Credo, pronti, scegli: tre parole per provare a leggerci qualcosa

Marco Belpoliti La Repubblica 29 agosto 2022

 

Credo, pronti, scegli: i tre slogan della campagna elettorale

 

Salvini e Meloni si richiamano alla propaganda fascista
Credo”, “Pronti”, “Scegli”. Sono i tre slogan con cui si apre la campagna elettorale del 25 settembre. Tre sole parole. Gli slogan si accorciano rispetto al passato? Necessità retorica o semplificazione?

 

Di sicuro una parola sola suona meglio e colpisce di più. “Credo” è un verbo: prima persona singolare indicativo presente. Ma è anche un sostantivo: “L’insieme dei principi ideologici, dello opinioni e convinzione religiose, dottrinali, morali e politiche” (Treccani).

La Lega di Matteo Salvini ha scelto la valenza religiosa: io credo in me; e insieme: io credo in lui. Del resto, negli ultimi tempi si mostra nei social circondato da immagini e simboli religiosi: icone, statuette della Madonna, immagini di santi, rosari, crocifissi al collo. “Credo negli italiani”, è la formula estensiva dello slogan: s’aggiungono indicazioni specifiche di volta in volta. Il fideismo è l’elemento centrale della psicologia di Salvini: io credo in me stesso, ma gli altri ci crederanno? C’è infatti anche un significato congetturale, ipotetico e dubitativo del verbo: credo che sia così, ma non ne sono sicuro.
“Pronti” è lo slogan di Giorgia Meloni. Una espressione più forte di “credo”, più concreta. La parola viene dal participio passivo del latino promere: “tirar fuori”. Si dice “pronti” quando c’è qualcosa di già apparecchiato, o comunque nelle condizioni opportune per essere adoperata subito (Treccani). Noi siamo pronti a governare, questo è il significato che suggerisce. Lo dice, ma non in modo esplicito. Sfrutta le previsioni dei sondaggi, le sottintende. Inoltre vuol suggerire: siamo nell’imminenza dell’azione. Azione è un sostantivo della destra fascista. Aggiunge possibili contenuti: “a dare un sostegno concreto alle famiglie”, oppure “a valorizzare lo sport e gli stili di vita sani”. Punta sugli aggettivi per dare sostanza al verbo: “concreto” e “sani”.
Sia lo slogan di Salvini come quello di Meloni contengono un’indiretta allusione alla retorica mussoliniana. “Credere, obbedire combattere” era uno dei precetti del catechismo fascista con la sua retorica religiosa e bellicista. “Pronti” esprime la medesima volontà di “azione militare”. C’è il: “Pronti, via!”, la sua traduzione in termini sportivi, lo sport è un refrain della Meloni. Se Salvini usa la prima persona singolare, Io, Meloni la prima plurale, Noi. Noi chi? Noi siamo tutti noi, o invece indica un gruppo e ne esprime la volontà? Lasciate fare a noi, siamo pronti. Il colore scelto da entrambi è l’azzurro, colore berlusconiano, rassicurante: anni azzurri.

“Scegli” di Letta utilizza invece la seconda persona singolare, Tu. Si rivolge a interlocutore e lo sollecita. Lo slogan s’accompagna a due colori: rosso e nero. Introduce l’idea di due campi opposti e chiede di indicare quello preferito. La scelta avviene dal confronto tra due opzioni: “con Putin/con l’Europa”. Il verbo “scegliere” viene dal latino exligere che significa “eleggere”: determinare chi tra più cose o persone sia meglio. Indica un doppio campo là dove invece gli slogan della destra indicano una volontà, religiosa nel caso di Salvini e di potere per la Meloni. Lo slogan di Letta pone un’alternativa. La stampa di destra ha indicato l’origine novecentesca di questo slogan nel suo aspetto visivo: rossi e neri, comunisti e fascisti. C’è anche questo, poiché la disfida elettorale si pone come una scelta di campo: di qui o di là. Una drammatizzazione del confronto? Ovviamente sì.

Quello che la destra di Salvini e Meloni non desidera è portare il confronto su questo terreno, cerca di sostituire i contenuti con l’atteggiamento fideistico, in un caso, e con la convinzione che ora tocca a lei – io Giorgia – governare, nell’altro. Il peggio che può accadere in questo confronto elettorale è che prevalga l’idea che abbiamo già sperimentato negativamente con Silvio Berlusconi venti e più anni fa: proviamo loro. La Lega di Salvini è già stata al governo, Fratelli d’Italia no. Gli italiani sono sempre tentati dalla novità e lo sguardo teneramente deciso di Monna Lisa-Giorgia è accattivante. Perché no? La divisione in due campi proposta da “Scegli” e dai due colori opposti rende esplicito qualcosa che la destra vuole occultare, pur alludendovi sempre: il conflitto. La pandemia e la guerra sono state due esperienze che ci hanno obbligato a scegliere. Faremo così anche ora?

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