L’8 ottobre la piazza la prende la Cgil di Landini

Salvatore Cannavò il Fatto Quotidiano 30 settembre 2022
 
Manifestazione l’8 ottobre
I dem piangono sulla sconfitta E Landini lancia l’Agenda Cgil
 
Quella che può sembrare una “mossa” politica, la Cgil l’aveva impostata mesi fa, quando aveva annunciato la sua manifestazione nazionale per 1’8 ottobre, senza sapere ancora chi avrebbe vinto le elezioni.

 

Ora Maurizio Landini compie un altro passaggio, per cercare di affermare nel campo politico e sociale “l’agenda Cgil”. “Nessuna pregiudiziale” sul nuovo governo, dice infatti il leader sindacale, intervenendo all’Assemblea romana di preparazione della manifestazione nazionale, le persone vanno misurate non per quel che hanno fatto, ma per quel che faranno”.

Anni fa, la Cgil forse non si sarebbe comportata così di fronte al primo governo diretto da un partito postfascista. Ma non è un’apertura di credito, Landini lo ribadisce elencando i punti che stanno a cuore al suo sindacato. Che sono tanti, tutti ben distanti dall’agenda Meloni. LA MANIFESTAZIONE dell’8 ottobre, che si terrà in piazza del Popolo, si basainfatti su 10 punti tra i quali si trovano il salario minimo, il tetto alle bollette, l’aumento di salari e pensioni, il no alla Flat fax, il superamento del Jobs Act, la riduzione dei tempi di lavoro, il rispetto dei contratti nel sistema degli appalti e dei subappalti e anche la difesa di una misura universale di contrasto alla povertà come il reddito di cittadinanza.

Difficile che un simile programma possa trovare punti di contatto con le priorità del futuro governo, ma l’approccio di Landini sgombra il campò dal confronto ideologico e lascia aperto il campo a quello sui contenuti. Tanto più che la manifestazione nazionale è convocata nell’anniversario (in realtà è i19 ottobre) dell’assalto squadrista alla sede nazionale del principale sindacato italiano.

E questo approccio pragmatico odi contenuto irrita anche la piccola opposizione interna della Cgil che con Eliana Como che non condivide l’opposizione “sul merito, perché il merito di questi signori lo conosciamo già”. Ma il posizionamento della Cgil è mirato ad aprire il tavolo con il governo disinnescando possibili pretesti sul sindacato schierato preventivamente. Si vedrà che tip o di risposta darà Meloni (FdI ha preferito non commentare con il Fatto le dichiarazioni di Landini) che ieri comunque ha fatto appello a una ampia “unità” per affrontare la crisi energetica.

La Cgil per il momento colma, sia pure parzialmente, anche il vuoto a sinistra dove si piange sulla sconfitta. La manifestazione dell’8 ottobre sarà un’occasione per chi vorrà far sentire una voce critica e dare anche un segnale nel dibattito a sinistra. Non a caso Landini è tornato ad augurarsi che si ricomponga una “rappresentanza politica del lavoro”. Senza che questo faccia ripartire il dibattito di una leadership politica, la Cgil al momento è impegnata sulla propria agenda.

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