Lorenzo De Cicco La Repubblica 12 novembre 2022
D’Amato “Io, dal Pci all’asse Pd-Terzo polo Il termovalorizzatore non è nel programma”
L’ex ministro sacrificato dai piani pentastellati “Guastare le Regionali e prendersi la sinistra”
Alessio D’Amato si sente ancora comunista. «Non rinnego nulla», dice l’assessore alla Sanità di Zingaretti nella prima intervista da candidato governatore del Lazio, per Pd e Terzo Polo.
E come si spiega che i rossoverdi di Fratoianni e Bonelli potrebbero cedere alle lusinghe di Conte e sganciarsi dal Pd?
«Non credo proprio. Dobbiamo lavorare per costruire un fronte unitario, che tenga conto delle istanze dei più deboli, dei beni comuni, delle risposte contro l’inflazione e il costo della vita.
Questi problemi sono patrimonio della sinistra. La coalizione si allargherà, anche con +Europa, socialisti, civici. Sto ricevendo tanti attestati di stima. La lettera della presidente del Bambin Gesù, Mariella Enoc, mi ha fatto piangere».
Lei proviene da quel mondo comunista che biasimava la svolta di Occhetto. Ha militato nel Pdci di Diliberto. Cosa prova ad essere il candidato di Renzi e Calenda
«Io vengo dalla Fgci, dal Pci. Poi creammo i comunisti italiani per sostenere il governo Prodi. Rivendico la mia storia, come fa Meloni per la sua. Il Covid mi ha insegnato a essere pragmatico. Oggi sono tesserato del Pd, ringrazio tutte le forze politiche che mi stanno sostenendo, ma non voglio etichette. Non sono il candidato di qualcuno».
Il motivo di rottura con il M5S, o il pretesto, è l’inceneritore di Roma, a cui invece Renzi e Calenda tengono molto. Anche i rossoverdi sono contrari. Sarà nel programma?
«Non ci deve essere».
Perché?
«È una scelta già definita da Gualtieri, come commissario, e dallo Stato. Il compito della Regione sarà aiutare Roma a uscire da una crisi che da un lato fa sì che la tassa dei rifiuti sia tra le più alte d’Italia e dall’altro aumenta l’inquinamento, perché i tir e le navi carichi d’immondizia fanno la spola con mezza Europa. Il rapporto tra Roma e Lazio deve essere quello di un bimotore, come la Ducati di Pecco Bagnaia: se tira Roma, il Lazio vola».
A Conte che sfascia il campo largo del Lazio cosa direbbe?
«Che mi ha proposto lui per l’onorificenza di ufficiale al merito della Repubblica, per il mio impegno contro il Covid. E gli direi anche che la patente progressista non l’assegna lui: appartiene alla nostra storia e alla nostra gente».
La destra di Meloni strizza l’occhio ai No Vax?
«Mi sembra di sì. Anziché occuparsi del caro vita, delle difficolta di imprese e famiglie, insistono a portare l’attenzione su argomenti superati. È grazie ai vaccini se tante attività sono in ripresa, se è ripartito il turismo».
I medici No Vax devono tornare in corsia? O come Regione, se venisse eletto governatore, li terrebbe lontani dai reparti a rischio?
«Abbiamo già dato disposizione che non siano nei reparti sensibili, dalla terapia intensiva all’oncologia. Vanno tutelati i più deboli».
Ha denunciato gli sprechi di Lady Asl. Ma a settembre è stato condannato dalla Corte dei Conti a risarcire 275mila euro di fondi regionali. Li ha restituiti?
«No. Ho fatto ricorso e quindi si interrompe l’esecutività della sentenza. Sono fiducioso, aspetto il verdetto dei giudici di secondo grado».
Tra il centrodestra e il fronte Pd-Terzo Polo, alle Politiche, c’è stato uno scarto di 10 punti. Si può rimontare?
«Questa è tutta un’altra partita. Si sceglie il presidente di Regione, come si sceglie il sindaco».
Ma lì c’è il secondo turno.
«Per questo il fronte va allargato. Ma guardiamo al precedente del 2018: Zingaretti recuperò il gap e vinse le elezioni, i 5 Stelle presero meno voti rispetto alle Politiche e lo stesso avvenne al centrodestra. Peraltro all’epoca si votava lo stesso giorno, ora c’è più tempo».
Ma in concreto come si fa?
«Dobbiamo rimotivare il nostro popolo, al teatro Brancaccio giovedì ho visto tanto entusiasmo. Dobbiamo spiegare cosa abbiamo fatto, per esempio durante la pandemia, quando nel Lazio abbiamo avuto un tasso di letalità che era meno della metà rispetto al dato nazionale. Dobbiamo combattere gli ostacoli che bloccano l’ascensore sociale, che impedisce ai figli di migliorare le proprie condizioni di vita rispetto ai padri. E possiamo contare sul lavoro enorme di questi anni della giunta Zingaretti, che ha ridato dignità alla nostra regione. Penso all’uscita dal commissariamento della sanità e agli investimenti che sono ripartiti».
Una proposta da campagna elettorale?
«Bus gratis per tutti gli studenti».