Cina e Usa, competizione senza conflitto. E stop alla guerra. Oggi a Bali

Paolo Mastrolilli La Repubblica 14 novembre 2022
“Cina a disagio con Putin per la guerra, gli Usa vogliono riaprire il dialogo”
Circola cauto ottimismo alla vigilia del primo bilaterale tra i due leader: “Pechino potrebbe essere pronto ad applicare un po’ di pressione su Mosca, per convincerlo a cercare una via d’uscita alla guerra che ormai sta danneggiando tutti”


“Nei corridoi del vertice Asean in Cambogia, il messaggio era inequivocabile. Da parte della Cina c’è disagio per le dichiarazioni irresponsabili venute dalla Russia riguardo l’uso delle armi nucleari in Ucraina, ma anche sorpresa ed un certo imbarazzo per la condotta delle forze militari di Mosca”.

A rivelare questo retroscena sugli incontri appena conclusi a Phnom Penh è un alto funzionario della Casa Bianca, che vi ha partecipato. Lo fa anticipando il vertice di oggi a Bali tra i presidenti Biden e Xi, allo scopo di spiegare perché il leader di Pechino potrebbe essere pronto ad applicare un po’ di pressione sull’alleato Putin, per convincerlo a cercare una via d’uscita alla guerra che ormai sta danneggiando tutti.

Il primo bilaterale in persona tra i capi di Stato di Usa e Repubblica popolare è previsto alle cinque e mezza del pomeriggio di Bali, e dovrebbe durare un paio di ore. Due autorevoli fonti della Casa Bianca, parlando con i giornalisti prima dell’incontro, hanno ribadito che Washington vuole avere con Pechino “la competizione, ma senza scivolare nel conflitto”. Perciò lo scopo del bilaterale è soprattutto “stabilire la base delle relazioni e costruire il guard rail, le regole della strada per andare avanti”.

Biden e Xi si erano visti di persona l’ultima volta a Davos, nel gennaio del 2017, ma durante la conversazione telefonica avuta nel luglio scorso si erano accordati per organizzare il primo incontro dal vivo nei rispettivi ruoli attuali. La preparazione è stata “seria, accurata e professionale, discutendo in maniera aperta le divergenze e gli elementi di contenzioso. Alcuno progressi sono già stati compiuti, in piccole cose, ma importanti”. La Casa Bianca però abbassa molto le aspettative per il vertice di oggi a Bali, anticipando che alla fine non ci sarà un comunicato congiunto.

Descrivendo i possibili risultati, e cosa verrebbe considerato un successo, gli alti funzionari si limitano a dire che sarebbero contenti se l’appuntamento portasse alla creazione di “canali di comunicazione sempre aperti, qualunque sia lo stato delle relazioni bilaterali, e all’individuazione di temi di collaborazione su cui i due leader daranno incarico alle rispettive squadre di lavorare”. Le questioni più significative sono note, ma durante il vertice Asean “tutti hanno notato l’azione condotta dagli Usa per garantire pace e stabilità a Taiwan e nella regione dello stretto, e tutti i partner desiderano realizzare questi obiettivi”. Ciò è ovviamente legato anche agli interessi bilaterali, che riguardano le sanzioni imposte dagli Usa, la limitazione degli scambi commerciali e delle esportazioni tecnologiche.

Quanto all’Ucraina, le fonti della Casa Bianca hanno notato che la delegazione cinese all’Asean “ha fatto riferimenti alla protezione della sovranità nazionale, e al linguaggio irresponsabile sulle armi nucleari e il loro uso. Nei corridoi del vertice Asean in Cambogia, il messaggio era inequivocabile. Pechino e Mosca continueranno pure la loro alleanza, e il lavoro congiunto su temi come l’energia e la tecnologia. Però da parte della Cina c’è disagio per le dichiarazioni irresponsabili venute dalla Russia riguardo l’uso delle armi nucleari in Ucraina, insieme a sorpresa ed un certo imbarazzo per la condotta delle forze militari di Mosca”.

Da qui la speranza che dopo il vertice con Biden, Xi possa decidere di iniziare ad utilizzare la sua influenza su Putin, in pubblico o in privato, allo scopo di convincerlo che è venuto il momento di lavorare seriamente ad una via d’uscita diplomatica, perché la guerra non sta andando come si aspettava, non finirà mai con il successo militare che aveva prospettato o immaginato, e nel frattempo sta provocando danni gravi a tutta la comunità internazionale, a partire proprio dalla stessa Cina.

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