber ci è caduta), pure nelle blasonate democrazie occidentali le cose non vanno granché.

La consuetudine coercitiva nella normalità è rappresentata dai bavagli, dalle censure, dalle querele temerarie e dagli attacchi a chi osa un po’. La guerra, poi, ha tra i suoi orrendi effetti collaterali l’imposizione di una sorta di pensiero unico, insieme all’oscena esibizione di fake. La verità è un’eccezione e non è considerata utile. Il potere ha bisogno di segreti e di menzogne.
Ecco perché Assange va punito. A dispetto dei santi, di appelli autorevoli, di discrete iniziative diplomatiche per l’intanto senza successo, i meccanismi giudiziari stanno definitivamente condannando a morte colui che ha avuto il coraggio di alzare il velo sui crimini bellici dell’Iraq e dell’Afghanistan o sui linguaggi coperti delle cancellerie.

Ecco, Assange ha voltato lo sguardo sulle trame invisibili e ha urlato che il re è nudo. Cosa riusciremmo a sapere della guerra voluta dalla Russia invadendo l’Ucraina se WikiLeaks ci rendesse scampoli di realtà: senza guerriglie semiologiche, né manipolazioni continue.
Il quadro si appaleserebbe senza schermature.
Che si tratti di condanna a morte sotto altro nome è evidente: l’eventuale (purtroppo probabile) condanna che attende Assange al di là dell’oceano tocca un arco di tempo di 175 anni. Due vite.

Eppure, nel 2019 il relatore speciale delle Nazioni unite sulla tortura Nils Melzer aveva parlato di tortura psicologica, vista la lunga detenzione (iniziata di fatto nel 2010) di una persona cui non è mai stato rivolto un vero addebito specifico. Anzi, proprio per aggirare ogni ostacolo, l’imputazione ha tirato in ballo una legge sullo spionaggio nel 1917. Peccato che le notizie divulgate da WikiLeaks siano state utilizzate da rinomate testate della scena internazionale, senza conseguenze penali o amministrative. Bisognava, però, creare il mostro, secondo le peggiori politiche criminali. Non sono colpevoli i guerrafondai o gli allora capi di stato, bensì un giornalista dedito con enorme passione al suo mestiere. Mestiere dimenticato da tante e tanti che pure potrebbero e dovrebbero.

Già un altro mostro fu creato, anzi una mostra, l’analista dell’intelligence Chelsea Manning che fornì i materiali scottanti. L’ex presidente Obama la graziò nel 2017, anche se in seguito tornò in carcere per aver rifiutato di testimoniare. Dal marzo del 2020, però, è libera.
E l’attuale presidente Biden sarà mai sensibile all’argomento? A fronte di quanto accade nella guerra in corso c’è poco da sperare. Ogni tanto, però, il destino ci sorprende e lo spirito santo laico magari provvede.

Chomsky: Putin va processato ma gravi sono le responsabilità degli Usa e della Nato

Corriere della Sera Luca Mastrantonio 20 aprile 2022

 

Noam Chomsky: «Putin dovrebbe essere processato, ma come tutti i potenti è autoimmune»

 

Il linguista americano (di padre ucraino): «In linea di principio, i criminali di guerra dovrebbero essere arrestati. In pratica, i potenti sono autoimmuni. Per trent’anni il governo Usa è stato avvertito da diplomatici e Cia sulle preoccupazioni russe

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Informazione distorta e pilotata, 46% di italiani diffidenti sulla guerra

di Fatto. Quotidiano. | 19 APRILE 2022
Sondaggi Demos&Pi, per quasi metà degli intervistati l’informazione sulla guerra in Ucraina è “distorta e pilotata”
I dati di Demos&Pi per “Repubblica” mostrano diffidenza e scetticismo nei confronti dei media. E se raccolgono giudizi sufficienti tg e giornali, la valutazione crolla per i talk show. E uno su 4 arriva a dire che le immagini sui presunti crimini dell’esercito russo sono una montatura del governo di Kiev (la media si alza tra gli elettori di Fdi, Lega e M5s)

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Tutti i danni di una guerra che può lasciare alla Cina il ruolo di architetto del nuovo ordine mondiale

Romano Prodi su Il Messaggero del 17 aprile 2022
Il ruolo della Cina: le potenze occidentali e la frattura con il resto del globo
Cosa lascerà questa guerra alle potenze occidentali

 

Ho molto sperato che, insieme alla Pasqua, arrivasse qualche concreta ipotesi di pace. Le prospettive di una fine del conflitto sembrano invece allontanarsi nel tempo, così come assai poco concreti appaiono i tentativi di mediazione.

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Finlandia e Svezia nella Nato ad alimentare il conflitto

Gian Giacomo Migone il manifesto 16 aprile 2022
Finlandia e Svezia nella Nato? Perché è un attacco all’Europa
L’addio alla neutralità è un regalo agli Usa e alla politica di guerra di Putin che gli assicura consensi interni. E contro l’art.10 atlantico: le adesioni non pregiudichino la sicurezza

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Il bilancio di Putin, buttato nell’abbraccio fatale con la Cina

Domani di Dario Fabbri 15 aprile 2022
Comunque vada, il fallimento della Russia è già evidente

L’invasione russa dell’Ucraina si sta dimostrando un vero disastro. Lontani gli obiettivi militari iniziali, tuttora da centrare quelli fissati di recente, assai dure le sanzioni approvate dall’occidente contro Mosca. Ancora più rilevante, difficilmente la Federazione potrà riprendersi dal danno d’immagine in cui è incappata.

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Cosa pensano gli italiani sulla guerra, non quello che leggono…

Sondaggio Emg Different
Committente Rai spa
svolto 5 Aprile 2022
diffuso 7 aprile 2022
Reperibile su: http://www.sondaggipoliticoelettorali.it/

1- La preoccupa l’evoluzione di questi giorni del conflitto in Ucraina?

2- Secondo lei, l’Italia come dovrebbe comportarsi con la Russia?

3- E’ d’accordo con l’invio all’Ucraina da parte italiana di armi?

4. E’ d’accordo che l’Italia aumenti la spesa militare?

5- Lei e’ d’accordo che l’Italia fermi l’approvvigionamento di gas dalla Russia come sanzione per la guerra?

Leggi i risultati di questo sondaggio

 

 

 

Spese militari e ruolo della Nato, l’appello di Bindi, Chiti …..

 

il manifesto 5/4/2022
Bindi, Chiti e altri dem: «No a più spese militari»
L’APPELLO. La critica a Draghi e Pd: aumentare i fondi è eticamente inaccettabile e un errore politico

«L’aumento delle spese militari fino al 2% del Pil, chiesto dalla Nato, votato quasi all’unanimità dal Parlamento, confermato dal governo Draghi anche se confusamente spalmato in anni, è non soltanto eticamente inaccettabile, ma politicamente sbagliato».

Questo l’incipit dell’appello a governo e parlamento promosso, tra gli altri, da alcuni storici esponenti del Pd: da Rosy Bindi a Vannino Chiti, Enrico Rossi, Walter Tocci, Claudio Martini, Marco Filippeschi, e Paolo Corsini.

L’appello suona anche come una critica al Pd che ha votato in modo acritico sulle spese per la difesa. «Niente è ancora irreversibile», scrivono i promotori. «La realizzazione di un esercito europeo richiederà tagli e razionalizzazioni in alcuni settori, incrementi in altri: non un generico aumento e spreco di risorse».

«L’aumento delle spese militari – sottolineano- non ha niente a che vedere con il diritto dell’Ucraina di difendersi dall’aggressione della Russia: il collegamento strumentale che viene fatto per meglio far accettare la crescita dei fondi per gli armamenti rischia anzi di determinare un indebolimento del sostegno popolare alla causa ucraina».

E ancora: «Queste decisioni non possono essere prese sotto la pressione emotiva e senza il coinvolgimento dei cittadini in un reale confronto pubblico». L’appello si conclude con la necessità di «ripensare funzione e ruolo della Nato» e con l’invito ad accogliere le parole del Papa contro le guerre.


Repubblica online 04 APRILE 2022
Chiti, Bindi, Rossi e Martini: “Il Parlamento fermi l’aumento delle spese militari”

 

L’appello firmato da tre ex presidenti della Toscana e dalla ex ministra si rivolge anche al governo. Lanciata una raccolta di firme.

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