L’incontro tra Scholz e Macron: la distanza non consente dichiarazioni

Stefano Montefiori Corriere della Sera 27 ottobre 2022
L’incontro tra Scholz e Macron: gelo nonostante i sorrisi all’Eliseo.
Dopo l’incontro «costruttivo» niente conferenza stampa né dichiarazione congiunta finale.
L’incontro dell’accordo ritrovato era cominciato con un disaccordo: sì alla conferenza stampa finale secondo i tedeschi, niente conferenza stampa secondo i francesi.

 

E siccome il vertice Macron-Scholz era a Parigi si è fatto come voleva l’Eliseo: al termine di un pranzo di lavoro e un colloquio durato in totale tre ore e 20 minuti i leader dei due Paesi non si sono sottoposti alle domande dei giornalisti, come invece succede di solito in queste occasioni.

Un modo per evitare eventuali fastidiose insistenze; per non dovere ripetere dal vivo, a viso aperto, le formule un po’ prefabbricate affidate ai comunicati ufficiali; e anche, almeno da parte francese, per rimarcare che i problemi in effetti ci sono stati e la relazione tra i due grandi Paesi non è ancora tornata al suo meglio.
Oltre alla conferenza stampa, è mancata anche una dichiarazione congiunta. Comunque, secondo l’Eliseo l’incontro è stato «molto costruttivo» e ha permesso di evocare «la relazione franco-tedesca in uno spirito di lavoro molto stretto a medio-lungo termine» (sul breve termine è quindi lecito nutrire qualche dubbio). Berlino definisce il colloquio «amichevole e costruttivo» annunciando che le prossime settimane vedranno «un’ottima e intensa cooperazione» del «motore» franco-tedesco, che i francesi invece chiamano più romanticamente «coppia». Ma «la verità è che si tratta di un matrimonio di convenienza», dice una fonte diplomatica francese.

L’annuncio più concreto, se così si può dire, riguarda la prossima nascita di «gruppi di lavoro» su energia, difesa e innovazione in modo da «collaborare in vista delle prossime tappe». Ma il fatto stesso che si debba ripartire dal basso, dai gruppi di lavoro, indica che sui singoli problemi — prezzi dell’energia, aiuti a imprese e famiglie, difesa — le posizioni sono distanti.

C’è stato un tempo in cui i governi di Francia e Germania erano così vicini da tenere consigli dei ministri congiunti: proprio ieri avrebbe dovuto svolgersene uno a Fontainebleau, ma è stato annullato ufficialmente per problemi di agenda di alcuni esponenti tedeschi, tra i quali la ministra degli Esteri, Annalena Baerbock. È così che la scorsa settimana a Bruxelles Macron aveva fatto arrivare il dissidio in superficie: «Io penso che l’isolamento della Germania non sia un bene né per la Germania stessa né per l’Europa».

E ieri, al di là di dichiarazioni di intenti piuttosto rituali, né Macron né Scholz hanno indicato come intendono trovare una risposta unica alle questioni che li dividono: la Francia è favorevole al tetto sul prezzo del gas sostenuto dall’Italia, mentre la Germania è contraria; Parigi ripete che bisogna reagire alla crisi economica e all’inflazione con solidarietà europea, su scala continentale, mentre Berlino senza avvisare nessuno ha lanciato un piano nazionale da 300 miliardi per aiutare le famiglie e le imprese tedesche; mentre Macron dedica da mesi molte energie a costruire almeno un embrione di una difesa comune europea, Scholz preferisce comprare i caccia F35 americani e coinvolgere Usa e Israele nella costruzione di uno scudo anti-missile per proteggersi dalle minacce russe.

Quanto agli sforzi diplomatici per fermare l’aggressione russa e arrivare alla pace in Ucraina, Macron ha fatto da solo chiedendo al Papa di provare a coinvolgere insieme il patriarca ortodosso Kirill, il presidente russo Putin e quello americano Biden.

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