Non ci sono opinionisti che tengano questa mattina per ricostruire ciò che è accaduto ieri nel Senato della Repubblica. Stampa e Tv, che si sono spese in questi 18 mesi nel tentativo di normalizzazione liberale atlantista tecnocratica del governo Draghi sono stordite ed ondivaghe nel raccontare ciò che non si può raccontare: la sconfitta di Mario Draghi che avviene per mano propria e dei suoi disgraziati consiglieri politici.
Paolo Mieli sintetizza con aggettivi superlativi all’indirizzo del super Mario ieri sera a La7 la condotta del premier. E’ bugiardo, Mieli, e lo sa. Ma gli opinionisti sono solo l’altra faccia dei politici.
Non basta dire cose giuste (quelle dette da Draghi in Senato contro lega e 5 stelle), in politica per fare le cose giuste devi preoccuparti con chi le fai e contro chi le fai, di lavorare a unire i tuoi e a dividere gli altri, devi avere in testa quale è la cosa più importante e quali, nella circostanza data, i dettagli.
Per questo i tecnici ed i tecnocrati vanno bene a raffreddare la politica, non ad aprire nuovi scenari.
Quale era l’obiettivo di Draghi? La sua relazione è sembrata sfidare tutti ad assumersi la responsabilità della crisi ma la modalità che ha scelto ha consentito ai suoi nemici di uscire senza pagare nessun prezzo a questa sfiducia senza neppure votare la sfiducia. I cinque stelle arrivano all’uscita dal governo senza pagare una nuova scissione già in atto e preparando il ritorno di Di Battista. Il centro destra si ricompatta, ottiene le elezioni, rompe l’alleanza Pd-M5S e scarica la crisi sui 5 stelle.
Il centro destra dopo aver sbagliato tutto in questi 4 anni in cui è stata la coalizione di maggioranza relativa, ottiene il primo successo politico della legislatura, e questo avviene nel momento in cui erano più divisi.
Draghi fa vincere i suoi nemici mentre erano chiusi nelle loro contraddizioni.
Ma tutto questo avviene per colpa e limiti di Draghi? Ma non scherziamo. Retroscenisti quando unirete i puntini di questo cruciverba di fine luglio?
