Conte prova a dettare la linea. Il Pd non ci sta «Da lui solo astio»

Giuliano Santoro il Manifesto 9 novembre 2022
Conte prova a dettare la linea. Il Pd non ci sta «Da lui solo astio»
Il leader 5 Stelle si dice pronto a trovare un nome, ma alza l’asticella per l’accordo alle regionali del Lazio: «Dicano no all’inceneritore»

 

La giornata pare iniziata sotto altri auspici, con un esponente storico del Partito democratico romano come Roberto Morassut (unico candidato dem del centrosinistra a spuntarla in un collegio uninominale al centro-sud) che invita i suoi ad abbassare le pretese e ammettere che i tempi sono cambiati e che non è più possibile dare le carte. Cosa che però prova a fare Giuseppe Conte. Il leader del Movimento 5 Stelle convoca i cronisti a via Campo Marzio e detta le sue condizioni per un’alleanza. «Ho sentito tutte le notizie sui nomi dei candidati – dice Conte – Ma non questione di campo largo’ o ‘campo stretto’: io credo che il problema dei cittadini del Lazio sia il campo di battaglia che si trovano davanti tutti i giorni».

L’AVVOCATO ne approfitta per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. A cominciare dal mega-termovalorizzatore di Roma che diventò il casus belli della rottura con il Pd e con la maggioranza Draghi. «Lanciamo una proposta a tutte le forze politiche civiche sane della società civile per mettere in piedi un progetto progressista che deve prevedere alcuni punti cardine – annuncia – Come il no a nuovi inceneritori, come era già nel programma della giunta e nel suo piano rifiuti e m come era previsto dal governo Conte 2. Assicura di non volere «disconoscere i risultati della amministrazione uscente», anzi ringrazia Roberta Lombardi per il lavoro fatto da assessora regionale, ma a tratti assume toni liquidatori. Rivendica la necessità di «una proposta forte». Pesa ancora il clima della campagna elettorale per le politiche: Conte si dice «convinto del fatto che quelle elezioni abbiano dimostrato che la logica del voto utile e del meno peggio non porta da nessuna parte e non paga».

IL DOPPIO REGISTRO delle aperture e delle condizioni stringenti appare evidente quando assicura «di essere disponibile nelle prossime a lavorare in questa direzione e a individuare un candidato» (peraltro giura che non ha un nome in testa) ma poi ammette che le ruggini degli ultimi mesi pesano eccome: «Con questi vertici del Pd abbiano difficoltà politiche serie a sederci allo stesso tavolo: ci hanno accomunato a Salvini a Meloni e quando abbiamo subito una frattura dolorosa e gli scissionisti ci hanno accusato delle peggiori nefandezze, il Pd ne ha approfittato per candidarli nelle proprie liste». A chi gli chiede che senso abbia dividersi con una legge elettorale maggioritaria delle regionali risponde: «Non partecipiamo alle elezioni per perderle ma abbiamo un’asticella alta quando andiamo in coalizione con altre forze».

GLI ESPONENTI di sinistra che si sono ritrovati nel Coordinamento 2050, tra i quali Loredana De Petris e Stefano Fassina, accolgono subito le indicazioni del leader M5S. «La sua proposta politica è seria e i punti programmatici individuati sono una base utile per aprire da subito il confronto a partire dai partiti che hanno governato la Regione negli ultimi 2 anni e con l’apporto imprescindibile delle esperienze civiche protagoniste in tante amministrazioni municipali, delle forze sociali e del prezioso tessuto associativo».

DAL NAZARENO, invece, trapela la stizza dei dirigenti dem. «Conte si appresta a una corsa solitaria è la valutazione – Ha un’ossessione per noi, sembra proprio che non riesca a realizzare che l’avversario è la destra. Da lui sono arrivati toni e argomenti intrisi di durezza e carichi di rancore e astio». «L’inceneritore non è nel programma di Zingaretti ma se Conte vuole invadere altri campi, come quello del Campidoglio è come usare armi improprie: con i diktat non si va avanti», dice il segretario del Pd del Lazio Bruno Astorre, che oggi si vedrà con Enrico Letta, con il presidente uscente Nicola Zingaretti e col responsabile enti locali del partito Francesco Boccia per fare il punto. Alla finestra c’è Carlo Calenda, che Conte ieri ha definito un «neoliberista che nulla ha a che fare con i progressisti»: il leader di Azione ne approfitta e rilanciare l’assessore alla sanità Alessio D’Amato, che per domani ha lanciato un evento al teatro Brancaccio nel quale dovrebbe annunciare la sua candidatura.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.