Ma non doveva essere un governo d’alto profilo? Si salvano  la Meloni e Nordio

Piero Sansonetti il Riformista 22 ottobre 2022
 
 Ma non doveva essere un governo d’alto profilo?
 
Ci sono due cose buone in questa lista di ministri che comporranno il nuovo governo. La prima è il fatto che il primo ministro, per la prima volta nella storia d’Italia, è donna. E questa è una novità sconvolgente e che può avere un peso formidabile nella battaglia contro il maschilismo. Cioè contro l’inciviltà.

 

La seconda cosa buona è il nome del ministro della Giustizia. Carlo Nordio è un personaggio fuori dagli schemi, con una grande preparazione nel campo del diritto e con idee garantiste e liberali fortissime e che non possono essere messe in discussione. Se manterrà le promesse sarà certamente il migliore ministro della giustizia della storia d’Italia e forse riuscirà ad imporre al Parlamento riforme vere, che intacchino lo strapotere della magistratura, che limitino le sopraffazioni, che ristabiliscano l’equilibrio tra i poteri e soprattutto la parità – che oggi è lontana anni luce – tra difesa e accusa, che poi è il punto essenziale del diritto e della civiltà.

Punto. Nel senso che le note liete finiscono qui. Due sole. Su 25. Per il resto le promesse sono tutte disattese. Ci avevano detto che Giorgia Meloni non intendeva trattare con gli alleati perché era decisa a formare un governo di alto profilo e non condizionato dai veti. Beh, scorrete un po’ la lista e ditemi dove lo vedete l’alto profilo?

Vogliamo fare solo un esempio? Vittorio Sgarbi si era offerto per fare il ministro della cultura.

Avremmo avuto almeno un ministro – uno solo, forse, ma meglio di niente – noto e apprezzato in tutto il mondo. E invece si è deciso che per non accettare veti – non si sa di chi – si metteva alla cultura non Sgarbi ma l’ottimo Gennaro Sangiuliano. Lo conoscete? Bravo giornalista, per carità, e persona, di sicuro,  sempre ben sistemata nei meccanismi del potere. Ma siamo sicuri che sia lui la persona giusta per sedere nella poltrona di Spadolini? E la signora Marina Elvira Calderoni, anche lei sicuramente professionista inattaccabile, sta bene nel posto dove una volta sedevano Brodolini, e Donat Cattin?

Vabbé, probabilmente è solo questione di sensibilità. Mi sbaglierò io nell’intendere il significato della parola “profilo”.  O forse sopravvalutato Spadolini e Donat Cattin. Cercherò di studiare meglio.

Forse devo studiare anche altre parole: sovranità, merito, made in Italy, natalità… Tutti termini che non hanno mai fatto parte del vocabolario con il quale in genere si definiscono i nomi dei ministeri. Meloni ha deciso di cambiare nome ai ministeri, per dare subito una idea del suo piglio e delle sue tradizioni.

Che vuol dire – mi chiedo -“istruzione e merito”? Vuol dire che si vuole tornare alla vecchia scuola classista? Mi pare di si, mi sembra che questo sia molto chiaro.

Da dove nasce questa pulsione a cambiare i nomi e introdurre parole che richiamano a idee sovraniste, populiste e decisamente reazionarie?

Diciamo, senza paura di sbagliare, dalla nostalgia per l’ideologia. Quale ideologia? Beh, adesso

non lo dico sennò mi accusano di essere un vecchio e trinariciuto antifascista. Però, però…

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