Sunak dovrà fare pace con Ue e mercati dopo le macerie lasciate da Boris e Liz

Bill Emmott La Stampa 25 ottobre 2022
Sunak dovrà fare pace con Ue e mercati dopo le macerie lasciate da Boris e Liz
Abbiamo evitato il peggio, il ritorno di BoJo che ha infranto le leggi e screditato i Tory. La prima impresa: restituire credibilità e prestigio al partito dopo anni di liti e scandali

 

È un sollievo enorme. Per la prima volta in molti anni, il partito conservatore britannico al governo ha fatto una scelta ragionevole, addirittura normale, per eleggere il suo leader. La scelta di Rishi Sunak dà al Paese il suo primo premier di origini indiane e, grazie al matrimonio da lui contratto, anche il più ricco di sempre. Eppure, la sua caratteristica più determinante è che non è Boris Johnson e nemmeno Liz Truss. Ne abbiamo avuto abbastanza di tutta questa agitazione.

Il compito di Sunak non sarà semplice. Lasciate però che noi inglesi celebriamo l’aspetto positivo: abbiamo evitato il peggio, il ritorno di Boris Johnson, che sarebbe stato devastante per la nostra democrazia perché avrebbe dimostrato che infrangere la legge e ignorare i codici etici non importava più a nessuno.

Il ritorno di Johnson, oltretutto, sarebbe stato assurdo per il suo stesso partito: sono trascorse appena 16 settimane da quando è stato costretto a rassegnare le dimissioni dopo che 60 Tory del suo governo hanno lasciato le cariche nel giro di 24 ore. Non sarebbe stato credibile supporre che, in così poco tempo, Johnson sarebbe tornato gradito proprio a quegli stessi parlamentari, per non parlare dell’opinione pubblica.

Sunak, al contrario, è una persona stimabile e, per gli standard politici, rispettabile. Per di più, la maturità della società britannica è dimostrata dal fatto che l’etnia di Sunak – i suoi genitori emigrarono in Gran Bretagna dall’Africa orientale all’inizio degli anni Sessanta, e lui pratica la religione indù – non ha alcuna importanza sul piano politico. Nei recenti governi conservatori si sono avvicendati numerosi figli e figlie di genitori originari di Africa e Asia meridionale. Alcuni hanno avuto successo, altri no, ma in ogni caso la loro origine etnica ha contato molto poco ai fini delle carriere politiche.

Più importante, nel caso di Sunak, è il fatto di essere assai ricco. La moglie indiana Akshata è figlia di Narayana Murthy, uno dei cofondatori della società indiana di servizi digitali Infosys, e il patrimonio netto che lei ha ereditato corrisponde in pratica alla maggior parte del capitale societario. Sunak, peraltro, era già benestante di suo, avendo lavorato per Goldman Sachs e per un fondo di investimenti, ma di sicuro il matrimonio lo ha innalzato nella stratosfera finanziaria. Questo lo esporrà alla critica di non conoscere realmente la vita delle persone comuni.

Nondimeno, il problema di fondo più grande di Sunak sta in quel che ha ereditato dai predecessori, più che dal suocero. Il caos e la disinvolta trasgressione delle leggi con cui Johnson ha infangato i conservatori, per antonomasia partito della legalità e dell’ordine, mentre la sconsiderata pessima gestione della politica fiscale di Liz Truss ha messo una pietra tombale sull’idea che i Tory siano amministratori affidabili dell’economia.

Riconquistare ciascuna di queste due immagini sarà una battaglia tutta in salita. Possiamo affermare soltanto una cosa con sicurezza: sotto il Primo ministro Sunak, la Gran Bretagna rimarrà una forte sostenitrice dell’Ucraina nei suoi tentativi di estromettere i soldati russi dal suo territorio. Questa posizione in politica estera è condivisa sia dai principali partiti politici sia da tutte le fazioni interne ai conservatori.

Di gran lunga meno chiaro è come il governo Sunak gestirà le relazioni con l’Unione europea, in particolare la delicata questione dello status della provincia del Regno Unito in Irlanda del Nord. Sia Johnson sia Truss hanno usato la minaccia di voler rinnegare il nostro trattato di uscita dall’Ue per l’Irlanda del Nord come un mezzo per mantenere il sostegno ai Tory antieuropeisti di destra. Si crede che Sunak sia favorevole a un approccio più diplomatico, ma anche lui avrà bisogno del sostegno dell’ala più a destra del partito.

La sua prima impresa, tuttavia, consisterà nel persuadere i mercati finanziari che non occorre una «maggiorazione britannica» sui nostri oneri finanziari, maggiorazione che si è presentata grazie alla sconsideratezza di Truss. Per avere successo su questo punto, le politiche finanziarie pubbliche dovranno essere dolorosamente austere e questo, di sicuro, non renderà semplice per Sunak ridurre il vantaggio di 50 punti percentuali e più che al momento il partito laburista detiene nei sondaggi di opinione.

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