Eraldo Affinati: “Non nelle classi, sarebbe una gara che esclude gli ultimi”

Corrado Zunino La Repubblica 24 ottobre 2022
Merito a scuola, Eraldo Affinati: “Non nelle classi, sarebbe una gara che esclude gli ultimi”
Lo scrittore e fondatore della Penny Wirton parla del nuovo titolo del ministero dell’Istruzione: “Tutti vorrebbero il massimo dagli alunni, ma bisogna calcolare la stazione di partenza”

 

Professor Eraldo Affinati, il ministro Giuseppe Valditara rivendica la parola merito a fianco di istruzione, ma per ora non spiega il nuovo titolo del ministero che guiderà.

“In attesa di spiegazioni della fonte, proviamo a immaginare che la parola sia riferita agli studenti. Tutti i docenti vorrebbero ottenere il massimo dai propri alunni, ma sappiamo che per farlo bisogna calcolare la stazione di partenza di ognuno”.

Il voto a Pierino e a Gianni, i due scolari evocati da Don Lorenzo Milani in Lettera a una professoressa.

“Sì, il primo era avvantaggiato dal fatto di appartenere a una famiglia istruita e benestante, l’altro non aveva mai letto un libro in vita sua. I due ragazzi vanno davanti alla maestra, recitano la stessa lezione e lei assegna la sufficienza a entrambi, facendo le parti uguali fra diseguali. Avrebbe dovuto dare sei a Pierino e otto a Gianni premiando il movimento registrato da ognuno prima ancora del traguardo raggiunto. Se ancora oggi applicassimo questo criterio, non solo pedagogico, anche di buon senso, rovesceremmo come un calzino l’impianto dell’istruzione italiana”.

In questo caso l’affermazione classica della destra culturale è: a scuola bisogna crescere futuri buoni lavoratori.

“Questo si farò all’università, che è un’altra cosa. Il medico che sbaglia la diagnosi fa morire il paziente. L’ingegnere che non fa bene i calcoli provoca il crollo di Ponte Morandi. Ma a scuola ci riferiamo ai più piccoli, ai meno avvantaggiati. Che non si chiamano più Pierino e Gianni, ma Ibrahim e Mohamed, Irina e Fatima, ancora lì ad annaspare nella retrovia polverosa insieme a Romoletto, un altro figlio della borgata romana”.

Quindi?

“L’articolo 34 della Costituzione italiana è molto chiaro: ‘La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”.

Perché, secondo lei, il ministro Valditara e prima di lui la premier Giorgia Meloni hanno enfatizzato la parola merito ponendola accanto alla parola Istruzione?

“Oggi potrei pensare che vogliano riproporre l’idea di una scuola che deve scegliere i migliori attraverso prove selettive. Fosse così, cosa faremmo con quelli che non raggiungeranno gli obiettivi prefissati? Li spazzeremo via come foglie cadute dall’albero in un Paese che ha i più alti indici di dispersione scolastica con punte del trenta per cento negli istituti professionali del Meridione? Se così fosse, la scuola diventerebbe l’ospedale che vuole curare i sani e non i malati, per riprendere ancora la famosa espressione del priore di Barbiana”.

Qual è, quale deve continuare a essere, allora, l’obiettivo della scuola italiana?

“Formare alla vita. Consegnare il testimone. Scoprire il futuro degli adolescenti che abbiamo di fronte, spesso a loro stessi ignoto. Se accostiamo la parola merito a quella di istruzione rischiamo di trasformare le nostre aule in campi di gara dove, dopo apposite performance chiamate interrogazioni, si stabiliscono gerarchie di valore fra chi vince e chi perde. Senza comprendere che non solo i deboli hanno bisogno dei forti, vale anche il contrario: vedere l’imperfezione incarnata dal compagno fragile può essere più formativo che gustare la solitudine del campione. Se non lo hanno recepito neppure gli adulti, come facciamo a farlo entrare nella testa dei giovani?”.

Professor Affinati, lei si fida di questo governo per la scuola. Che cosa, sinceramente, si attende?

“Vedremo dalle azioni che si realizzeranno, aspettiamo di vederli all’opera, senza preconcetti”.

La scuola italiana l’hanno governata meglio gli esecutivi di centrodestra o quelli di centrosinistra?

“Ha contato molto la macchina ministeriale, prima ancora dei timonieri, e quella ha resistito con tutti i governi”.

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