Passa il lodo Letta: primarie il 19 febbraio

Giuliano Santoro il Manifesto 20 novembre 2022
Passa il lodo Letta: primarie il 19 febbraio
CRISI DEM. La proposta del segretario uscente raggiunge a fatica la soglia necessaria. Oggi Stefano Bonaccini annuncia la discesa in campo

 

La data per le primarie c’è. Il regolamento pure. I candidati si stanno facendo avanti. Sembra tutto pronto per il congresso (ri)costituente lanciato da Enrico Letta al momento delle sue dimissioni e varato ieri dall’assemblea nazionale del Partito democratico.

In mezzo a queste certezze, tuttavia, si trovano tutte le aporie della fase attuale.

LA CARICA dei 501 delegati necessaria a convalidare la proposta di modifica dello statuto è stata raggiunta a fatica, nonostante ai mille aderenti all’assemblea nazionale fosse stato concesso di poter partecipare anche da remoto.

Elezioni regionali permettendo i gazebo verranno montati il 19 febbraio, cioè almeno un mese prima di quanto pensasse l’attuale leader che aveva immaginato un percorso più lungo per consentire la ridiscussione delle basi programmatiche del partito. Il tutto, in fin dei conti, avverrà a scapito della discussione nei circoli. Formalmente sono salve la possibilità di poter scrivere il manifesto dei valori a opera dei saggi (per il quale ci si aspetta che si prenda atto con almeno un decennio di ritardo della fine della Terza via neoliberista-blairiana) e l’apertura ad altri soggetti (in primis Articolo 1, ma ieri ha annunciato la sua adesione anche Laura Boldrini).

Al termine di questo processo, viste le divisioni interne al partito ma anche lo scollamento dalla sua base, potrebbe essere che per la prima volta gli iscritti e il voto popolare consegnino risultati divaricanti.

Le date da segnare sul calendario sono cinque.

La nuova fase inizierà formalmente con la direzione di giovedì prossimo, il 24 novembre, che nominerà il comitato costituente nazionale. La prossima scadenza è il 22 gennaio, termine entro il quale l’assemblea dovrà essere approvare il «manifesto dei valori».

Quattro giorni dopo, il 27 dello stesso mese scade la deadline per presentare le candidature alla segreteria. Il voto degli iscritti sulle candidature è previsto per il 12 febbraio, a una settimana dalle primarie.

«PER ME ORGOGLIO Pd vuol dire respingere l’aggressione continua nei nostri confronti da parte di chi vuole essere alternativa a noi invece che alla destra», ha scandito Letta nella sua relazione con palese riferimento al Movimento 5 Stelle, rivendicando le candidature di Pierfrancesco Majorino in Lombardia e di Alessio D’Amato per il Lazio.

Il segretario definisce le riforme della destra «grande pasticcio istituzionale, la somma di di autonomia differenziata e presidenzialismo» e dà appuntamento al 3 dicembre per la «controproposta di legge di bilancio su caro vita, inflazione, salario minimo».

«AVANTI CON le idee. Avanti con le candidature», esorta ancora Letta. La sua dichiarazione d’intenti all’indomani della sconfitta delle politiche chiedeva di invertire il meccanismo: le candidature alla segreteria questa volta dovevano essere conseguenza della discussione più che premessa della stessa.

Al momento, oltre all’ex ministra delle infrastrutture Paola De Micheli e al sindaco di Pesaro Matto Ricci. Gli aspiranti dati per favoriti vengono entrambi dall’Emilia, nonostante un vecchio adagio dei tempi lontani del Pci recitasse che gli esponenti di quelle regione erano efficaci come amministratori, meno come dirigenti nazionali.

C’è Elly Schlein, una di quelle che dovranno formalmente aderire in itinere, in queste settimane di rigenerazione e dunque soltanto successivamente potranno presentare candidatura formale. «Col voto di oggi l’Assemblea nazionale del Pd avvia il congresso costituente – ha commentato ieri Schlein – Dalla comunità democratica arriva un segnale importante e inclusivo di apertura di una discussione con e tra le persone. Ora partecipiamo, con idee e proposte sulle sfide cruciali per il paese e sull’alternativa a questa destra».

È ancora da vedere come si comporterà l’ala sinistra del Pd, quella di Andrea Orlando e Goffredo Bettini. Potrebbe convergere su Schlein oppure optare per una candidatura autonoma.

Devono decidere come collocarsi anche il sindaco di Firenze Dario Nardella e il parlamentare europeo Brando Benifei, il cui gruppo di «giovani» potrebbe convogliare su Schlein. Sulla ex vicepresidente della Regione Emilia Romagna, per adesso, punterebbe Dario Franceschini, considerato eminenza grigia delle mosse decisive degli ultimi anni.

Domani scenderà in campo Stefano Bonaccini, che conta sull’appoggio di Base riformista e dei Giovani turchi. «È il momento di impegnarsi e dare il proprio contributo», anticipa. Farà il suo annuncio questa mattina, dal circolo di Campogalliano, in provincia di Modena, al quale è iscritto.

 

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