Una marea di soldi su biglietti e parcheggi a San Siro

Davide Milosa il Fatto Quotidiano 1 novembre 2022
 
Inchiesta sui biglietti dell’Inter : l’ultrà Boiocchi era intercettato
 
La Procura indagava dal 2019 su possibili estorsioni

 

 

Intercettazioni ambientali esplicite su un mare di biglietti per le partite dell’Inter commerciati sotto banco e l’ipotesi “es torsiva” solo ventilata da alcuni capi ultras di ricattare la società nerazzurra e mai attuata.

Tra i protagonisti delle telefonate rilevanti c’è anche il 69enne milanese Vittorio Boiocchi, il capo della curva Nord ucciso con due colpi di pistola a collo e torace alle 19.50 di sabato scorso in via Fratelli Zanzottera nel vecchio borgo del Figino, estrema periferia di Milano, meno di un’ora prima dell’inizio della partita tra Inter e Sampdoria. A colpire, due killer arrivati e fuggiti a bordo di una grossa moto.

IL FASCICOLO della Procura di Milano sui biglietti e altri affari rilevanti è stato aperto nel 2019 dopo gli scontri tra ultras dell ’Inter e quelli del Napoli prima della partita del 26 dicembre 2018. Scontri che hanno provocato l’investimento e poi la morte dell’ultras varesino di fede nerazzurra Dede Belardinelli. A margine dell’inchiesta sulla morte s’iniziò un monitoraggio su alcuni capi della Nord, intanto per comprendere come fu possibile organizzare un agguato di oltre 100 tifosi con bastoni e machete contro i napoletani. Dopodiché sono state approfondite le dinamiche interne.

Dalle quali è emersa un’ipotesi associativa finalizzata a una serie di reati perlopiù economici. L’inchiesta però si prosciuga verso metà 2020, perché a causa della pandemia gli stadi vengono chiusi, Canito, fratello di Caniggia. L’uomo, che si trova all’interno di un bar, viene fatto sdraiare e colpito con un fucile a canne mozze. L’indagine a oggi risulta archiviata. Pochi mesi dopo, il 12 aprile, in via Cadore, pieno centro, due killer in scooter sparano cinque colpi al tifoso milanista ed ex narcotrafficante Enzo Anghinelli, che colpito alla testa finirà in coma, ma si salverà miracolosamente. Fin da subito il movente è collocato all ’interno della curva Sud rossonera, nonostante Anghinelli avesse avuto in passato plurimi interessi criminali. A oltre tre anni e mezzo dal fatto mancano killer, mandante e movente. Nell ’ottobre 2021, nel Comune di Buccinasco, storica roccaporti criminali, dunque.

Che potrebbero essere alla base dell ’agguato. Non l’unico a cavallo tra malavita e curve negli ultimi tre anni a Milano. Episodi rimasti senza colpevoli.

INIZIA tutto nel 2019. Il 15 gennaio nel quartiere di Baggio viene gambizzato Massimo facendo così mancare la fonte primaria e cioè i biglietti. Al momento il fascicolo non è ancora stato formalmente archiviato. E ora potrebbe tornare utile nell’inchiesta della Squadra mobile sull’o m i c id i o , in particolare per dare forma a un movente che al momento si perde tra i tanti interessi illeciti che hanno caratterizzato la storia criminale di Boiocchi, tornato libero nel giugno 2018 dopo 26 anni di galera scontati per diversi reati, dalla rapina a mano armata al traffico internazionale di droga con le famiglie di Cosa Nostra. Boiocchi, a fine anni Sessanta, fu tra i fondatori del gruppo “Boys San”.

Uscito di galera, e soprattutto dopo che il direttivo della curva viene azzerato perché non presente agli scontri di Santo Stefano, Boiocchi si riprende la Nord. Nel 2021, dopo un arresto per una tentata estorsione da 2 milioni di euro, viene sottoposto alla sorveglianza speciale. Nello stesso anno, a ottobre, dagli atti dell’inchiesta dell’anti  mafia “Cavalli di razza” su  gli interessi della cosca Piromalli in Lombardia emerge il suo nome legato a un incontro, avvenuto il 27 luglio 2020 in via Correggio a Milano, con due pesi massimi della malavita milanese.

Si tratta del boss calabrese Vincenzo Facchineri- che assieme a Salvatore Muià orbita tra Baggio e le aree vicine allo stadio – e di Antonio Canito detto “Caniggia”, ras anche lui a Baggio legato ai pugliesi Magrini già vicini a esponenti della Sacra Corona Unita e a membri influenti dei clan serbi. Rapforte della ‘ndrangheta di Platì, altri due killer su un grosso scooter, di mattina e lungo una strada a quell’ora trafficata, colpiscono il narcos Paolo Salvaggio detto “Dum dum”. Già a terra, viene finito con un colpo di grazia. Salvaggio nulla aveva a che fare con il tifo organizzato, ma certamente era partecipe di quel milieu m a l av i t o s o di cui, per anni, ha fatto parte Vittorio Boiocchi, anche lui colpito da due killer arrivati a bordo di una moto. Il che, escludendo siano sempre gli stessi per Anghinelli, Salvaggio e Boiocchi, rende esplicita, nei fatti, la presenza su Milano di almeno tre gruppi di fuoco in grado di colpire e dileguarsi come fantasmi.

Ora Boiocchi, uscito di galera e ripreso con metodi spicci il controllo della Nord, si era rimesso a tessere vecchi e nuovi legami criminali. Tenendo una mano ben ferma sugli interessi che ruotano attorno allo stadio. Evidentemente gli affari dei biglietti, che già in passato anche verso la sponda rossonera si sono rivelati un’ottima fonte di guadagno, è torta ambita da molti gruppi del crimine organizzato. Così come i parcheggi attorno allo stadio dai quali, intercettato in altra inchiesta, coordinata dall’aggiunto Laura Pedio, Vittorio Boiocchi diceva di ricavarci 80 mila euro al mese. Tanti soldi, dunque. Anche se poi il capo della Nord è stato ucciso sotto un palazzo modesto, in un borgo isolato e dimenticato della città. Un agguato senza dubbio, come fu quello che il 7 agosto 2019 a Roma giustiziò Fabrizio Diabolik Piscitelli, capo della curva Nord della Lazio.

 

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