I pagamenti cash scendono sotto il 50% ma l’Italia è fanalino di coda in Europa

Rosaria Amato La Repubblica 27 ottobre 2022
I pagamenti cash scendono sotto il 50% ma l’Italia è fanalino di coda in Europa
Secondo gli ultimi rilevamenti solo in Romania e Bulgaria ci sono meno transazioni pro capite all’anno

 

I pagamenti in contanti in Italia sono scesi ormai sotto il 50%, secondo le rilevazioni del Politecnico di Milano, e le transazioni digitali continuano ad aumentare, grazie alla diffusione del contactless, agli sforzi degli ultimi governi e alla pandemia, che ha scoraggiato l’uso di banconote e monete per motivi igienici. Nel 2022, dai dati dell’Osservatorio di SumUp, società che gestisce Pos e pagamenti digitali, le transazioni elettroniche per esercente sono aumentate del 17% rispetto al 2021 e del 128% sul 2019, e cresce anche il valore dei pagamenti.

Eppure, nonostante i consistenti passi in avanti, rispetto agli altri Paesi Ue rimaniamo comunque fanalino di coda: secondo l’ultimo Rapporto Cashless 2022 di The European House – Ambrosetti l’Italia rimane terzultima in Europa per numero di transazioni pro capite. Il dato si ferma a 61,5, addirittura diminuito rispetto all’anno precedente (61,7): solo Romania (53) e Bulgaria (31) fanno peggio.

E dunque alzare il tetto del contante a 10 mila euro, come propone la Lega, potrebbe farci fare dei passi indietro vista la costante diffidenza italiana verso i pagamenti elettronici (soprattutto dai meno giovani vengono percepiti come poco sicuri) e la contrarietà degli esercenti, gravati da commissioni bancarie giudicate eccessive. Tanto che le due principali organizzazioni dei commercianti, Confcommercio e Confesercenti, si dichiarano favorevoli all’iniziativa del governo. Confcommercio sottolinea anzi come «il forte incremento della diffusione della moneta elettronica registrato negli ultimi anni, non può infatti prescindere dal legittimo uso del contante». Confesercenti afferma che «tutte le misure utili a facilitare consumi e spesa, in questa fase, sono benvenute», riconoscendo però che «in un mondo che va sempre di più verso la digitalizzazione, tra le priorità c’è anche la riduzione dei costi della moneta elettronica: il taglio delle commissioni, più volte promesso, non è mai arrivato».

Su questo tema le banche non si pronunciano. In via non ufficiale però diversi istituti sono disposti a riconoscere che l’inflazione e il calo dei consumi hanno messo a dura prova gli esercenti, e che gli accordi andrebbero rivisti. Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, in più occasioni ha riconosciuto che un tetto al contante solo italiano penalizza i nostri operatori: sarebbe più equo stabilirlo a livello Ue. Ieri il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, ha affermato però che per il momento «non è ancora stato raggiunto un accordo» su un tetto al contante, e «quindi gli Stati membri sono liberi di decidere da sè», anche se la Ue preferirebbe un tetto basso

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