Ben Wallace, il “nerd” perfetto per succedere a un “jock” come Johnson

Antonello Guerrera La Repubblica 08 luglio 2022
E ora la base Tory vuole Wallace, il premier riluttante
Il ministro della Difesa britannico, ex soldato e duro anti-putiniano, è in pole per la successione
A Westminster c’è un detto: a Downing Street si alternano sempre un jock e un nerd. Ossia – metafora scolastica – un primo ministro muscolare, ultra-ambizioso, spavaldo, puntualmente seguito da uno più cauto, studioso, ortodosso.

 

La teoria pare applicarsi agli ultimi anni: Thatcher (jock), Major (nerd), Blair (jock), Brown (nerd), Cameron (jock), May (nerd), Johnson (jock). “Noi inglesi siamo così”, ci dice un veterano della sala stampa in Parlamento, “ci stufiamo di un leader eccentrico e passiamo a uno più noioso, e viceversa”.

Dunque, si rispettasse la tradizione, ora toccherebbe a un “nerd”, per compensare l’istrionismo dell’uscente Boris Johnson. Ma chi? Uno di questi potrebbe essere a sorpresa Ben Wallace, l’attuale ministro della Difesa e, da giorni, il preferito nei sondaggi interni alla base dei conservatori, ossia coloro che decideranno il nuovo leader tory e primo ministro britannico.

Deputato conservatore, 52 anni, nato a Farnborough (periferia di Londra) Wallace avrebbe tutte le qualità per diventare il successore di Boris Johnson, forse persino superiori a quelle della ministra degli Esteri e presunta nuova “Lady di Ferro”, Liz Truss. Perché Wallace sarebbe il perfetto leader di guerra, o churchilliano, dopo Johnson. Ex valente soldato, eccellente ministro della Difesa, duro ma modesto, estraneo a feste e scandali, fieramente calvo. Addirittura, quando è esploso il caso Partygate delle feste a Downing Street che ha travolto Johnson, lui ha notato come il problema sia nella cultura alcolica di Westminster e Whitehall: “Alle 6 di sera, andatevene a casa dalle vostre famiglie”, ha esortato i suoi, “invece di bere fino a tardi nei bar del Parlamento”.
Insomma, Wallace, sposato dal 2001 con la sua ex assistente Liza Cook, tre figli, sarebbe il “nerd” perfetto per succedere a un jock come Johnson, soprattutto in questo contesto internazionale. Eppure, nonostante il consenso degli iscritti conservatori cresca per lui, Wallace sarebbe un primo ministro riluttante, secondo alcuni insider. Solo facciata? Chissà. Wallace punta a diventare il prossimo segretario della Nato, più nelle sue corde. Ma un’altra persona a lui vicina ci dice in realtà che “Ben è semplicemente molto accorto”, non vuole bruciarsi: sotto sotto, cova il sogno di trasferirsi a Downing Street.

Sempre fedele a Johnson, Wallace non si è dimesso “perché il mio ruolo, in questo momento, non me lo consente a livello internazionale”. Responsabilità, non opportunismo. Inoltre, la sua retorica aggressiva contro Putin non è passata inosservata: dopo il il presidente russo “uscito completamente fuori di testa” a inizio guerra, qualche giorno fa lo ha provocato definendolo “vittima della sindrome dell’uomo basso”.

Insomma, sull’Ucraina Wallace sembra addirittura più radicale di Johnson. Il ministro della Difesa è il simbolo che, nonostante la propaganda russa che ieri ha esaltato la caduta del “nemico Johnson”, il Regno Unito non mollerà di un centimetro nel sostegno all’Ucraina contro Putin. Anzi, a Whitehall si dice che Boris era persino una colomba rispetto a molti altri. Lo stesso presidente della Commissione Difesa a Westminster, Tobias Ellwood, ci dice che una “Nato così difensiva non funziona”, e che l’Alleanza atlantica dovrebbe avere “un atteggiamento più proattivo”, anche in Ucraina.
Insomma, non si cambia. Sebbene Johnson avesse uno splendido rapporto personale con Volodymyr Zelensky, chiunque andrà al potere a Downing Street nelle prossime settimane, che sia Wallace, la falca Truss o un altro conservatore, non sposterà la linea nella guerra in Ucraina. Potrebbe ricalibrarsi invece, a seconda di chi la spunterà, la posizione estrema britannica sull’Irlanda del Nord e sulla Brexit, o almeno così sperano Ue e Dublino. Non a caso, ieri, il primo ministro irlandese Michéal Martin ha congedato Johnson con un comunicato molto poco diplomatico: “Io e Johnson non siamo andati sempre d’accordo, e le relazioni tra Paesi ne hanno sofferto. Spero ora di tornare al vero spirito di partnership per preservare la pace in Irlanda”. Tradotto: a non rivederci mai più.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.