Salvini fa il suo programma con i suoi subalterni. L’ossessione del leader

Carlo Bonini La Repubblica 25 ottobre 2022
Il ricatto di Salvini
Il neo-ministro delle Infrastrutture è già troppo attivo: la premier sarà stretta tra lui e Berlusconi

 

 

Diciamo pure che non è una sorpresa. Ma sono state sufficienti meno di ventiquattr’ore per misurare in quale conto Matteo Salvini, azionista di minoranza del governo e grande sconfitto dal voto del 25 settembre, tenga il mantra “Unità, Lealtà, Responsabilità” pronunciato domenica da Giorgia Meloni nel primo consiglio dei ministri.

Per il vicepremier e ministro delle infrastrutture quei tre sostantivi, che vorrebbero indicare un metodo di governo, valgono meno di un salamelecco. E così ha pensato bene di battezzare il suo primo giorno da ministro, per giunta ancora formalmente privo della fiducia delle camere, con la frenesia sgangherata e la sgrammaticatura istituzionale che gli sono proprie. Figlie della sola postura di cui si è dimostrato capace: la conquista di spazi di visibilità politica che lo accreditino per ciò che non è. Vale a dire la locomotiva della coalizione e non, come vuole il peso specifico della performance elettorale, la sua sgonfia ruota di scorta.

Salvini ha deciso, dunque, di convocare al mattino il comandante generale della Guardia Costiera, l’ammiraglio Nicola Carlone, per discutere di flussi migratori nel Mediterraneo, di zone Sar e porti. Al pomeriggio, di presiedere un vertice di partito sui temi dell’Economia in cui catechizzare il neoministro Giorgetti su legge Fornero (“importante bloccarla”) e flat tax (“lavorare a una pace fiscale”). E, a sera, di risolvere negli studi di “Porta a porta” il tema delle deleghe sui porti. “Me ne occuperò io e non il ministero del Mare. Torneremo a far rispettare leggi e confini”. Oltre ad annunciare, per non farsi mancare nulla, che tra gli obiettivi del governo è anche la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina (“Costa più non farlo che farlo”).

Volendo ora tralasciare il merito, che per altro non fa che riproporre in modo pedissequo e ossessivo le parole d’ordine di una campagna elettorale ormai conclusa, conviene concentrarsi sul valore simbolico e sostanziale della mossa.

Dopo essersi inabissato per quasi due settimane, durante l’avvilente trattativa per la composizione dell’esecutivo, lasciando che, agli occhi del Paese, fosse Berlusconi a celebrare il rito della sottomissione alla prima premier donna, Salvini si avventa infatti da solista su una materia collegiale ancora tenera e sub iudice come quella delle future politiche migratorie e degli interventi in materia economica, previdenziale e fiscale per acquisire forza di interdizione e costituirsi, come è nella natura del soggetto, in una posizione di alter ego della presidente del Consiglio (per giunta prima ancora che prenda la parola di fronte alle camere per esporre il suo programma) e, contestualmente, di ministro dell’Interno aggiunto.

Alla mossa, lo spinge evidentemente la disperazione nell’aver visto il proprio bacino elettorale prosciugato a favore dell’alleata e oggi premier Giorgia Meloni cui non intende dare altro vantaggio. Ma, soprattutto, la consapevolezza di poter affondare come nel burro all’interno di una compagine ministeriale che ha la solidità di un castello di carte, un tasso di competenza e personalità rivedibili, e che ha due delle sue caselle chiave – il dicastero dell’Economia e quello dell’Interno – presidiate da figure che Salvini ritiene poco più che figuranti.

Il prefetto Matteo Piantedosi, già suo capo di gabinetto nell’anno della catastrofica e inconcludente presenza al Viminale, quello della illegittima chiusura dei porti, della caccia alle Ong e del sequestro di migranti (per il quale Salvini è per altro a processo). E Giancarlo Giorgetti, il gregario di partito incapace di ogni forma di vita politica autonoma. Anche solo abbozzata. Nelle parole e nei fatti (a dispetto di qualche malmostosa considerazione affidata al genere del retroscena giornalistico).

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.