E’ una destra popolare, ma se stravince stravolgerà la costituzione

Concetto Vecchio La Repubblica 06 agosto 2022
Tronti: “Un dovere repubblicano stare uniti per battere la destra”
Intervista al filosofo: “Non vedo rigurgiti fascisti, ma Meloni farebbe bene a togliere la fiamma dal simbolo di Fratelli d’Italia”

Mario Tronti, filosofo, una vita a sinistra, per chi votano nel suo condominio al Laurentino 38?
“Nel mio palazzo resiste ancora uno zoccolo duro per il Pd, ma appena fuori da qui, ai ponti, prevale un sentimento forte verso la destra, come in tutte le periferie metropolitane”.

Cosa serve al centrosinistra?
“Un’alleanza solida e larga. Esiste un dovere repubblicano che impone di stare uniti per battere la destra”.

Quindi devono esserci tutti?
“Conviene principalmente al Pd, che altrimenti trasmette un’idea falsa di sé stesso. Deve guardare al centro ma anche a sinistra”.

Calenda e la sinistra possono convivere?
“Sì, ma occorre abbassare i toni. Meno Twitter e più idee”.

Che idea si è fatto di Calenda?
“Ha delle competenze che non bisogna buttare via”.

A sinistra non piace il suo eccesso di personalità.
“Ha un piglio manageriale che serve, perché siamo dentro un mondo complesso. Ma politicamente dovrebbe essere più sobrio”.

Quindi anche Calenda deve accettare la sinistra?
“Sì, coinvolgere, non escludere”.

Ai rossoverdi cosa consiglia?
“Di non sbagliare cavallo: è in gioco il destino del Paese”.

Che avversaria è Giorgia Meloni?
“Esprime un’idea di destra popolare. E poi ha quel Crosetto che mi sembra uno con la testa sulle spalle”.

È un vecchio dc.
“Ecco, quelli hanno sempre ragionato”.

Vede il rischio di rigurgiti fascisti?
“No. Ma Fratelli d’Italia dovrebbe togliere la fiammella dal simbolo”.

Insomma, non ne ha una cattiva opinione?
“Meloni fa il suo mestiere. Apprezzo il coraggio di voler ridefinire il suo, definendolo conservatore. Una parola di nobile tradizione. Il che impone di riposizionare di conseguenza anche il campo riformatore, sarebbe un fatto di chiarezza politica”.

Con quali effetti?
“Saremmo dinanzi a un bipolarismo maturo, capace di fare un accordo per riformare insieme le istituzioni”.

E se invece la destra stravince?
“A quel punto la Costituzione la cambiano da soli. È un pericolo mortale”.

Lei ha capito cos’è esattamente l’agenda Draghi?
“È soprattutto un’esigenza di serietà, competenza, autorevolezza, credibilità. Saper fare, saper gestire. Draghi ci ha ridato lustro: lui è per me un avversario di classe, ma con il suo stile sobrio ha riqualificato la politica”.

Ma questa sinistra fa sognare?
“Bisogna mettere al centro il lavoro”.

Un’agenda sociale?
“Sì, ma espressa politicamente e non demagogicamente, perciò è importante che ci sia la sinistra. Bastano 4-5 punti concreti e popolari, con al centro la questione sociale”.

La destra le sembra più convincente?
“Purtroppo sì”.

Parlare a chi si astiene?
“Bisogna convincere anche gli elettori che votavano Cinquestelle, mettendo in piedi una grande operazione di sfondamento”.

Insomma, la battaglia non è persa?
“No se c’è un’anima. E ogni voto è utile”.

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