Zingaretti: Regionali, serve un’alleanza larga, ma le decidono i territori

Maria Teresa Meli Corriere della Sera 4 novembre 2022
Nicola Zingaretti: «Regionali, non dividiamoci. Serve un’alleanza larga. La destra colpisce i deboli»
Zingaretti: «Percepisco che c’è da parte di tutti la consapevolezza della delicatezza del momento. Non si tratta di costruire un’alleanza, ma di non romperla, in agenda non ci sono i problemi degli italiani»

Nicola Zingaretti, lei ha lanciato un appello al M5S e al Terzo polo per una grande alleanza in vista delle Regionali del Lazio, che si terranno nei primi mesi del 2023.

«Sì, è credibile che si vada a votare a febbraio — risponde intervistato su CorriereTv con la vicedirettrice Fiorenza Sarzanini —. Io parto da un dato di fatto: le forze politiche che oggi governano il Lazio rappresentano la maggioranza dei cittadini. Il 25 settembre hanno preso il 49,5 per cento mentre le destre il 45. Perciò penso che sia una nota di buon senso dire “facciamo di tutto per rilanciare questa alleanza”. Sarebbe un bene per i cittadini del Lazio ma avrebbe anche una valenza politica. Stiamo attenti perché rischiamo di regalare la quarta figura monocratica istituzionale alle destre. Sarebbe un colpo alla credibilità della politica andare in ordine sparso».

Conte sembra disponibile. E Calenda?

«Percepisco che c’è da parte di tutti la consapevolezza della delicatezza del momento. Non si tratta di costruire un’alleanza, ma di non romperla. Noi governiamo insieme da tre anni: perché interrompere? Prima di arrivare a una deriva di questo tipo mi sembra buon senso provare ad andare avanti e mi pare che i tentativi ci siano. Mi auguro che abbiano un esito positivo perché sono convinto che il 99 per cento degli elettori delle forze politiche della maggioranza non capirebbe. Se andassimo divisi tutti pagheremmo uno scotto».

Potreste appoggiare Letizia Moratti in Lombardia?

«Il presidente della Regione Lazio non si permetterà mai di dare un’indicazione su chi debba fare il presidente della Regione Lombardia. Anche in questo dobbiamo imparare dalla storia e rispettare i percorsi territoriali e non avere la presunzione di inserire sempre tutto dentro degli schemi precostituiti che poi fanno tanti danni».

Però l’appello al campo largo può valere anche in Lombardia.

«Un campo più è largo e più è unito e più è competitivo. Ma non è l’opinione di Zingaretti, è la matematica che lo dice».

Zingaretti, si sentiva il bisogno di un decreto sui rave party?

«No ma lo dice anche il rave di Modena che non ce n’è bisogno perché li c’era un evento che è stato affrontato a leggi vigenti ed è stato risolto».

Però nel Lazio non è andata nello stesso modo.

«Infatti se bisogna prendere dei provvedimenti vanno presi ma in questo caso a mio giudizio si è andati ben oltre la gestione del rave. L’indeterminatezza di quell’articolo rende palese che quella legge potrebbe essere utilizzata anche per reprimere altre forme diverse di manifestazione del pensiero e dell’associazione che invece la Costituzione tutela. Addirittura all’interno della maggioranza si è presa coscienza di una necessità di modificare quel decreto. Ora arriverà alle Camere e io spero che si torni indietro rispetto a quello che reputo un palese errore».

È stato un errore anche il no ai migranti?

«Sì. Quando la presidente del Consiglio tornerà dall’Europa cominceremo a vedere che tanti proclami di chi governa rimangono proclami».

Giorgia Meloni sostiene che voi tante cose non le avete fatte. Avete qualcosa da rimproverarvi?

«Questo sempre. Ma noto che a pochi giorni dall’avvio di questo governo c’è la conferma di ciò che sospettavamo: in agenda non ci sono i problemi degli italiani. È la conferma che il populismo prende i voti raccontando i problemi ma non ha soluzioni. Come si può, per esempio, pensare di cancellare con un colpo di spugna la campagna vaccinale?».

Le multe agli over 50 che non si sono vaccinati sono destinate a essere cancellate…

«È una mancetta elettorale. Mi viene da dire: meno male che non hanno governato loro nei momenti più drammatici della pandemia, perché adesso saremmo in guai più seri».

Come giudica l’innalzamento del tetto del contante?

«È un favore agli evasori e alle mafie».

Secondo la Bce quello di 5 mila euro non è un tetto così alto.

«Permette a un individuo di ripulire centomila euro in quattro ore: questa destra colpisce le fasce più deboli e fa l’occhiolino ai furbi o peggio ai criminali. Sui no vax hanno sbagliato, sui rave hanno sbagliato, sul tetto dei diecimila inizialmente proposto pure… un bel Guinness dei primati visto che stanno lì da dieci giorni».

Il reddito di cittadinanza va difeso?

«C’è una campagna totalmente ideologica contro il reddito di cittadinanza. Il governo ha preso i voti per cancellarlo ma non lo farà. Quei milioni di persone che non hanno i soldi per mangiare non possono morire di fame in attesa di riuscire a trovare loro un lavoro».

Il Pd terrà il suo Congresso a marzo. Non è un po’ tardi?

«I tempi sono determinati dalle regole che ci siamo dati. Anche io fui eletto nel 2019 dopo la sconfitta del 2018».

Teme l’acuirsi delle tensioni sociali?

«Mi auguro che non ci siano, ma penso che se si cercherà di scaricare sui deboli l’assenza di politiche le tensioni ci saranno».

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