Meloni prepara la stretta sulle Ong ma vuole ricucire. Sponda da Berlino

Emanuele Lauria e Tonia Mastrobuoni La Repubblica 12 novembre 2022
Meloni prepara la stretta sulle Ong ma vuole ricucire. Sponda da Berlino
La premier è convinta di essere nel giusto e ha annotato come un successo il fatto che diversi Paesi, a partire dalla Germania, hanno fatto sapere di non aderire al “boicottaggio” invocato dalla Francia

 

 

“Bisogna isolare gli scafisti, non l’Italia”. Sta tutto in questa frase di Giorgia Meloni il senso di una reazione che viaggia su due binari diversi. La crisi nei rapporti con la Francia è profonda quanto improvvisa e la premier ci tiene a sottolineare che la posizione durissima del governo transalpino – che ha chiesto agli altri Paesi dell’Ue di non accogliere più migranti dall’Italia – sia stata “incomprensibile e ingiustificata”.

Sotto questo punto di vista, nessun passo indietro: ad altre navi che si avvicineranno all’Italia sarà riservato lo stesso trattamento dell’Ocean Viking. Saranno accolti solo i migranti più deboli o bisognosi di cura. Di più: contro le Ong che agiscono nell’illegalità “saranno presi provvedimenti”, afferma Meloni. E quei provvedimenti, confermano fonti di Palazzo Chigi, sono la confisca delle imbarcazioni e multe per gli armatori, da inserire nei nuovi decreti sicurezza allo studio del governo.

Meloni è convinta di essere nel giusto e ha annotato come un successo il fatto che diversi Paesi, a partire dalla Germania, hanno fatto sapere di non aderire al “boicottaggio” invocato dalla Francia. E si è rallegrata dopo la visita di Manfred Weber, presidente del Ppe, che ha detto che “l’Italia non può essere lasciata sola” ad affrontare l’emergenza migranti.

Ma, allo stesso tempo, Meloni lascia aperta la porta della diplomazia. “Non abbiamo nulla contro la Francia e non c’è alcun interesse – dice il sottosegretario alla Presidenza Giovanbattista Fazzolari – ad alimentare tensioni con Parigi. Ci sono dossier che possiamo portare avanti insieme, dal tetto al prezzo del gas al patto di stabilità. Ma questa vicenda può essere l’occasione perché l’Europa si occupi finalmente del tema migranti”.

I pontieri sono al lavoro. Fra questi c’è il ministro per gli Affari Europei Raffaele Fitto, che nei giorni scorsi ha incontrato l’omologa francese Laurence Boome che cita Mattarella: “Incombono sull’Ue sfide drammatiche che richiedono unità e fiducia reciproca tra i partner”.

L’obiettivo del governo Meloni rimane quello di giungere a una soluzione europea comune, in collaborazione con i Paesi del Nord Africa, che blocchi la partenza delle imbarcazioni con gli immigrati a bordo. I primi passi concreti potrebbero vedersi già lunedì, al consiglio europei dei ministri degli Esteri: Antonio Tajani ha chiesto di mettere in agenda l’emergenza migranti. Poi c’è il G20 di Bali, in programma a metà settimana: fonti dell’Eliseo informano che un bilaterale Macron-Meloni non è previsto al momento ma a Roma non escludono un incontro, anche in modo informale. Appuntamenti che precederanno la riunione straordinaria fra i ministri dell’Interno che la commissione chiede per affrontare un piano d’emergenza e superare i contrasti fra i Paesi dell’Ue.

Certo, le scorie dello scontro fra Italia e Francia non vanno via facilmente. E Palazzo Chigi punta molto sulla Germania come sponda per uscire dall’impasse. Il ministero dell’Interno tedesco, tirato per la giacchetta dalla Francia perché stracci il meccanismo di solidarietà europeo, ne conferma la piena validità – “continuiamo a sostenerlo” – e puntualizza che la solidarietà mostrata sinora “vale in particolare per l’Italia” che “ha accolto tre navi”. Ma vale “finché l’Italia si prende la sua responsabilità di accettare i migranti salvati in mare”. Scholz, insomma, a costo di creare nuovi malumori a Parigi, tiene fede al suo impegno di accogliere 3.500 migranti dall’Italia. Un messaggio distensivo arrivato dopo giorni di silenzio e dichiarazioni centellinate. Non a caso.

A Berlino l’irritazione per una vicenda che rischia di isolare l’Italia è palpabile. E il desiderio di chiudere la querelle sui migranti altrettanto. I primi contatti tra il cancelliere Scholz e la premier Meloni, riferisce una fonte politica, “sono andati molto bene”. “Al di là delle differenze politiche, ci sono irrinunciabili interessi che legano l’Italia e la Germania”, avrebbero concordato entrambi. Tanto più in un momento di “grande freddo” tra Germania e Francia: il cancelliere sa di avere su dossier come i Balcani e l’Africa, e in particolare sulla Libia, una sponda molto più forte con Roma che con Parigi.

Il segno tangibile di questa volontà di approfondire i legami è il “Piano d’azione” tra Italia e Germania concordato da Draghi e Scholz. La notizia è che il lavoro va avanti e che nella bozza che Repubblica è in grado di anticipare si coglie l’embrione di un Trattato che garantirebbe una collaborazione molto più stretta tra i due Paesi.

Nel testo si legge di un “Forum industriale dell’industria” e di un “Forum macroeconomico bilaterale” per discutere di Recovery Plan e di riforme Ue. Un “Dialogo strutturato” tra ministeri e sherpa consentirebbe di coordinarsi in vista dei vertici come i G7 o i Consigli Ue. E c’è l’intenzione di avviare delle consultazioni Difesa-Esteri per consolidare strategie comuni e progetti industriali. Tutto dipenderà, però, dalla capacità dell’Italia di non “esportare la politica identitaria in Europa”, come riassume una fonte governativa. Insomma, di archiviare posizioni che rischiano di isolare il nostro Paese.

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