Chi farà La finanziaria? E superbonus e R.diC. saranno toccati?

Francesco Verderami Corriere della Sera 27 settembre 2022
Finanziaria, triangolo tra Meloni, Draghi e il Quirinale
FdI auspica «un impianto su cui lavorare per redigere» la legge di Bilancio 2022, ma Palazzo Chigi fa sapere che non ci sono bozze «al momento». I paletti dei pochi fondi da impegnare e le scadenze da rispettare

 

La transizione sarà una triangolazione, perché nel passaggio di consegne tra il governo Draghi e il futuro governo Meloni avrà un ruolo anche il Quirinale. E c’è un motivo: per la prima volta nella storia repubblicana la staffetta a Palazzo Chigi avverrà nel pieno della sessione di bilancio, peraltro nel bel mezzo di una situazione economico-finanziaria molto negativa, che preannuncia una stagnazione al limite della recessione. Per quanto al Colle abbiano intenzione di accelerare i tempi per le consultazioni e l’assegnazione dell’incarico, non sarà possibile varare la prossima legge di Stabilità entro il termine del 20 ottobre, visto che la prima seduta del nuovo Parlamento avverrà solo il 13 ottobre. E per avere un esecutivo nella pienezza della sue funzioni bisognerà attendere l’elezione dei presidenti delle Camere, la formazione del nuovo gabinetto, la fiducia di deputati e senatori.

All’indomani del voto, Draghi e Meloni non si sono parlati. Finora la leader di FdI ha curato direttamente le relazioni con il presidente del Consiglio, ma adesso dovrà allestire un «transition team» per gestire in prospettiva la consegna dei dossier. Tutto avviene con una rapidità che la contingenza interna e internazionale impongono. Già in questa fase infatti — secondo fonti autorevoli — Meloni verrà informalmente avvisata su un tema molto delicato: è stato approntato il quinto decreto per la fornitura di armi all’Ucraina e prima di vararlo il governo ha deciso di consultarla.
Sull’assistenza a Kiev non ci sono problemi. Semmai il banco di prova per la premier in pectore sarà la Finanziaria, su cui — spiega il capogruppo di FdI Lollobrigida — «dovremo avere un confronto attento» con il gabinetto uscente. Per il gabinetto entrante sarà come scalare l’Everest senza bombole d’ossigeno. Palazzo Chigi ha fatto sapere che presenterà in settimana il Nadef. E qualcosa sul contenuto della Nota di aggiornamento del documento economico-finanziario deve già sapere Meloni, se è vero che ieri i dirigenti del suo partito dicevano che «Giorgia la sta approfondendo». La Nota si limiterà a una «pura fotografia» della situazione di finanza pubblica, lasciando al nuovo governo il compito di programmare le spese.
Ma il nodo è la legge di Stabilità: FdI auspica che «ci sia un impianto su cui lavorare per redigere la Finanziaria», mentre fonti dell’attuale gabinetto avvisano che «non esistono bozze, al momento». Appunto, «al momento». E quando sarà il «momento» — nella fase di passaggio — è certo che Mattarella interverrà, suggerendo una soluzione su un tema istituzionale di prima grandezza. Draghi si rimetterà alle scelte del capo dello Stato. Spetterà però a Meloni scrivere la legge di Stabilità, consapevole delle avvertenze già trasmesse. La situazione che le è stata prospettata è chiara: con il dato della crescita molto basso, ci saranno pochi soldi da impegnare e scadenze da fronteggiare.
Lunedì, per esempio, Berlusconi ha detto che «gli italiani si aspettano subito risposte sul caro-bollette, da affrontare con provvedimenti eccezionali». E sul fronte energetico il nuovo governo dovrà decidere come garantire l’anno prossimo la proroga dei bonus varati da Draghi. Come non bastasse, ci sarà da capire se e come intervenire sulle pensioni. Un vero e proprio rompicapo, da far «tremare le vene ai polsi». Perciò Meloni era contraria a un nuovo scostamento di bilancio prima del voto. Ora non lo esclude, sebbene lo consideri «l’ultima istanza».

Servirà la «squadra per la transizione» alla leader di FdI, ma già adesso — attraverso contatti informali — Palazzo Chigi ha intuito che «per avere un po’ di agibilità» il prossimo esecutivo mira a intervenire sul Superbonus e sul reddito di cittadinanza. Terreno minato quest’ultimo, visto il modo in cui Conte ha avvisato che il M5S sarebbe pronto a forme di ostruzionismo in Parlamento tali da mettere a rischio l’approvazione della Finanziaria entro fine anno: «C’è anche la prospettiva dell’esercizio provvisorio…». È il preavviso di un autunno caldo, nel Palazzo e anche nelle piazze. Ma per allora Draghi avrà già passato il testimone a Meloni.

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