Pensa a prendere voti? Sfida la Meloni? E’ l’uomo di Putin? Le domande su Salvini

Tommaso Ciriaco La Repubblica 04 settembre 2022

 

Salvini contro le sanzioni, Meloni lo gela: “Non saremo l’anello debole con Mosca”
Il leader della Lega, Matteo SalviniIl leader della Lega, Matteo Salvini (ansa)
È scontro nel centrodestra. Il segretario della Lega insiste: “Rivedere le misure sulla Russia. Follia il blocco dei visti”. Letta: “Putin non l’avrebbe detta meglio”. Oggi la leader FdI a Cernobbio

 

Incastrato in un paradosso – o forse stretto in una morsa senza via d’uscita – Matteo Salvini teme di restare isolato e non fa nulla per evitarlo. Si smarca da Bruxelles, lancia segnali a Mosca. Sente che la linea soft su Putin rischia di provocare una frattura insanabile con Giorgia Meloni, ma colleziona in poche ore tre prese di posizione in difesa della Russia: basta con le sanzioni, basta con l’idea di un bando ai visti, basta con la sfida energetica dell’Europa allo Zar. Non vuole, non riesce a pronunciarsi contro Putin. E costruisce le condizioni per uno scontro durissimo con la leader di Fratelli d’Italia. Meloni, oggi a Cernobbio per il salotto buono della finanza, è pronta a sconfessare l’alleato. Non ha alcuna intenzione di sacrificare la scelta di campo sull’Ucraina. E intanto traccia la rotta, difendendo le sanzioni che Salvini vorrebbe archiviare: “Non mi piace alimentare la polemica nel centrodestra – dice a chi glielo chiede – Le mie posizioni rimangono quelle di sempre. L’Italia non sarà l’anello debole dell’Occidente”. Secondo Meloni, serve piuttosto un fondo internazionale per ristorare le aziende che più soffrono la chiusura dei rapporti commerciali con Mosca. E ovviamente è fondamentale il price cap, per il quale è pronta a sostenere la battaglia di Mario Draghi.

È un posizionamento che inevitabilmente produce tensione con Salvini. Il leghista si sente sotto assedio. Teme assalti giudiziari, addirittura: “Non vorrei che da qui al 25 settembre – ha detto pochi giorni fa – qualcuno si svegliasse male e pensasse di cambiare in un tribunale il risultato della cabina elettorale”. Vive ore travagliate, ha anche diradato i rapporti con i governatori leghisti infuriati per liste zeppe soprattutto di fedelissimi salviniani. Ma il cuore del problema è il rapporto con l’alleato più forte. Si fida poco di Fratelli d’Italia. Sospetta che stia giocando una partita autonoma e che farebbe a meno della Lega, se potesse. Sa che sull’atlantismo Meloni non mollerà, perché è un investimento per reggere a Palazzo Chigi. Sa anche, come anticipato da Repubblica, che il timore della leader è che Putin punti sulla Lega per condizionare la linea del prossimo governo. Eppure Salvini – ancora il paradosso, o la stretta senza uscita – si espone sempre di più a favore di Mosca.

La fotografia di ieri promette un ottobre di fuoco. Mentre gira l’Italia come una trottola e chiude le sue serate con una diretta su Tik Tok, il leghista sposa con passione crescente – dichiarazione dopo dichiarazione – le ragioni di chi vuole dialogare con la Russia. Confermando i timori dei vertici politici e istituzionali – ma anche di Meloni – che in caso di vittoria elettorale possa diventare il ventre molle della campagna politica di Mosca in Occidente, a partire dal dossier energetico. “L’Europa è corresponsabile di questi aumenti con politiche “green” ideologiche e con le sanzioni alla Russia”, premette Salvini. “Le sanzioni stanno alimentando la guerra. Molti imprenditori mi stanno chiedendo di rivederle. Ci stanno rimettendo gli italiani e guadagnando i russi, quindi a Bruxelles c’è qualcuno che ha sbagliato i conti”. E a conferma che una volta al governo intende spaccare il fronte continentale, aggiunge: “Non stanno funzionando, ripensare la strategia è fondamentale per salvare posti di lavoro e imprese in Italia”. Come non bastasse, definisce “una follia” l’ipotesi di un blocco dei visti d’ingresso per i cittadini russi: “Si sta perdendo il senno”. L’ultima proposta è un ulteriore colpo alla linea dell’alleata, che si è espressa contro uno scostamento di bilancio prima del 25 settembre. E che oggi a Cernobbio proverà anche a rassicurare rispetto a tentazioni di eccessive spese in deficit. “Servono subito decine di miliardi di euro per bloccare gli aumenti del gas – dice invece Salvini – i 30 miliardi che chiediamo da tempo probabilmente non bastano. Meglio 30 oggi che 100 a dicembre”.

Conterà molto un dettaglio, per determinare gli equilibri del 26 settembre: riuscirà Salvini a trascinare con sé anche Forza Italia? È l’ago della bilancia, determinante per capire il reale isolamento del leghista. Di certo, l’aspirante ministro dell’Interno continuerà a sorridere a Mosca. “La sua linea sulle sanzioni? – domanda il leader dem Enrico Letta – Credo che Putin non l’avrebbe detta meglio”.

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