Tommaso Rodano il Fatto Quotidiano 24 luglio 2022
Chiara Saraceno: Nessuno ha la credibilità per replicare Melenchon
Per Chiara Saraceno parlare di alleanze, a sinistra, in questo momento e un esercizio ozioso: “Più che appassionarsi alle formule politiche, che è il solito ragionamento trito, penso sia il caso di capire cosa vogliano fare i partiti, qual è il loro programma minimo, quali sono i punti fermi su cui possano mettersi d’accordo.
Va ripresa la questione delle disuguaglianze, bisognerebbe avere un’agenda sociale chiara”.
Il “campo largo” tra Pd e Cinque Stelle è archiviato. I dem vanno al centro. Per me non è ben chiaro cosa sia questo centro.
È un’area frammentata, rissosa, piena di veti reciproci. Lo sforzo di Letta di tenere tutti assieme è stato anche apprezzabile, ma il risultato rischia di essere un’accozzaglia. Il luogo comune vuole che le elezioni si vincano lì, ma quando il centrosinistra è andato a occupare il centro, non mi pare sia mai stata una scelta vincente. Non si capisce che natura abbia il Pd, quale sia la sua agenda sociale. Ha sposato alcune conquiste sui diritti civili, d’accordo, ma cosa vuole fare su lavoro e precarietà? Manca l’attenzione alle disuguaglianze.
Questa sensibilità sociale non la riconosce nei Cinque Stelle?
Credo sia stata usata da Conte in modi contraddittori. E si è conclusa con un suicidio politico. Se c’era speranza di arrivare a qualche forma di salario minimo, per esempio, forse doveva farla diventare parte del programma del governo e del ministero del Lavoro. Così, invece, se vincerà la destra, il Reddito di cittadinanza sarà abrogato, non servirà nemmeno un referendum. I Cinque Stelle hanno affossato la propria agenda.
Ora possono sfruttare le praterie a sinistra e incarnare un nuovo soggetto “mélenchoniano”?
È l’ultima incarnazione di Conte, ma non penso abbi ala credibilità per realizzare questa operazione lo considero inaffidabile e camaleontico, ha governato anche con la destra di Salvini.
Quindi lo spazio a sinistra chi lo può prendere?
Quello spazio è un deserto, non lo vedo presidiato dagli attuali Cinque Stelle, né da altri soggetti. Maurizio Landini ha credibilità, ma non è un politico. Di certo questa legislatura non ha aiutato a scaldare il cuore degli elettori, temo che avranno sempre più l’impressione che andare a votare non serva a nulla, gonfiando ancora i numeri dell’astensione.
Così la vittoria delle destre è certa?
Non è inevitabile, dipende appunto da come si organizzeranno gli altri. Ma è probabile, sono più uniti e quello spazio politico è presidiato molto più chiaramente.