Lazio e Lombardia, M5S e Pd alla prova  di un dialogo ravvicinato

 Luca De Carolis  il Fatto Quotidiano 2  ottobre 2022
 
Conte, obiettivo “sorpasso” per guidare il centrosinistra
 
La rimonta a cui in agosto forse credeva solo lui c’è stata. Ma adesso il   neo-deputato  Giuseppe Conte, l’ex premier che questa estate si è preso davvero il M5S, deve definire gli obiettivi a medio e lungo termine.

 

E il primo è scavalcare nei sondaggi il Pd, il partito con cui è già tornato riservatamente a parlare, ma a cui vuole togliere centralità e consensi, anche approfittando della confusione da congresso nel campo dem. Perché la meta per Conte è quella, diventare il leader del centrosinistra. che verrà- o dovrebbe venire – ed esserne il prossimo candidato alla presidenza del Consiglio. Vaste programme, certo. “Però Giuseppe ora vuole andare dritto, crescere ancora nei sondaggi” sussurra un contiano doc. Anche perché, continua la fonte di peso, “nel Pd ogni tre giorni spunta un nuovo candidato alla segreteria…”.

E IL SOTTOTESTO evidente è che, con i dem così frammentati, c’è altro spazio da guadagnare a sinistra. In quest’ottica, suona particolarmente puntuale l’appello di 20 intellettuali e politici rilanciato pochi giorni  fa dal Fatto, sottoscritto tra  agli altri da Rosy Bindi, Gad Lerner, Domenico De Masi e Tomaso Montanari, in cui si legge: “Chiediamo al M5S di dimostrare che l’approdo a posizioni progressiste non è meramente tattico, ma l’epilogo di un definitivo chiarimento identitario.

E di non pensare che la tenuta elettorale consegni al Movimento il monopolio del campo progressista”. Un punto centrale nei rapporti tra ex giallorosa. Anche se l’avvocato dopo la rottura estiva ha ripreso a parlare con i dem. Non con quell’Enrico Letta con cui la rottura è definitiva, questo no. Ma con i democratici più a sinistra il dialogo è ripartito.

Per esempio con Andrea Orlando, vecchio fautore del legame con i 5Stelle, verso il quale Conte ha sempre adoperato toni concilianti. Di sicuro l’avvocato discute ampiamente di Pd e prospettive future con Goffredo Bettini, interlocutore ancora abituale. E sta riallacciando i contatti anche con certi dirigenti dem, perché bisogna ragionare sulle prossime Regionali in Lombardia e soprattutto nel Lazio, ancora governato dai fu giallorosa.

Un abbozzo di programma comune per la coalizione uscente, un campo larghissimo con dentro anche i rappresentanti di Calenda e Renzi, c’è già da tempo. Ma la quadra politica da cui poi arrivare a un candidato unico è tutta da (ri)trovare. Anche se l’ex presidente della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra  un altro  dem in ottimi rapporti con Conte  resta un’opzione concreta.

PRIMA PERÒ l’avvocato e i democratici dovranno fare due chiacchiere sulle prossime nomine in Parlamento. Con il M5S che nel gioco dei pesi reciproci dovrebbe ottenere la commissione di Vigilanza sulla Rai e i posti di rito, cioè un vicepresidente in una delle due Camere e un questore.

Una partita. che ovviamente si incrocia con quella interna dei due capigruppo. In corsa per la presidenza dei senatori dei Cinque Stelle ci sono l’uscente Mariolina  Castellone, l’ex capogruppo Ettore Licheri e la riconfermata Barbara Floridia. Mentre a Montecitorio, dove rimane l’ipotesi di confermare Francesco Silvestri, sono dati in gioco il vicepresidente del Movimento Riccardo Ricciardi e l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino. Tutti nomi adatti anche per la Vigilanza, che dovrebbe spettare per prassi a un deputato. Ma papabili anche per una vicepresidenza, a cui punta pure un big come l’ancora ministro Stefano Patuanelli Conte, raccontano, se ne occuperà da qui a pochi giorni. Mentre ha già in mente la prima proposta di legge del M5S nel nuovo Parlamento, ossia norme per vietare agli eletti di poter percepire compensi di qualsiasi natura dall’estero.

E ogni riferimento a Matteo Renzi, quello del “nuovo rinascimento arabo” di Bin Salman, è puramente voluto.

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