Mondiale alla Rai, la scommessa sul torneo fuori stagione

Antonio Dipollina La Repubblica 18 novembre 2022
Mondiale alla Rai, la scommessa sul torneo fuori stagione

 

La tv pubblica ha speso 200 milioni per aggiudicarsi tutto l’evento. Prima però che l’Italia fallisse la qualificazione.

 

 

Prima giornata, domenica, alle 17 si parte, un grande Qatar-Ecuador. Ma alla sera gioca l’Italia. E però, come disse Cary Grant in quel film alla ragazza chiusa in camera che lo invitava a fare comunque da solo quanto era nelle sue intenzioni: “Non sarà la stessa cosa”. Ovvero domenica sera Raiuno avrà Austria-Italia, seconda amichevole non di lusso di questi giorni tristi. E i prossimi? Arriva quello che di suo è il Mondiale più insulso della storia, arriva e gli Azzurri giocano le amichevoli, arriva ed è comunque il Mondiale di calcio. E quindi in teoria è una festa da una volta ogni quattro anni, è quella cosa del Mundial, è quella di Del Piero che abbatte la Germania in casa, di Zenga che esce a cercare un sogno e lo perde, è quello della sorella di Zidane e della nascita a bruciapelo del Var d’epoca.

In Qatar il primo Mondiale in inverno
È quella cosa che soprattutto è sempre stata estate, è sempre stata il giorno dopo l’orale della Maturità, della pre-vacanza davanti alla tv. È il Mondiale, dannazione: quella cosa che ogni quattro anni ci aiuta a vivere. E stavolta è là, Qatar, in pienissimo autunno nostro. Demenziale, ma su quello è già stato detto tutto. Si tratta di capire se e come potrà diventare comunque un Mondiale nostro, in qualche modo, davanti alla tv: come alla fine successe quattro anni fa, in Russia. Era estate, non c’era l’Italia, le partite erano di Mediaset, pian piano gli ascolti iniziarono a salire, alla fine fu un mezzo trionfo: c’era Macron che esultava e Putin che rosicava (bei tempi), ascolti supermilionari. Perché anche senza Italia era un Mondiale che somigliava a un Mondiale.

Mondiali, partite sulla Rai
Da domenica inizia quest’altra storia. Inedita. Magari sarà un trionfo, televisivo, ugualmente, dipenderà anche da quelli in campo. Ma toccherà organizzarsi: con l’Italia sarebbe stata comunque un’avventura da vivere a sorpresa, provare a immaginare una semifinale con gli azzurri alla sera e in Trentino mettono i maxischermi in piazza e viene giù la neve.

Rai, la programmazione delle partite del Mondiale
E invece no: in quel Qatar dove hanno fatto un deserto e l’hanno chiamato stadi di calcio si gioca anche quando da noi sono le 11 del mattino – la prima, Argentina-Arabia Saudita martedì – e siamo in una realtà indicibile: mettersi in finta malattia quella mattina per Argentina-Arabia lederebbe l’onore di chiunque. Il resto sono gli slot quotidiani, alle 14, alle 17, alle 20. Attenzione, alle 20, che non significano prima serata, da noi si chiama preserale: alla fine di ogni gara mentre in Rai cercheranno di tenere su il morale con il programma come quello alle Olimpiadi (Il circolo degli anelli diventa Il circolo dei Mondiali), sulle altre reti, ovvero poco prima delle 22, inizierà la programmazione normale di prima serata, che di solito comincia già a quell’ora – e infatti gran parte dei telespettatori si è rotta le scatole da quel dì, mette una serie su Netflix e va a dormire a un’ora decente. Fremiti collettivi, serate in casa, cenoni davanti al 56 pollici? Boh, sì forse, magari più avanti quando si inizierà a fare sul serio: e a quel punto si potranno anche ripetere gli ascolti Mediaset di quattro anni fa. Ma quella sana frenesia che precede ogni quattro anni il Mondiale, vai a trovarla.

Diritti tv, Mondiale alla Rai
Come detto, il Mondiale più demenziale non poteva non avere l’esatto coté televisivo affiancato. La storia è nota: quattro anni fa i diritti erano in vendita quando si sapeva già che l’Italia non ci sarebbe stata. Arrivò Mediaset, mise sul piatto un’ottantina di milioni e si portò a casa il pacchetto intero. E fu l’affare della sua vita. Stavolta la Rai arriva prima, gli azzurri sono campioni d’Europa e si giocano il Mondiale contro la Macedonia, e con vari rigori a favore, l’azienda pubblica mette duecento milioni sulla fiducia estrema. L’Italia eliminata è una mazzata con la quale non puoi nemmeno ragionare, a quel punto cerchi di salvare quello che si può, nel videoregistratore che ti hanno venduto all’autogrill c’era dentro un bel mattone. Ed è pure colpa dei tuoi, non puoi prendertela col venditore.

Italia senza Mondiale
Giova ripeterlo: magari – al netto di quanto rimanga indecorosa una festa in quel paese che inizia con la Q – magari il risultato verrà portato a casa, magari dagli ottavi in su andrà in scena qualcosa di stellare che nessuno vorrà perdersi. Magari sarà bellissimo, ma che nel paese che deve ogni giorno superare ogni nefandezza e saltare ogni ostacolo, una cosa del genere non se la meritava quasi nessuno. Forse, boh. Il grande Boh chiamato Mondiali di calcio, soprattutto in tv.

 

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