Majorino “La destra l’ha ignorata e lei vuole solo il potere”

Paolo Colonnello La Stampa 7 novembre 2022
Pierfrancesco Majorino su Letizia Moratti: “La destra l’ha ignorata e lei vuole solo il potere”
Il parlamentare europeo dem: «A noi serve il campo più largo possibile. Se Calenda e Renzi ci ripensano siamo a braccia aperte, come coi 5S»


Piefrancesco Majorino, amatissimo ex assessore ai Servizi Sociali del Comune di Milano, potrebbe essere la sorpresa nel cappello, assai stretto al momento, del Pd per la presidenza della Lombardia. Attuale deputato europeo e coordinatore del gruppo dei socialisti democratici nella commissione speciale sulla lotta alla disinformazione e alle interferenze di Putin. Ma soprattutto fu il più fiero oppositore di Letizia Moratti quando lei era sindaco e lui capogruppo del Pd a Palazzo Marino. Era il 2011 e Majorino non ha più cambiato idea.

Onorevole Majorino, il no del Pd alla Moratti è una questione di coerenza, antipatia personale, o voglia di perdere ancora?
«Ma noo… Io credo che la nostra sia una posizione molto lineare: Letizia Moratti è un’autorevole esponente del centrodestra milanese e lombardo. È stata per me un pessimo sindaco e ha fatto l’assessore alla Sanità in Lombardia mortificando medici e infermieri e non c’è alcuna ragione per sostenerla. Lei si è convertita al Terzo Polo solo perché la destra non l’ha candidata, per una pura questione di potere. Non ha nulla a che fare con noi».

Però con lei pare si vinca. ..
«Non ne sarei così sicuro, e comunque io credo che se il Pd si presentasse con Letizia Moratti, tantissimi elettori farebbero altre scelte. Ritengo questa cosa non solo profondamente sbagliata, ma anche politicamente perdente».

Dica la verità: non le avete mai perdonato la campagna elettorale contro Pisapia…
«Non è questo. Moratti è un’esponente autorevole del centrodestra italiano. Lo dico per rispetto a lei e alla sua storia. Da parte mia non c’è alcun pregiudizio ma un giudizio preciso: io ero capogruppo in Comune dell’opposizione quando lei era sindaco. Dunque è un giudizio basato sui fatti».

Ma non potrebbe aver cambiato idea? In fondo ha reciso il cordone ombelicale con il centrodestra scegliendo il Terzo polo.
«Mah… È una scelta che dimostra i problemi del centrodestra e basta. Io credo ci voglia coerenza e linearità: dica che ha sbagliato tutto nella sua vita politica e amministrativa e allora saremmo di fronte a una conversione vera, profonda. Ma non mi sembra questo il caso».

Da quando ci vuole l’abiura in politica?
«È solo per dire che sarebbe sbagliato dipingerla per quello che non è. Lo dico per rispetto nei suoi confronti: lei è una donna conservatrice della destra italiana. Inutile far finta che non sia così. E non credo che la politica sia solo un gioco di schieramenti e movimenti tattici. Non possiamo dimenticare che in questi anni ha sempre sbattuto la porta in faccia alle richieste che i nostri consiglieri regionali le facevano per rilanciare la sanità pubblica e la medicina territoriale»

Per un partito che vince nei centri storici però potrebbe essere un’opportunità.
«Questa cosa non mi tocca. Dico solo che le 94mila preferenze che ho preso alle europee le ho prese soprattutto fuori dai centri storici. E sarà che ho fatto per 8 anni l’assessore ai servizi sociali dovendo ricostruire ciò che la Moratti aveva devastato».

Rimane il fatto che il Pd non vince le regionali da 30 anni. Adesso qual è l’idea?
«Intanto ci siamo ripromessi di indicare un nome unitario entro due settimane oppure andare subito alle primarie per sceglierlo».

Ma non era Cottarelli il vostro nome?
«Cottarelli è certamente molto autorevole ma il Pd regionale ha fatto la scelta di arrivare a costruire una candidatura con tutti gli alleati»

Intesi come chi? 5Stelle compresi?
«Intanto con la coalizione che si è candidata alle politiche e poi certamente aprendo un confronto con i 5Stelle».

Anche se sabato hanno fischiato Letta?
«Si, sapendo che dobbiamo fare il campo largo più ampio possibile».

Terzo Polo ti saluto!
«Non è detto. Se poi un giorno il Terzo Polo ci ripensasse e volesse correre con noi lasciando la Moratti, allora braccia aperte».

Programma elettorale?
«Guardi, io non credo che ci dobbiamo candidare solo per rendere le cose un po’ più efficienti, per migliorare quello che è già stato fatto: noi ci dobbiamo candidare per cambiare radicalmente la politica fatta finora dal centrodestra sulla sanità, umiliando quella pubblica e ignorando completamente i temi climatici che invece potrebbero rappresentare un’opportunità di sviluppo straordinaria».

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