Lazar “La crisi isola Roma e Parigi i leader sono costretti a dialogare”

Anais Ginori La Repubblica 13 novembre 2022
Lazar “La crisi isola Roma e Parigi i leader sono costretti a dialogare”
Macron sorpreso da Meloni. Il clima resterà incandescente per ragioni interne
Mattarella cercherà di ricucire

«Siamo precipitati in una impasse: non esiste una politica europea sull’immigrazione, c’è una crisi italo-francese ed emergono a Roma e a Parigi forme di ripiegamento nazionale sulle spalle dei migranti», dice il politologo Marc Lazar, professore emerito a Sciences Po e presidente della School of Government della Luiss.

L’ex ministro Fabius disse a proposito del Front National: evidenziano problemi reali ma propongono soluzioni sbagliate. Si può dire lo stesso di Salvini e Meloni?

«L’Italia vive nella percezione, giusta a mio avviso, di essere lasciata da sola davanti ai problemi di immigrazione anche se la realtà è più complessa.
Qualche azione europea c’è stata e il numero di beneficiari del diritto di asilo è più alto in Francia che in Italia. Il governo di centrodestra sfrutta questo sentimento di solitudine.
Dopo lo scontro sull’Ocean Viking però l’Italia si è indebolita al livello europeo. Questo incidente dimostra che Meloni ha due volti».

Ovvero?

«Il primo volto è quello di una leader responsabile e rassicurante, come si è mostrata nell’incontro a Roma conMacron e poi a Bruxelles. Ora appare un volto più duro e dirompente, che si esprime sull’immigrazione. Alcuni esponenti europei, inizialmente soddisfatti di vedere lo stile rassicurante di Meloni, si devono adesso confrontare con questo altro volto. A cominciare da Macron».

La reazione della Francia è stata «sproporzionata», come sostiene Meloni?

«Il governo francese è stato colto di sorpresa. Fino all’ultimo ha cercato una mediazione. E non ha capito come Meloni abbia potuto diramare una nota ufficiale sullo sbarco in Francia della nave, basandosi solo su notizie d’agenzia senza verificare con le autorità di Parigi. Che Meloni abbia fatto una manovra subdola o ci sia stata una mancanza di professionalità, il risultato noncambia: l’esile filo di dialogo tra i due leader si è spezzato».

Il leader francese deve fare i conti in patria con gli attacchi dell’estrema destra.

«Ma anche di una parte della destra dei Républicains di cui ha bisogno in parlamento. La scelta di sospendere i 3.500 ricollocamenti dall’Italia previsti dal meccanismo europeo e di mandare 500 poliziotti alle frontiere sono il segno di ripiegamento della Francia. Si può temere una caccia alle frontiere per respingere i migranti, le prime vittime di questa storia».

Tra pochi giorni ci sarà il primo anniversario della firma del Trattato del Quirinale. Non ci poteva essere momento peggiore.

«Si è creata un’enorme diffidenza politica e culturale tra i due governi.
In parte esisteva già a Parigi sulnascente governo Meloni, e reciprocamente nel governo italiano. FdI non ha votato la ratifica del Trattato del Quirinale che, ricordo, ha un articolo dedicato alle questioni migratorie con l’obiettivo di una politica coordinata tra Francia e Italia. Il caso dell’Ocean Viking dimostra che questa cooperazione non c’è ma resta indispensabile».

Come uscire da questa crisi?

«Il presidente Mattarella cercherà di ricucire la relazione italo-francese. La crisi potrebbe avere effetti pesanti sia per Italia, isolata e forse tentata di guardare verso Varsavia, sia per la Francia che attraversa una fase difficile con la Germania. Per alcuni giorni il clima tra i due paesi resterà incandescente, anche per ragioni interne. Ma a un certo momento la realpolitik tornerà una necessità. Ci sono forti legami economici e commerciali. Al livello europeo ci sono convergenze oggettive. Non potrà mai esserci una luna di miele paragonabile a quella che fu durante il governo Draghi, ma a un certo punto Macron e Meloni dovranno riparlarsi per avanzare insieme su alcuni dossier, accontentandosi di una relazione fredda ma pragmatica”.

Marc Lazar insegna a science po

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