La Stampa 3 ottobre 2022
Brasile: Lula non sfonda e va al ballottaggio con Bolsonaro
L’ex presidente si ferma al 48,4% , il leader di destra al 43,3%. I due leader si sfideranno di nuovo il 30 ottobre
«La lotta continua fino alla nostra vittoria finale». Così l’ex presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva ha commentato il risultato del primo turno delle elezioni presidenziali, che lo vedono in vantaggio con il 48,4% dei voti (oltre 57 milioni) rispetto a Jair Bolsonaro, che ha ottenuto il 43,2% delle preferenze (più di 51 milioni di votanti). I due leader torneranno a sfidarsi al ballottaggio del 30 ottobre, ma Lula, che è stato presidente del Brasile dal 2003 al 2010, incontrando la stampa in un hotel del centro di San Paolo ha detto che «vinceremo queste elezioni, si tratta solo di un tempo supplementare».
Nel 2018 Lula era stato escluso dalle elezioni con l’accusa di corruzione. Convinto di vincere al ballottaggio anche Bolsonaro, che dice di avere «fiducia totale nell’esito del secondo turno.
«Non ho mai vinto una elezione al primo turno – ribadisce Lula – il ballottaggio è una opportunità di maturare le proposte». Poi, ricorda che quattro anni fa era detenuto, «estromesso a forza dalla politica e dissi che saremmo tornati». Ammette che avrebbe preferito vincere subito, «avrei fatto una breve luna di miele, tre giorni, con la mia Janja» (la sociologa sposata ad aprile, ndr). E invece «dovrò aspettare a fine mese. Il 27 compio gli anni, speriamo che il popolo mi regali la grande vittoria, come nel 2002».
Mentre il presidente uscente Bolsonaro ha dichiarato che «approfitterà del secondo round per dimostrare la bontà della politica del governo federale di fronte alla pandemia, citando dati economici». Quindi ha affermato di aver superato quelle che ha definito le «menzogne» degli istituti di ricerca, citando Datafolha.
Oltre 156 milioni di elettori erano chiamati a scegliere il nuovo presidente e il suo vice, i 513 deputati, un terzo dei senatori, i governatori e i deputati dei 27 stati federati. Si sono formate code lunghissime fuori dai seggi. Motivo per il quale le urne sono state chiuse dopo l’orario previsto, alle 17 (le 22 in Italia). Poi è iniziata la conta dei voti partendo dalle regioni del sud, più vicine a Bolsonaro, che fin dall’inizio della campagna ha contestato il sistema elettorale elettronico. Il presidente ha imposto che le forze armate supervisionassero il voto in un campione di seggi. Non era mai accaduto prima.