Scuola, rinnovo del contratto dei professori, a Natale 100 euro lordi

Ilaria Venturi La Repubblica 11 novembre 2022
Scuola, firmato l’accordo per il rinnovo del contratto dei professori: a Natale aumento di 100 euro lordi
Valditara: “Ho fortemente voluto dare a 1,2 milioni di persone risorse importanti”. I sindacati: “Passo avanti nella direzione giusta”

 

Il contratto degli insegnanti era fermo da 4 anni, ora è chiuso. Almeno nella sua parte economica, non nella parte normativa che regola permessi, mobilità e altro. A Natale, come già annunciato dal ministro Giuseppe Valditara, arriverà per i docenti un aumento. Si tratta, secondo l’anticipazione dei sindacati seduti al tavolo della trattativa che è durata sette ore, di circa 105 euro lordi mensili in media, per insegnanti e personale Ata, che diventeranno 123 euro lordi, sempre in media, da gennaio.

L’accordo politico per il rinnovo del contratto degli insegnanti e del personale Ata 2019-2021 – 1,2 milioni di lavoratori della scuola – dovrà domani, venerdì 11, essere firmato all’Aran. L’accordo prevede l’anticipazione del 95% delle risorse: 2,21 miliardi che serviranno per gli aumenti contrattuali e gli arretrati. A questi si aggiungono 89 milioni per la retribuzione professionale dei docenti e 100 milioni una tantum aggiunti dal governo da destinare alla componente fissa della retribuzione accessoria per l’anno 2022, nella misura di 85,8 milioni per i docenti e 14,2 milioni per il personale Ata. E’ stato inoltre assunto l’impegno a reperire ulteriori risorse finanziarie, anche nell’ambito della manovra di bilancio 2023, da destinare alla retribuzione tabellare del personale scolastico. L’intesa conclude ritenendo che sia “necessario porre rimedio al problema del finanziamento della valorizzaizone professionale di tutto il personale degli Epr”, ovvero dei ricercatori degli Enti di Ricerca,

E’ il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, a margine del Consiglio dei Ministri di questa sera, ad annunciare i 100 milioni aggiuntivi. E sul rinnovo del contratto dichiara: “Si tratta di un accordo molto importante per una categoria che ha un ruolo centrale nella crescita del Paese”. Zangrillo quantifica, correggendo leggermente la stima dei sindacati: subito un incremento medio di 100 euro lordi al mese.

I primi soldi in arrivo in busta paga serviranno a liquidare entro dicembre gli arretrati maturati nel corso del triennio di vigenza contrattuale e a corrispondere una prima tranche di aumento alle retribuzioni del personale. La seconda tranche, dal 2023, porterà l’ulteriore aumento grazie all’utilizzo dei 300 milioni bloccati per andare a retribuire solo una parte dei docenti in base al merito. Ora sono stati svincolati – un atto che il ministro Bianchi aveva lasciato al successore – e rientreranno nella retribuzione generale.

Valditara: “Giornata storica”
“Abbiamo chiuso – annuncia in serata il ministro all’Istruzione – è un cambiamento di rotta di 180 gradi: c’è stata una grande collaborazione e il clima è stato costruttivo, finalmente la politica torna ad essere protagonista”. Valditara incassa il risultato di una trattativa partita meno di un anno fa e sotto il govenro Draghi con risorse già definite. Una trattativa che ha visto i sindacati discutere del contratto – l’unico rimasto non rinnovato nel comparto della pubblica amministrazione – in quattro incontri con il presidente dell’Aran. “Ho fortemento voluto dare a 1,2 milioni di persone per Natale risorse importanti in un momento difficile per tutti gli italiani”, dichiara il ministro.

Poi in una nota il ministro aggiunge: “Oggi è una giornata storica caratterizzata anzitutto da un nuovo modo di intendere il rapporto tra il governo e le parti sociali, impostato sul confronto costruttivo e sulla risoluzione pragmatica dei problemi. Questo sarà sempre l’approccio che porterò avanti con chi rappresenta i lavoratori del comparto scuola. Diamo così un primo segnale concreto sul tema delle retribuzioni, fondamentale per rivalorizzare e restituire autorevolezza alla figura del docente. Siamo consapevoli che si tratta di un primo passo, un primo passo atteso da tanto tempo e ottenuto in un contesto peraltro difficile a causa della crisi energetica: abbiamo voluto dare subito un chiaro segnale politico di svolta rispetto al passato”.

“Quando ho annunciato una grande alleanza per la scuola e per il merito” conclude Valditara “non intendevo fare della retorica, ma indicare la strada che oggi iniziamo a percorrere con questo accordo”.

I sindacati: “Passo avanti nella giusta direzione”
“L’incontro di oggi tra sindacati e ministro – commentano i segretari generali di categoria – segna una svolta decisiva nel confronto fra le parti per il rinnovo del contratto del comparto istruzione e ricerca”. L’accordo prevede una prima sequenza contrattuale di natura economica, spiegano. “E’ invece da mettere in collegamento con l’iter della Legge di Bilancio e con l’impegno del ministro a reperire risorse aggiuntive, la ulteriore sequenza contrattuale a completamento della parte economica del contratto, che garantirà alla categoria ulteriori 300 milioni in più nella parte di retribuzione fissa”.

Secondo l’intesa, il negoziato prosegue sulla parte normativa, “libero dall’urgenza della definizione della parte economica imposta dalle contingenze derivanti dall’aumento del costo della vita – spiegano i segretari di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals e Gilda – Arretrati e incrementi concordati saranno corrisposti, con procedura straordinaria, a dicembre a tutto il personale del comparto”. Poi il commento politico: “E’ stato fatto un grande lavoro, superando le difficoltà che si stavano registrando proprio sulla partita delle risorse a partire dall’utilizzo dei 300 milioni, prima dirottati sui fondi MOF. Domani la firma di un contratto che certamente rappresenta un passo avanti nella direzione giusta”.

“Clima collaborativo, sono state accolte le nostre richieste che non avevano trovato ascolto sino ad oggi, in particolare nel pieno utilizzzo dei 300 milioni bloccati. Nel consiglio dei ministri di oggi si è ottenuta la disponibilità di ulteriore 100 milioni a favore del personale della scuola” il commento a caldo di Ivana Barbacci, segretaria della Cisl scuola.

“Non risolve tutti i problemi, c’è un gap salariale che va colmato. Ma abbiamo siglato una buona intesa politica con il ministero all’Istruzione che apre la strada all’accordo in Aran che anticiperà parte consistente del contratto E c’è un impegno del ministro a trovare ulteriori risorse da destinare al salario tabellare”, spiega Francesco Sinopoli segretario della Flc-Cgil ricordando le mobilitazioni e i due scioperi del suo sindacato sul contratto. “Naturalmente questo non risolve il nodo di fondo che riguarda la necessità di fare interventi straordinari sulle retribuzioni del personale della scuola. Ci rendiamo conto che in una fase che vede l’inflazione altissima e il rincaro dei costi energia servono misure eccezionali, ma riteniamo che questo accordo rappresenti un buon risultato che possa aprire la strada anche a ulteriori investimenti. A questo punto diventa per noi fondamentale chiudere velocemente la parte normativa del contratto ci sono nodi da sciogliere che riguardano le condizoni di lavoro e il modo con cui si garantisce la libertà insegnamento, la valorizzazione del personale nelle segreterie”.

E così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale Gilda Unams: “Un accordo faticoso ma che darà un sollievo immediato al personale. Mi auguro che la seconda fase del contratto si svolga in tempi veloci in modo di poter aprire senza ulteriori ritardi il triennio 22/24”.

Il Pd: “Aumenti con le risorse del governo Draghi”
Gli aumenti nel contratto della scuola riguardano risorse già fissate dal governo precedente. Lo ricordano in una nota congiunta le capogruppo del Pd in VII commissione, Irene Manzi e Cecilia D’Elia: “Un risultato che auspicavamo e per il quale abbiamo lavorato con impegno fino agli ultimi giorni del governo Draghi: ricordiamo che le risorse necessarie per gli adeguamenti stipendiali sono state stanziate dal precedente governo nell’ultima legge di bilancio. L’esecutivo Meloni ha beneficiato delle nostre scelte che, come Pd, abbiamo provato a concretizzare, ma che sono state anche impedite dalla fine anticipata della legislatura. Ci aspettiamo che il governo già nella prossima manovra trovi le risorse necessarie per investire sulla scuola che è una leva straordinaria di crescita per il paese”.

A Maurizio Landini, segretario della Cgil, non sfugge che “la firma dell’accordo sull’anticipo della parte economica del Ccnl della scuola è il frutto delle mobilitazioni e dell’impegno delle categorie per riconoscere il diritto al contratto dei lavoratori e delle lavoratrici di un comparto strategico per il paese come quello della istruzione, università e ricerca”. E twitta Luigi Sbarra, segretario generale Cisl: “Un segnale di grande responsabilità del Governo che ha raccolto la sollecitazione del sindacato per un giusto riconoscimento al ruolo degli operatori scolastici fondamentale per la formazione delle nuove generazioni ed il futuro del paese”.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.