La Nutella di Ferrero è andata meglio di Zuckerberg ma anche del Pd di Veltroni

Walter Veltroni Corriere della Sera 3 novembre 2022
Il dolce segreto per non finire in un mondo vuoto e triste
Perché Giovanni Ferrero cresce e Mark Zuckerberg perde
Di questi tempi la notizia che il nostro Giovanni Ferrero abbia superato Mark Zuckerberg nella classifica delle cinquecento persone più ricche del pianeta, stilata da Bloomberg, rischia di destare una punta di orgoglio, non solo di invidia.


L’erede di quella grande dinastia che iniziò a operare nel 1946 quando l’Italia si stava rialzando dal disastro della dittatura e della guerra, oggi ha un patrimonio, insieme alla sua famiglia, superiore a quello del creatore di Facebook. Pesa sul bilancio di Zuckerberg la difficoltà registrata da Facebook nel passaggio al metaverso. Operazione che rischia di essere un grande flop, come accadde per Second Life, anni fa.

L’idea seducente di creare un mondo parallelo, che ha spinto Zuckerberg a mutare persino la denominazione della sua società, si è incontrato con la difficoltà crescente del mondo di sopra. Che oggi sembra rattrappito dalle paure di un tempo incerto, un tempo in cui investire centinaia di migliaia di euro per un palazzo o un appartamento virtuale dove poter condurre finalmente la vita che si sarebbe voluto vivere, ma una vita irreale, sembra poco opportuno.

Meta doveva raggiungere 500.000 utenti attivi mensili entro la fine del 2020. Documenti interni pubblicati dal Wall Street Journal dicono che questa cifra è stata portata a 280.000. Però ora i frequentatori del Metaverso non superano le duecentomila unità. E così Zuckerberg ha dovuto limare il suo patrimonio di circa 80 milioni di dollari. E la sua società ha perduto in borsa il 60% da inizio anno: 700 miliardi di dollari.

Ogni iniziativa innovativa del mondo digitale ha a che fare con la materia fondamentale di cui sono fatte le persone, le emozioni. Se pensiamo a tutto ciò che è accaduto nella nostra vita da quando esiste Internet, cioè la nascita di Google, di Facebook, di Whatsapp, di Instagram, di Twitter, TikTok e persino di Amazon, vedremo che a vincere sono state le novità che, mutando il modo di comunicare e di conoscere, hanno riscritto i codici delle relazioni umane. Ma, come dice il Wall Street Journal, «un mondo vuoto è un mondo triste». E il Metaverso oggi appare vuoto.

Ferrero, che con la materialità di un prodotto fatto di arte contadina e di innovazione, rende più dolce la vita reale di milioni di persone in tutto il mondo, ha continuato invece a crescere. Leggo dai documenti aziendali che il gruppo «ha chiuso l’esercizio 2021 con un fatturato consolidato di 12,7 miliardi di euro, in crescita del +3,4% rispetto al fatturato dell’anno precedente di 12,3 miliardi di euro… Alla fine dell’esercizio 2021, il gruppo era costituito da 107 aziende e 32 stabilimenti di produzione in tutto il mondo, vendendo direttamente e tramite distributori in oltre 170 Paesi. L’organico al 31 agosto 2021 ammontava a 38.767 dipendenti, rispetto ai 37.122 del 31 agosto 2020».

Cosa ci dice la fantastica storia di un gruppo partito dalle Langhe e arrivato in ogni angolo del mondo? Intanto a non smettere mai di rispettare l’ambiente naturale e sociale, mai di innovare e di ricercare. E soprattutto insegna a immaginare l’azienda come un luogo sociale. Non bisogna ritornare alla meravigliosa utopia di Adriano Olivetti o alle esperienze venete di Marzotto.

Michele Ferrero, che ha reso grande la Ferrero, scrisse più di quarant’anni fa un regolamento per i propri dirigenti che cominciava dicendo:
1 – Nei vostri contatti mettete i vostri collaboratori a loro agio:
– Dedicate loro il tempo necessario e non le «briciole»
– Preoccupatevi di ascoltare ciò che hanno da dirvi
– Non date loro l’impressione che siate sulle spine
– Non fateli mai sentire «piccoli»
– La sedia più comoda del vostro ufficio sia destinata a loro

2 – Prendete decisioni chiare e fatevi aiutare dai vostri collaboratori, essi crederanno nelle scelte a cui hanno concorso.

E poi proseguiva con regole che sembravano valori:
… 15 – Non prendete mai decisioni sotto l’influsso dell’ira, della premura, della delusione, della preoccupazione, ma demandatele a quando il vostro giudizio potrà essere più sereno
16 – Ricordate che un buon capo può far sentire un gigante un uomo normale, ma un capo cattivo può trasformare un gigante in un nano
17 – Se non credete in questi principi, rinunciate ad essere capi.

Sono regole che potrebbero andare bene oggi anche per i partiti. Ma parlare di Ferrero qui non significa compiacersi della ricchezza altrui, in questo caso figlia del merito e di una restituzione alla propria comunità di lavoro e possibilità. La priorità assoluta di questo tempo assurdo è la lotta alla povertà. Olaf Palme, ucciso per il suo coraggio, diceva: «Noi democratici non siamo contro la ricchezza ma contro la povertà. La ricchezza, per noi, non è una colpa da espiare, ma un legittimo obiettivo da perseguire. Ma la ricchezza non può non essere anche una responsabilità da esercitare».

È bene ragionare, in un tempo di crisi, sulla capacità del tessuto produttivo di questo Paese di reggere alle avverse condizioni di sistema. Non è facile intraprendere e creare lavoro quando tutto è precario, a cominciare dai governi, quando il meccanismo delle decisioni è farraginoso e la corruzione elevata, quando la giustizia è lenta e il fisco ingiusto. Alla fine sono gli imprenditori onesti e coraggiosi e i lavoratori a tenere su l’economia di questo Paese, spesso agendo controvento.

Quella gigantesca Nutella che mangiava Nanni Moretti è figlia di lavoro nei campi, di ricerca, di impegno sul prodotto e sul processo, di innovazione, di principi etici applicati alla logica d’impresa.

Il problema è che proprio questo, in Italia, sembra il Metaverso.

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