Si uccidono le donne perché vogliono essere libere di scegliere o no un uomo

Cristina Comencini La Repubblica 8 ottobre 2022
L’egemonia delle donne
Il movimento femminista, sotto traccia per anni in Iran, è esploso. E la protesta va sostenuta

 

In Iran è in atto una vera e propria rivoluzione, la prima rivoluzione delle donne. Le iraniane sono il soggetto politico che la guida e trascina gli uomini. Il movimento femminista, presente sotto traccia nel Paese in tutti questi anni, è esploso. Non è detto che vinca, la forza del regime può annientarla o invece può riuscire ad allargare le maglie della libertà. Ma da ora in poi nella Storia, comunque vada a finire, esiste questa eventualità: le donne egemoni portano avanti con la loro azione collettiva e travolgente l’intera società.

È una consapevolezza importante anche per i nostri Paesi democratici e liberi. Una consapevolezza che spesso ci sfugge. Non basta che alcune donne arrivino ai vertici, anche se è importante, non basta avere parità di diritti, anche se è necessario e giusto. Il cinquanta per cento dell’umanità sta guidando una rivoluzione molto più vasta, a volte sotto traccia, a volte sotto gli occhi di tutti.

Questa rivoluzione costruisce una nuova società in cui il corpo delle donne, di cui il regime iraniano non a caso ha così tanta paura, è libero. Libero di non aderire al posto che gli uomini gli hanno assegnato nel desiderio, nell’amore, nella procreazione, nel lavoro. Libero di dispiegarsi con tutta la sua forza, libero di svelarsi non ricoperto da nessun velo fisico e ideologico.

Non è un cambiamento da poco, comporta un mutamento profondo: non è un po’ di posto nella società che chiedono le donne, ma di portare a tutti la loro singolare differenza, la ricchezza dei loro pensieri, della loro cultura di cui il nostro corpo è parte fondamentale perché da lì parte la segregazione e da lì inizia una vera liberazione.

Ci si interroga sul perché ancora oggi in Paesi come l’Iran i capelli delle donne siano una cosa indecente, da coprire. La risposta più frequente è questa: per gli uomini sono un forte richiamo sessuale. Potremmo rispondere con tutta la rabbia che questa frase suscita, ma non ci credo assolutamente. Somiglia all’argomento del delitto passionale con cui prima si nominava il femminicidio. I capelli, il modo in cui le donne li pettinano, corti, lunghi, ricci, lisci, bruni, biondi, tinti, sono una delle caratteristiche della femminilità e del dispiegarsi della sua libertà.

Si uccidono le donne perché vogliono essere libere di scegliere o non scegliere un uomo, si ordina alle donne di coprire i capelli perché non siano libere di essere e di vivere come vogliono.
Il corpo siamo noi e la nostra libertà e la nostra differenza inizia lì, e va portata tutta intera nel mondo. Questo cambiamento è rivoluzionario anche per le nostre società e significa che quello che siamo e siamo state può essere valore per tutti, e può abitare il pianeta interamente, essere al centro dell’umano composto ora da due pari e differenti. Le città, i luoghi di lavoro, la maternità, la cura, vanno ripensate. Il rapporto tra individuo e collettività, così come il rapporto tra produzione e procreazione.

La rivoluzione delle donne porta con sé la Storia grande di quelle che ci hanno preceduto, che hanno lavorato nell’ombra, costruito le fondamenta delle società senza avere nulla in cambio. Le ragazze iraniane, le studentesse dei licei che gettano via il lutto dei loro veli, sono all’avanguardia e indicano al mondo non solo la strada per raggiungere la loro libertà ma anche la nostra. Per ogni ragazza a cui hanno sparato ci sarà un’altra che raccoglie il testimone perché non ci sono frontiere nella nostra rivoluzione né armi ma è inesorabile.

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