Manovra, pane e latte senza Iva. La manovra vista con gli occhi della Meloni

Giuseppe Colombo La Repubblica 19 novembre 2022
Manovra, pane e latte senza Iva. Più soldi alle famiglie numerose
Nel vertice di maggioranza prende forma la legge di bilancio. Via per un anno l’imposta sui beni essenziali, scenderà al 5% su assorbenti e pannolini. Assegno doppio a chi ha 4 figli. L’ipotesi di tassare le consegne a domicilio. Rientro capitali in forse

 

Le famiglie ai tempi dell’inflazione in doppia cifra, dai figli al carrello della spesa. Giorgia Meloni sceglie questo titolo per lanciare un segnale sociale nella sua prima legge di bilancio. Certo il segnale pesa poco — un miliardo per l’intero pacchetto — ma è tangibile, impatta nella vita quotidiana di chi fa più fatica contro il caro vita. L’Iva sul pane, la pasta e il latte sarà azzerata. Cento euro in più al mese finiranno nell’assegno unico per i figli che va alle famiglie numerose.

Sono misure che si aggiungono al taglio delle bollette e agli aiuti contro il caro energia che assorbiranno il grosso della manovra. La lista è molto più corposa e prende forma durante una riunione tra la premier e i capigruppo della maggioranza a palazzo Chigi, ma sulle scelte finali il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non si sbilancia, orientamento che fa capire che non tutto quello di cui si è discusso finirà nella versione finale della manovra.

Le famiglie

Gli aiuti alle famiglie passano dal potenziamento dell’assegno unico per i figli destinato ai nuclei più numerosi, con quattro o più figli. Dal prossimo anno riceveranno cento euro in più al mese perché la maggiorazione forfettaria, fissata quest’anno a cento euro, sarà raddoppiata. Riceveranno cento euro in più rispetto all’importo attuale dell’assegno anche le famiglie con figli gemelli. Sempre alle famiglie guarda il Fondo per sostenere le iniziative rivolte ai minori, dai centri estivi ad altri servizi socioeducativi, che andrà a finanziare i progetti dei Comuni.

Il carrello della spesa

L’azzeramento dell’Iva sul pane, la pasta e il latte guarda a tutti, ma sarà più sentito dalle famiglie più povere perché sono tra i beni alimentari più acquistati. La misura costa, i soldi sono pochi, e per questo il taglio sarà limitato a un anno, con una spesa prevista di 500 milioni. L’intervento sull’Iva riguarderà anche i prodotti per l’infanzia e gli assorbenti: l’aliquota sarà ridotta al 5%. Ai negozi guarda la misura che introduce una tassa sulle consegne a domicilio. “L’obiettivo è favorire il commercio di prossimità”, spiegano fonti di governo.

Le bollette

Le misure contro il caro bollette prenotano almeno ventuno dei trenta miliardi della manovra, anche se l’importo potrebbe salire se da Bruxelles arriverà il via libera all’utilizzo di 2-3 miliardi di fondi europei. Sarà prorogato lo sconto di 30 centesimi per un litro di benzina e diesel e saranno allungati i crediti d’imposta in favore delle imprese per le spese legate all’energia. Allo studio ristori per alcuni settori e un Fondo unico per le bollette a cui attingere durante l’anno.
La riforma delle pensioni
È quota 103 (62 anni di età e 41 annidi contributi) la formula scelta per una soluzione ponte in materia di pensioni. La misura aggiunge una finestra di flessibilità perché permetterà di uscire in anticipo rispetto ai requisiti previsti dalla legge Fornero. Nel pacchetto anche la proroga di un anno dell’Ape sociale e di Opzione donna, entrambi canali per andare prima in pensione.

La flat tax

Alle partite Iva e ai lavoratori autonomi guarda l’estensione della flat tax. La soglia dei ricavi e dei compensi tassati al 15% salirà da 65mila a 85mila euro. Resta in bilico la flat tax incrementale — lo schema di Fratelli d’Italia. Alcune fonti presenti all’incontro dicono che “è ancora considerata un’opzione”. Nell’ipotesi più accreditata sarà destinata solo alle partite Iva e agli autonomi, non ai lavoratori dipendenti.

Lo scudo fiscale

Balla anche una nuova edizione della voluntary disclosure, lo scudo fiscale per il rientro dei capitali dall’estero. La premier vuole evitare di allargare il perimetro degli interventi che interesseranno le cartelle esattoriali, ma la misura garantirebbe un gettito di 2-3 miliardi, soldi che potrebbero ritornare utili per garantire la copertura di altre spese.

 

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