Alberto Simoni La Stampa 09 Luglio 2022
Il giallo su Lavrov e Blinken: “Si sono parlati al G20”
Nessun contatto ufficiale tra i due, ma la ministra indonesiana conferma. Il capo della diplomazia russa resta però isolato e lascia la sala in anticipo
Catherine Colonna è la ministra degli Esteri francese e ha raccontato che al G20 di Bali «la Russia si è trovata isolata». Maria Zakharova, portavoce di Lavrov, capo della diplomazia russa, invece ha visto un vertice diverso: «L’Occidente ha fallito nel suo intento di isolare la Russia». In mezzo la presidenza indonesiana ha vestito i panni del Paese super partes ma ha dovuto accettare che i rappresentanti delle 20 economie più importanti del pianeta torneranno a casa senza aver siglato un documento comune.
I Paesi del G7 hanno rinunciato alla cena di inizio lavori e non si sono presentati alla foto di gruppo perché c’era Lavrov: «Non ho chiesto io di fare la foto», ha chiosato il capo della diplomazia russa, il quale ha replicato saltando l’ultima sessione, quella del pomeriggio sulla sicurezza alimentare. In mattinata ha tenuto il suo breve discorso in cui ha accusato gli occidentali di aver deviato l’agenda del G20 e portato solo «folli critiche alla Federazione russa». Poi mentre stava per parlare Annalena Baerbock, ministro degli Esteri tedesco, se ne è andato. «Aggressori, invasori, occupanti, ho sentito solo cose del genere», ha detto Lavrov spiegando che così si cambia il senso del G20 e non si risolvono le questioni economiche globali. Un clima teso che rende, per dirla con un diplomatico occidentale, «assai improbabile che Putin si presenti in novembre per il summit dei capi di Stato».
Era la prima volta che i capi delle diplomazie si ritrovavano sotto lo stesso tetto con Lavrov. Secondo la Reuters che ha citato la presidente dei lavori, la ministra Retno Marsudi, Blinken e Lavrov si sono parlati nella sala della plenaria. Non ha detto di cosa hanno discusso, né quanto è durato il faccia a faccia. È una ricostruzione che però il New York Times non ha condiviso riferendo che nessuno delle delegazioni occidentali ha avuto contatti con Lavrov. Secondo il copione. Giovedì il Dipartimento di Stato aveva ribadito che non ci sarebbe stato alcun colloquio poiché Mosca non ha manifestato alcuna buona volontà.
Lo scambio fra i due è comunque avvenuto a distanza sul grano e lo sblocco del porto di Odessa per consentire agli ucraini di svuotare i silos. Blinken è stato diretto: «L’Ucraina non è vostra e il loro grano non è il vostro, lasciate che i raccolti possano uscire». La risposta di Lavrov è arrivata a margine. Il capo della diplomazia russa ha detto di essere ponto a negoziare con Turchia e Ucraina, ma – ha spiegato – che non è chiaro come questi colloqui possano avvenire. Fra l’altro lo stesso Lavrov ieri ha spiegato che tocca agli ucraini sminare il porto o individuare una via d’uscita verso il Mar Nero per i cargo, scaricando così sulle spalle di Kiev la responsabilità della crisi. Quindi ha sottolineato che il grano bloccato è appena l’1% delle riserve mondiali e che i problemi di sicurezza alimentare non possono derivare da questo
Un portavoce del Dipartimento di Stato ha spiegato a La Stampa che gli «Usa sostengono gli sforzi dell’Onu per riaprire i porti del Mar Nero. Per far uscire milioni di tonnellate di grano il modo migliore è garantire un passaggio sicuro alle navi. Per questo è fondamentale che Putin cessi senza condizioni la sua aggressione all’Ucraina». Sull’ipotesi invece di un negoziato abbozzata da Lavrov, a Washington resta forte la «valutazione che la Russia non sia ancora pronta a impegnarsi in modo costruttivo» per raggiungere l’obiettivo.
Al di là della questione del ripristino della supply chain, la missione di Blinken è stata quella di tentare di non lasciare scivolare nel campo russo i Brics. Blinken ha lanciato un messaggio molto diretto al G20 dicendo che il consesso resterà rilevante solo se riterrà la Russia responsabile della guerra e delle sue ripercussioni. Una linea condivisa da Di Maio e dagli alleati occidentali tanto che fonti diplomatiche hanno detto che il summit «non è stato un bagno caldo per Lavrov» e che «la maggioranza delle delegazioni ha speso parole di critica verso la Russia». Si legge forse anche così il fatto che il capo della diplomazia – dopo un bilaterale infruttuoso con il turco Cavusoglu – abbia lasciato i lavori. La ministra Colonna ha riferito di un riposizionamento cinese. Per Pechino – ha detto – la carta dell’Onu deve restare centrale. E la carta denuncia invasioni e revisioni unilaterali dei confini. Oggi toccherà a Blinken nel bilaterale con Wang Yi misurare la distanza fra Cina e Russia.