La Germania scommette su auto elettrica e batterie

Sebastiano Canetta il manifesto 10 giugno 2022
Incentivi e innovazione, la Germania investe nella mobilità sostenibile
AUTO ELETTRICHE. Le batterie al centro dello sviluppo del governo Scholz. Mentre i colossi come Tesla, Vw, Mercedes e Bmw si fanno una concorrenza spietata. E il prezzo dell’e-car scende

 

C’è il governo Scholz che pianifica ogni dettaglio: dalle colonnine elettriche al nuovo «Battery test center» di Aquisgrana, investendo miliardi per le infrastrutture della mobilità sostenibile. Ci sono i grandi marchi nazionali che grazie agli incentivi pubblici hanno iniziato a farsi concorrenza sul serio, alzando il livello tecnologico e abbassando il prezzo finale delle auto. E poi c’è Tesla, che fino a ieri in Germania faceva paura per i costi di produzione para-cinesi e il basso numero di operai impiegati nella catena di montaggio, a maggio crollata di quasi il 90% rispetto a inizio anno.

Merito del sistema-Paese che in Germania rema compatto nella medesima direzione scommettendo sul futuro diventato già presente. Risultato: le immatricolazioni di veicoli elettrici nella Bundesrepublik quest’anno hanno superato il milione, con 618.500 di auto full-electric e 566.000 ibride.

Del resto il costo è sempre meno un problema: lo Stato sovvenziona l’acquisto rimborsando da 5.625 a 9 mila euro a seconda del modello che deve essere obbligatoriamente «popolare», vista l’esclusione delle supercar con prezzo superiore ai 65 mila euro. In pratica il governo Scholz mette due terzi della sovvenzione, le case automobilistiche il resto.

«La lotta con Tesla sarà durissima» riassume Herbert Diess, amministratore delegato di Volkswagen, dopo aver letto il report pubblicato dal ministero dei Trasporti. «La catena di montaggio di Elon Musk lavora a ritmo doppio rispetto alle nostre» denuncia il numero uno di Wolfsburg.

Cifre alla mano, per assemblare la ID-3 – entry-level dell’«Auto del Popolo» in versione elettrica – il costruttore tedesco impiega 30 ore mentre lo sfidante americano appena 10. Nel dettaglio vuol dire produrre fino a 10.000 veicoli alla settimana, due volte la capacità massima di Vw, Mercedes e Bmw messi insieme.

Bel problema per la Germania, i cui finanziamenti del governo tengono in piedi (anche) la Gigafactory Tesla nel Brandeburgo, ma è anche un incubo per gli operai tedeschi: per costruire 500 mila veicoli Musk impiega solo 10 mila lavoratori di fronte ai 25 mila che servono a Vw per produrne 700 mila.

Sulla carta, sfida impossibile. A meno di non voler licenziare 5 mila dipendenti come prevedeva il piano annunciato dal ceo di Volkswagen a marzo poi ritirato dopo le proteste della Ig-Metall.

Eppure, anche così, per Tesla non sono rose e fiori. Il più recente dato delle vendite in Germania restituisce il clamoroso crollo del marchio made in Usa. Nella flessione generale causata dalla carenza globale dei semiconduttori, a maggio Tesla ha fatto registrare il calo dell’89% rispetto a inizio anno. Superata addirittura dalla Polestar, l’elettrica di Volvo che da un pezzo non è più svedese dopo la vendita ai cinesi di «Geely Automobile Holdings».

In totale della quarantina di marchi elettrici venduti in Germania una decina hanno i conti in attivo. Ma per i colossi come Vw e Bmw per il profitto manca davvero poco, appena una manciata di mesi. I concessionari segnalano l’aumento del 9% di auto «sostenibili», ormai corrispondenti al 15% del parco veicoli circolante in Germania.

Tra i marchi tedeschi in crescita brilla Mercedes: da gennaio ha aumentato le vendite del 23% e ora lancia la sfida a Tesla grazie alle nuova tecnologia «ad alta intensità» sviluppata con gli americani di Sila Nanotechnologies presentata pochi giorni fa da Markus Schaefer, Chief technology officier della Stella di Stoccarda.

Rispetto alle vecchie batterie offrono una carica di energia maggiore del 30%. E proprio le batterie restano al centro dello sviluppo del governo Scholz. Il Tüv della Renania ha appena aperto il suo futuristico «Battery test center» ad Acquisgrana dove effettuare le prove elettriche, di durata e sicurezza. Ventiquattro i milioni pubblici investiti nel laboratorio di oltre 2.200 metri quadri, l’ennesima infrastruttura-chiave della Germania pronta per la prossima generazione di veicoli elettrici.

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