Occhiuto, Calabria: oggi le differenze si accentuerebbero a danno del Sud

Virginia Piccolillo Corriere della Sera 18 novembre 2022
Autonomia, Occhiuto: «Niente pregiudizi, ma serve uniformità. La spesa storica danneggia il Sud»
Il presidente della Regione Calabria sulla bozza Calderoli: così chi aveva meno, avrà sempre meno. Prima ci vuole la perequazione

 

«Autonomia differenziata delle Regioni? Sì, a patto che la Costituzione si attui nel suo complesso e non “a pezzi”». Sulla bozza Calderoli il presidente della Calabria, Roberto Occhiuto, esce dallo schema Nord contro Sud.

Non pensa che la bozza penalizzi il Mezzogiorno?
«Le bozze sono bozze. Sono proposte per ragionarci su. Non sono tavole della legge».

L’autonomia differenziata non lascerà il Nord più ricco e il Sud ancora più povero?
«Dipende da come viene realizzata».

Come la immagina il ministro Calderoli non va bene?
«Non ho chiusure pregiudiziali. L’ho detto in riunione: accettiamo la sfida. Però…».

Però?
«Non è solo l’articolo 116 a non essere applicato. Anche il 117, il 119. Se lo fossero tutti, in termini di fiscalità il Sud potrebbe persino guadagnarci».

Come?
«Ad esempio sull’energia. La mia Regione ne produce molta: il 42% da fonti rinnovabili, poi c’è l’idroelettrico e altro. In totale più di quello che consumano i calabresi. Ma la bolletta ha, in percentuale, le stesse tasse del Veneto. Perché la mia Regione non può mantenere i maggiori introiti fiscali derivanti da una maggiore produzione di energia alternativa? Se un gruppo industriale volesse realizzare un grande impianto eolico offshore dovrei convincere i cittadini. Sarebbe giusto che avessero dei vantaggi concreti. Oppure il Porto di Gioia Tauro. È il primo porto d’Italia ma non produce ricchezze in Calabria. Sarebbe giusto mantenere una parte degli oneri doganali».

Emiliano dice che applicando i Lep è il Sud ad essere avvantaggiato. Concorda?
«Sì. La Costituzione prevede l’uniformità su tutto il territorio nazionale. Ma non è così. Si finanzia ciascuna regione secondo la spesa storica: chi aveva meno, e ha potuto spendere di meno, avrà meno. Chi aveva di più sempre di più»

Ad esempio?
«Ipotizziamo che Crotone abbia avuto 100 mila euro per gli asili e Bergamo 1 milione. Se si aumentano ad entrambe le città le risorse del 10% non si pareggiano le diseguaglianze, si accentuano».

E allora cosa propone?
«Stabiliamo i Lep sui fabbisogni standard, facciamo la perequazione e dopo può partire l’autonomia differenziata. Ma su criteri giusti. È un lavoro complesso che in 20 anni non è mai stato fatto. Ma se si vuole attuare il titolo V bisogna farlo per intero».

Anche sull’istruzione?
«L’istruzione è materia delicata. Affidarne il governo e l’organizzazione alle Regioni può significare costruire più sistemi scolastici e aumentare le divaricazioni sociali, a partire dalla formazione e dai saperi, tra regioni più ricche e più povere».

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.