La sinistra senza popolo. Neanche questa volta il Pd credibile sulla questione sociale

 

Concetto Vecchio La Repubblica 12 settembre 2022
 
“I partiti non ci parlano più”. Ecco gli astensionisti di sinistra sui quali il Pd si gioca la rimonta
 
Manca la presa sulla questione sociale. Il Sud a caccia di protezione si aggrappa a Conte. Le periferie voteranno ancora la destra

 

Un appartamento, quattro inquilini, zero votanti. L’astensionista tipo, nemico del centrosinistra, evocato ieri da Roberto Speranza a Repubblica, lo si può trovare in un quadrilocale di Milano, uno dei tanti della grande precarietà italiana che la sinistra non vuol più vedere. Ci vivono un rider, Angelo Avelli, 38 anni, e i suoi tre coinquilini: un autista Ncc di 60 anni, divorziato; una donna di 50 anni che vive col reddito di cittadinanza; un cameriere di 27 anni.

“Andrete a votare? Nessuno di noi ha la residenza qui, e poi quel giorno si lavora, suppongo proprio di no. La campagna elettorale non è un tema”. Pagano 500 euro a testa, per una stanza. Com’è la convivenza? “Un po come in quel film E morì con un felafel in mano. Ce la caviamo, ognuno di noi hai suoi problemi. Ci vediamo pochissimo, perché fatichiamo come pazzi, io devo farne due per volta di lavori, cameriere, commesso, fattorino, per portare a casa poco più di mille euro. Sono di sinistra, ma questa sinistra non mi rappresenta. Il Pd lo sento lontano, un partito burocratico”.

Avelli viene dalla Bergamasca. È un attivista del sindacato metropolitano dei rider. Parla con quella che una volta si sarebbe detta coscienza di classe. “I rider stranieri voterebbero per Aboubakar Soumahoro; quelli italiani per chi gli fa avere delle tutele, finalmente. Nessuno ci è riuscito, anche se quelli che si sono battuti di più sono stati i Cinquestelle”.

È domenica pomeriggio e Avelli sta lavorando. Cosa chiede alla politica? “Il salario minimo, il potenziamento del reddito di cittadinanza, che è un modo per contenere il lavoro povero. Vuole un esempio di cos’è il lavoro povero? Ti assumono in un ristorante per quindici ore alla settimana, e in realtà ne fai cinquanta-sessanta. Le ore eccedenti sono in nero. Funziona così anche nei ristoranti in centro. Zero ferie pagate, niente tredicesime. Caporalato.  Ecco perché molti preferiscono tenersi un sussidio. La campagna elettorale non tocca quasi mai il reale”.

La sinistra senza popolo. Neanche questa volta il Pd dà l’impressione di avere la presa della questione sociale. Il Sud, desideroso di protezione, si aggrappa a Giuseppe Conte. Le periferie, gli operai, voteranno per Giorgia Meloni. Eppure questa era un’occasione d’oro.

“Vedo che tanti di sinistra, incerti sul voto, dicono che alla fine forse si orienteranno sul M5S”, rivela Roberta Turi, romana, da sei anni segretaria generale della Fiom a Milano. “L’astensionismo crescerà. Nelle fabbriche la campagna elettorale è assente dalle discussioni. Ogni tanto viene qualcuno e ci chiede per chi votare”. Turi racconta di un incontro sul lavoro organizzato dalla Fiom di Torino, con alcuni esponenti del centrosinistra, Conte, Provenzano, Fratoianni. Beh, c’erano soprattutto persone avanti con l’età.

Nemmeno il Pd parla più al sindacato”. E gli iscritti non votano per i rossoverdi. “Molti dicono che quel voto in realtà andrà al Pd, e quindi si astengono, o scelgono l’M5S. C’è una disaffezione enorme. Il partito, ma anche il sindacato, non sono più visti come soggetti in grado di cambiare le loro vite. Ci sono operai, nelle fabbriche, o nelle fonderie, che non ce la fanno ad arrivare a 67 anni, ma di loro parla solo Salvini. Il Pd ora vuol cambiare il Jobs act, “ma se l’hanno fatto loro”, dicono in tanti”.

Ieri Enrico Letta è andato in Puglia. Taranto, Ruvo di Puglia, Foggia. Ha presentato “La carta di Taranto”, un manifesto per il Sud, con De Luca ed Emiliano: “Né assistenzialismo, né ribellismo, ma sincerità e buon governo, solo se cresce il Sud cresce l’Italia”.

La battaglia per convincere il 42 per cento degli indecisi si gioca in buona parte nel Mezzogiorno. Letta, in un’intervista al Manifesto, il 4 settembre ha detto che il Pd ha imparato la lezione, dopo che il politologo Carlo Galli aveva detto che il suo partito non risultava credibile rispetto alla domanda di protezione sociale. Linda Laura Sabbadini sabato su Repubblica ha ricordato che in dieci anni i poveri assoluti sono raddoppiati.

“Il Pd dice di voler conquistare gli astensionisti, ma non spiega come. Berlusconi, nel 2006, recuperò quattro punti proprio nell’ultima settimana, dicendo tra l’altro che avrebbe abolito l’Ici”, fa notare Lorenzo Pregliasco, il direttore di You Trend. “Poi paga anche il fatto che è stato al governo in dieci degli ultimi undici anni senza aver mai vinto le politiche:  è la conferma, per scettici e disillusi, che il loro voto conta poco. Difficile rimobilitarli, ma non impossibile”.

Sul palco di Ruvo di Puglia ieri Enrico Letta ha cantato Bella ciao. Angelo Avelli, come ogni sera, ha consegnato i pasti nelle case dei milanesi. Torneranno mai a incontrarsi questi mondi?

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