Capitol Hill atto secondo. Le donne l’obiettivo dei reazionari

Linda Laura Sabbadini* La Stampa 25 Giugno 2022
Una scossa globale contro i reazionari
«È stata la volontà di Dio» ha detto Trump, sublimando il suo patologico e ridicolo narcisismo in blasfemia. Sì, perché “Dio” sarebbe lui, che prima di finire il suo mandato presidenziale ha nominato alla Corte Costituzionale estremisti integralisti, protagonisti di questa sentenza che riporta l’America indietro di mezzo secolo.

 

Nel 1973 il movimento femminista americano era riuscito a ottenere risultati enormi per le donne. E soprattutto, il principio «non siete voi a decidere del nostro corpo». E questo diede una forza incredibile alle donne di tutto il mondo, anche alle italiane. Era normale pensare: se ce l’hanno fatta loro mobilitandosi, potremo farcela anche noi. E la carica era grandissima. Ora la reazione contro i diritti delle donne è in atto negli Stati Uniti. E, ahimè, non solo lì. Lo aveva detto a chiare note Trump: «Dovrebbero essere punite le donne che abortiscono». Ma la pensa come lui Putin e tanti altri. Viviamo un tempo storico non banale. Si profila un’offensiva reazionaria che non ha precedenti dal primo dopoguerra. Un’offensiva avviata sfruttando lo stress indotto in masse di persone da una congiuntura incredibilmente avversa, dopo due anni di pandemia e di difficoltà economiche, seguite da una guerra, ad arte provocata anche per approfondire il malessere sociale nel mondo e nei Paesi occidentali. Non a caso dopo il popolo ucraino che anela a libertà e democrazia, le prime a essere sotto attacco nucleare sono le donne, le loro conquiste storiche come quella iconica del diritto di autodeterminazione sul proprio corpo, ottenute con la possibilità di interrompere la gravidanza in condizioni sanitarie garantite. Si torna all’aborto clandestino, alle mammane, alle morti sotto i ferri durante gli aborti.

Ma loro, i reazionari, non hanno più remore, preparano l’assalto al cielo, quello che fallirono a Capitol Hill. Vogliono distruggere la democrazia dei diritti e delle libertà, vogliono colpire al cuore le donne americane. La strategia è unitaria. La truppa di Trump si muove all’unisono con quella di Putin. Il regime mondiale che vogliono instaurare è quello autoritario e maschilista. Cercano di farci somigliare alla Russia e alla Cina, cancellando il patrimonio più prezioso della Civiltà occidentale, la libertà e l’autodeterminazione.
Ma noi non possiamo distrarci. La generazione dei diritti conquistati, quella che ha combattuto per ottenerli lo sa bene. Ma spesso si è stancata di combattere. Le generazioni dei diritti acquisiti, che se li sono trovati, troppo spesso danno per scontato che le cose andranno avanti così. Certo poi ci sono tante eccezioni. Ma troppo poche, non bastano. Ricordiamocelo, le donne sono le prime a essere colpite, ma poi verranno gli altri, tanti altri. Dobbiamo fare in modo che ciò non succeda. Dobbiamo risvegliarci dal lungo torpore, prima che sia troppo tardi. Io credo e ho fiducia nelle donne americane e nelle donne di tutto il mondo. Credo nella reazione positiva dell’America dei diritti. Credo che il risveglio di voglia di libertà ci sarà in America e nel mondo. Perché questo pugno nello stomaco servirà a risvegliare la nostra voglia di libertà.

*Linda Laura Sabbadini è direttora del Dipartimento Metodi e Tecnologie Istat. Le opinioni qui espresse sono esclusiva responsabilità dell’autrice e non impegnano l’Istat

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