Lorenzo Giarelli il Fatto Quotidiano 30 luglio 2022
Terzo mandato, zero deroghe: via Fico Taverna e gli altri big
Passa la linea Grillo. Nessuna deroga. Chi ha completato due mandati coi 5 Stelle in Parlamento, in Europa o nelle Regioni non potrà più candidarsi col Movimento. Almeno in Parlamento, perché altrove si vedrà (forse).
Giuseppe Conte si ha provato, sperando fino all’ultimo in qualche eccezione almeno per i suoi fedelissimi, ma alla fine a passare è la linea dura voluta dal fondatore Beppe Grillo. Le regole non cambiano e a farne le spese saranno diversi veterani, tra ivolti più noti del Movimento: il presidente della Camera Roberto Fico, lavicepresidente M5S Paola Taverna, l’ex capo reggente Vito Crimi.
Ma pure l’ex ministro Alfonso Bonafede, ovvero colui che ha portato Conte nel Movimento, il ministro Federico D’Incà e un importante uomo-macchina come Gianluca Perilli, già capogruppo in Senato e impegnato nel coordinare i lavori sul programma politico dei 5 Stelle alle elezioni. Le elezioni, appunto.
La ghigliottina sui due mandati è infatti un problema anche per la campagna elettorale, che si priva così di alcuni nomi noti come Danilo Toninelli o Riccardo Fraccaro. O l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi.
Nessuno di loro sarà in lista per le prossime elezioni politiche, ma per Conte sarà vitale coinvolgerli in queste otto settimane prima del voto. Non a caso già ieri, subito dopo l’annuncio sulle mancate deroghe, l’avvocato ha chiesto una mano ai big in uscita, lasciando intendere che qualcuno di loro potrà aiutare anche in ruoli non elettivi: “Il patrimonio di competenze ed esperienze non andrà disperso. Continueranno a portare avanti, insieme a noi, le battaglie del Movimento”.
IERI MATTINA, Giuseppe Conte ha chiamato personalmente i veterani per comunicare la decisione, una notizia che comunque ha sollevato coloro i quali, a fine corsa, avrebbero malvisto deroghe soltanto per 4 o 5 fedelissimi, come pareva possibile fino a qualche giorno fa. Molti dei 5 Stelle si sono poi incrociati alla Camera, dove ieri hanno formalizzato l’elezione di Francesco Silvestri a nuovo capogruppo dopo l’addio di Davide Crippa (il quale ha appena registrato il simbolo di una associazione politico-culturale e ha annunciato una conferenza stampa perlunedì insieme a D’Incà e Alessandra Carbonaro).
Anche Silvestri, come Conte, sa che il Movimento non potrà fare a meno degli esclusi in una campagna elettorale cortissima e che si gioca su pochi seggi, motivo per cui il suo compito sarà soprattutto quello di fare da mastice tra chi spera nella riconferma e chi ha le valigie pronte:
“La conferma del divieto di ricandidatura dopo due mandati dimostrala coerenza del M5S. A quegli amici dico che abbiamo e avremo ancora bisogno di loro, del patrimonio di conoscenze da loro accumulato in questi anni, sia dal punto di vista tecnico che politico”. Tra le più cercate nelle prossime settimane ci sarà senz’altro Taverna, vicinissima a Conte: “Il Movimento è figlio di una visione ha scritto su Facebook commentando le mancate deroghe un sogno che ha saputo farsi realtà portando nei palazzi la voce di chi non veniva ascoltato.
Sorrido pensando che forse l’eco delle mie urla contro il sistema e le sue storture continuerà a sentirsi ancora per qualche tempo a Palazzo Madama!”.
E ora? Dopo la grana dei mandati, resta da capire come scegliere i candidati. Le parlamentarie il metodo seguito nel 2013 e nel 2018 si portano dietro un paio di controindicazioni, come il problema di non poter paracadutare i big in collegi sicuri e rischiare quindi di fare a meno anche di loro. Si passerà dal Comitato di garanzia formato da Fico, Laura Bottici e Virginia Raggi dal quale uscirà il regolamento per le elezioni.
Quel che è certo è che qualche figura carismatica servirà. Al netto di alcuni parlamentari alla prima esperienza come Riccardo Ricciardi e Stefano Patuanelli, bisognerà guardare anche fuori dalle Camere, nell’attesa che si definisca la situazione di Alessandro Di Battista. Ieri alcune agenzie davano per sicuro il nome di Chiara Appendino come candidata al Parlamento, ma è lo stesso M5S a precisare che “nessuna decisione ufficiale è stata ancora presa”. Presto si saprà.