Formigli: “Rispondere alle domande è un dovere, cosi come manifestare”

Niccolò Carratelli La Stampa 23 novembre 2022
Formigli: “Rispondere a tutti è suo dovere, Meloni impari a essere istituzionale”
Il conduttore di Piazzapulita: «Sulla manovra doveva concedere più tempo. Non è più all’opposizione, con Draghi meno motivi di polemica»


Corrado Formigli, conduttore di Piazzapulita su La7: la premier è stata ospite l’ultima volta nel 2020
Giorgia Meloni dovrebbe «ricordarsi che rappresenta un’istituzione».

Corrado Formigli, conduttore di Piazzapulita su La7, è uno di quelli che aspetta di poter fare una domanda alla premier, «ma lei non vuole venire nella mia trasmissione e non risponde ai miei giornalisti».

Di quello che è successo ieri mattina, durante la conferenza stampa di presentazione della legge di bilancio, ha un’idea precisa: «Se decidi di aprirti alle domande, poi devi dare spazio a tutti, non solo a pochi colleghi collaudati – spiega – le domande sono tutte lecite e il premier deve rispondere, sempre».

Ha detto che non poteva, perché aveva un altro appuntamento all’assemblea di Confartigianato…
«Lo capisco, ma allora poteva anticipare la conferenza stampa. Una volta che dai il via alle domande, devi sfuggire al sospetto di voler accettare solo quelle gradite. Sulla manovra devi prevedere almeno un’oretta da dedicare ai giornalisti, che sono lì per fare domande».

Organizzazione sbagliata, ma anche toni sopra le righe?
«Diciamo che Meloni si è insediata da poco e deve farsi le ossa, lavorare un po’ su se stessa, per non risultare sprezzante o aggressiva. Del resto, se vuole farsi chiamare “il presidente del Consiglio”, in modo neutro, perché rappresenta un’istituzione, allora anche lei deve essere istituzionale. E rispondere alle domande senza dare in escandescenze. Basta anche un educato “no comment”».

Anche perché non sono tante le occasioni per farle una domanda…
«Tutt’altro, centellina le interviste e le presenze in tv, seleziona le trasmissioni a cui partecipare. A Piazza pulita non viene, né manda nessuno dei suoi. Per strada o in occasioni pubbliche non risponde ai miei giornalisti. Alla conferenza stampa c’era anche una mia inviata, che si era iscritta per fare una domanda, ma non è stato possibile. Cosa devo fare per porre una domanda a Giorgia Meloni? Mando un fax a Palazzo Chigi?».

Perché non vuole venire ospite da voi?
«L’ultima volta che è venuta, era il febbraio del 2020, quasi tre anni fa, tra noi ci fu uno scambio molto vivace. Lei mi accusò per due volte di aver fatto la domanda sbagliata, io mi arrabbiai. Ma quella era Meloni all’opposizione, più agit-prop, ora è presidente del Consiglio e le domande per lei sono tutte giuste. Se no cade in contraddizione».

In che senso?
«Ha detto che le manifestazioni di piazza contro il suo governo sono legittime e fanno parte della democrazia. Giusto, ma vale lo stesso per il pluralismo informativo, che le impone di rispondere anche a quelli che non considera suoi amici».

Ha accusato i colleghi presenti di non essere stati così assertivi e coraggiosi in passato, riferendosi al governo Draghi. Che ne pensi?
«Dunque, quella scena dei giornalisti che applaudono Draghi a fine conferenza stampa non mi è piaciuta, è stato un gesto inopportuno. Poi, senza dubbio, quando c’era Draghi il clima era più soporifero e le domande dei giornalisti non particolarmente ficcanti, su questo Meloni ha ragione».

Ma?
«Ma va anche detto che i motivi di polemica erano molti meno. Questo governo è partito con la norma sui rave, il blocco dei migranti e la polemica con la Francia, il reintegro dei medici No Vax, ora lo stop al reddito di cittadinanza: è normale che ci sia una dialettica più effervescente. Poi il rapporto dei giornalisti con Meloni è più diretto, c’è una conoscenza e una consuetudine diversa».

Se potessi avere ospite Meloni nella prossima puntata, quale sarebbe la tua prima domanda?
«Premesso che non sono un fan sfegatato del reddito di cittadinanza, le chiederei: cosa fai per aiutare quelli a cui lo togli? Per chi è occupabile, ha più di 35 anni, non ha un lavoro e deve trovarlo, magari al Sud, possibilmente regolare e non sottopagato: cosa c’è per lui in questa manovra».

La risposta?
«La sua non so, la mia è: niente. Non c’è niente. Togliere il reddito a queste persone fa risparmiare pochi soldi allo Stato, risponde a una logica identitaria e di coerenza rispetto al programma elettorale di Giorgia Meloni, ma non risolve i problemi di un quarantenne o un cinquantenne disoccupato. Anzi, glieli aumenta».

 

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.