Ignazio Marino torna di nuovo da Marte. Per il Lazio manca solo lui

La Repubblica 30 ottobre 2022
L’ex sindaco Ignazio Marino: “Dirigenti Pd in rianimazione, destinati a scomparire. A Conte i miei complimenti”
L’ultima indiscrezione sul Lazio vuole l’ex premier pronto a candidarlo alle Regionali con il M5S: “Non mi sorprende. Il mio nome viene fatto a ogni scadenza elettorale dopo l’accoltellamento in Campidoglio”

 

Il suo nome è spuntato all’improvviso, senza preavviso. Smentite di rito. Ma tra i vertici del M5S in fondo, se il quadro non si dovesse ricomporre e alle Regionali di inizio 2023 non dovesse esserci spazio per riproporre la formula del campo largo, l’idea circola. Eccome. La tentazione dello sgambetto, specie dopo gli scambi di fuoco tra il segretario Enrico Letta e il leader grillino Giuseppe Conte, nel Lazio prende le fattezze dell’ex sindaco Ignazio Marino.

Professore, l’ultima indiscrezione sul Lazio vuole Conte pronto a candidarla per le Regionali con il M5S. Accetterebbe?

“Mi sorprende, ma non mi trova impreparato. Il mio nome viene fatto a ogni scadenza elettorale dopo l’accoltellamento in Campidoglio. Anche se per me è una storia del passato, la sciagurata vicenda del partito che ordinò ai consiglieri di dimettersi dinanzi a un notaio è una ferita ancora aperta tra dirigenti del PD e elettori di sinistra”.

Ha mai parlato con Conte di questa possibilità?

“Non ho mai parlato con lui. Da medico avrei voluto complimentarmi per la gestione della crisi pandemica. Qui negli Stati Uniti si parlava dell’Italia come modello da seguire”.

Sappiamo quello che pensa del Pd, specie dopo le modalità che hanno portato alla fine della sua consiliatura in Campidoglio. A quale partito si sente più vicino ora? Che effetto le ha fatto il brutto risultato del Pd?

“Non è il Pd per il quale mi candidai alla segreteria nazionale. Quest’altro Pd è destinato a scomparire. Gli elettori credono in una sinistra che vuole scuola e sanità pubbliche, offrire le stesse opportunità a tutti, laicità dello Stato, diritti sociali garantiti da una tassazione progressiva e ritengono ambiente e clima due priorità epocali. Il Pd del 2022 non respira quest’aria qui, per dirla alla Bersani”.

Lei fu il primo a immaginare una giunta mista Pd-5S. Secondo lei è giusto insistere a tutti i costi sul campo largo nel Lazio con Pd, 5S, Terzo Polo e sinistra?

“Il campo largo esiste solo nella testa dei dirigenti del Pd, che invece dovrebbero fare un passo indietro perché nasca un campo progressista guidato dalla società civile”.

La narrazione che si fa tra i dem è che questa coalizione sarebbe l’unica in grado di contrastare le forze sovraniste. Basta lo spauracchio delle destre per mettere in piedi un progetto politico del genere? E, secondo lei, realisticamente quanto potrebbe reggere un’alleanza che tiene insieme i 5S con Calenda e Renzi?

“Non reggerebbe, hanno obiettivi differenti. La sola strategia dello spauracchio delle destre è fallimentare in Italia come negli Stati Uniti dove si vota tra qualche giorno e, utilizzando lo stesso copione, Biden rischia di perdere la maggioranza in parlamento. Annichilite da una pandemia, da una guerra in Europa, dal costo dell’energia e dalla recessione le persone, benché credano nei diritti civili, esigono diritti sociali. Non bastano quelli civili per renderci uguali: e lo dico io che per primo sposai le coppie gay e venni denunciato penalmente dall’allora ministro dell’Interno, di destra. Sappiamo quali siano i diritti sociali a cui tiene la Meloni ma purtroppo non conosciamo quelli di Letta e degli altri dirigenti del Pd”.

Se dovesse fare un nome per la Regione, al di fuori del suo, quale farebbe? E a capo di quale alleanza?

“Il professor Walter Ricciardi: sa gestire la sanità, un tema essenziale per le persone”.

Conosce bene Goffredo Bettini, ora dato molto vicino a Giuseppe Conte. Cosa pensa di questo incontro?

“Non saprei. Non parlo con Bettini da diversi anni”.

Non si può parlare delle Regionali senza passare per Roma. Il nodo è quello del termovalorizzatore. Come valuta il progetto dell’amministrazione Gualtieri? È a favore o contro?

“Nel 2015 varai un progetto per trasformare i rifiuti in ricchezza attraverso la vendita dei materiali, vetro, carta, plastiche e la produzione di gas da scarti alimentari. Un inceneritore oggi, quando l’Europa li spegnerà nel 2030, è un modo per buttare la palla in tribuna”.

Più in generale come valuta questo primo anno di Gualtieri in Campidoglio? E i 10 anni di Zingaretti in Regione?

“Presto per esprimersi su Roma, ma quando vengo trovo le persone arrabbiate. Per farsi invece un’idea sui 10 anni di Zingaretti basta entrare nei pronto soccorso degli ospedali pubblici del Lazio. Inoltre, quando ero sindaco fu latitante sia sulla questione rifiuti che sui trasporti, dove si teneva 400 milioni all’anno che per legge spettavano alla Capitale”.

Restando su questioni tutte capitoline, Roberto ‘Er Nascà De Santis’ si è fatto fotografare con Gualtieri, all’insaputa del sindaco, a Ostia durante la campagna elettorale. Nessuno nel Pd del litorale ha messo in guardia il primo cittadino e per un anno quelle foto sono rimaste su Facebook, fino a diventare parte di un’inchiesta dell’Antimafia.

“Il Pd non ha più contatti con il territorio. I suoi dirigenti, ormai in rianimazione, non sono più in grado di uscire dal reparto”.

 

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