Ruberti, le rogne che lascia il tecnico di buona famiglia, diventato politico e di potere

Lorenzo D’Albergo La Repubblica 21 agosto 2022

 

Giubileo, Expo e rifiuti: tutti i dossier lasciati aperti da Ruberti, il Rocky del Campidoglio

 

Giubileo, Expo e rifiuti: tutti i dossier lasciati aperti da Ruberti, il Rocky del Campidoglio(ansa)
C’è chi brinda alla caduta del supermanager e chi, posando gli occhi sui faldoni, si mette le mani nei capelli. Ora la palla passa ad Alberto Stancanelli, consigliere della Corte dei Conti e già capo di gabinetto in tre ministeri


C’è chi brinda alla caduta di Albino Ruberti. Fuori e dentro il Campidoglio. E poi chi, posando gli occhi sui faldoni lasciati a palazzo Senatorio dall’ormai ex capo di gabinetto del sindaco Roberto Gualtieri, non può far altro che mettersi le mani nei capelli. Perché era di “Rocky”, tipo irascibile ma risoluto, l’ultima parola su tutte le partite più delicate di Roma. Spazzato via dal video che lo riprende mentre minaccia («vi sparo!») i commensali di una cena organizzata a Frosinone per parlare di politica e candidature alle prossime Regionali del Lazio, Ruberti lascia in eredità all’amministrazione dem una mole impressionante di lavoro. Spesso, visto il rincorrersi delle emergenze nelle Capitale, tutto da completare.

La palla ora passa ad Alberto Stancanelli, consigliere della Corte dei Conti di comprovatissima esperienza. Virata in Campidoglio: dove fino a venerdì c’era un sindaco ombra, un politico, ora arriva un tecnico forgiato da 20 anni di ministeri e pubblica amministrazione. Un profilo individuato in 24 ore, già al fianco di Gualtieri come consulente giuridico.

Il primo dossier che aprirà sarà quello sul termovalorizzatore. L’impianto, per ora soltanto annunciato, è entrato da mesi in campagna elettorale. È stato uno dei motivi della rottura tra il Pd e il M5S a livello nazionale. E, da qui alle urne del 25 settembre, promette di far parlare ancora molto di sé. Stancanelli in questo caso avrà accanto il primo cittadino, che per realizzare il gigante da 700 milioni di euro ha ottenuto poteri da commissario straordinario dal governo Draghi.

Come detto, a impostare il lavoro anche in questo caso era stato Ruberti. Non a caso ora in Comune c’è anche chi sospetta che il video sul dirigente, l’uomo che puntava a far collaborare la municipalizzata Ama e la multiutility Acea per il nuovo impianto, possa essere stato fatto circolare dai ras dei rifiuti del Lazio non invitati al tavolo del termovalorizzatore. Congiura o meno, ora sul tavolo del nuovo capo di gabinetto c’è un iter ormai avviato e una cartellina da riempire il prima possibile con un progetto. Rendering, studi di fattibilità e costo al centesimo.

Non solo immondizia, prima piaga della romanità contemporanea. Tra le partite aperte, finestre aperte sul futuro della Capitale e del resto del Paese, ci sono quella del Giubileo e di Expo. Sguardo proiettato sul 2025 e sul 2030. A patto di saper riordinare tutte le carte. Per il primo dossier, uscito di scena Ruberti, Gualtieri punta su Maurizio Pucci, l’uomo che 20 anni fa lavorò alla realizzazione dell’Auditorium di Renzo Piano. Ci sono tramvie da completare, compresa quella che prima o poi (comunque non entro l’apertura della Porta Santa) collegherà la stazione Termini al Vaticano. Ci sono 2 miliardi di euro da spendere. Fondi extra rispetto a quelli già ottenuti da Roma con il Pnrr.

Anche in questo caso a vagliare i progetti più importanti finanziati con gli stanziamenti europei del Pnrr era stato Ruberti. Gli allarmi su possibili difficoltà nel rispettare i tempi non mancano. Anche qui, se Roma non vuole mettere in bacheca una figuraccia, si dovrà vedere (e in fretta) la mano di Stancanelli. Tra gli altri finanziamenti, ballano anche i 500 milioni di Roma Caput Mundi per far risplendere i monumenti di Roma, incluso l’anello delle Mura Aureliane.

Il termovalorizzatore e il Giubileo sono la base su cui costruire Expo 2030 a Tor Vergata. In questo caso sarà il sindaco a occuparsi in prima persona della candidatura della Capitale. Accanto ha il comitato promotore guidato dagli ambasciatori Giampiero Massolo e Giuseppe Scognamiglio. Per far vincere Roma e l’Italia vanno battute la saudita Riyad e la coreana Busan, guardandosi pure dal possibile rientro in corsa dell’ucraina Odessa. La speranza in Campidoglio è che il nuovo capo di gabinetto trovi il prima possibile un buon affiatamento con la squadra che gli verrà costruita attorno. Se l’ordinario si dovesse bloccare, cosa che a Roma accade spesso su rifiuti e trasporti, i dossier straordinari finirebbero automaticamente in codice rosso.

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