Federica Cravero, Sarah Martinenghi , La Repubblica 30 novembre 2022
Dall’inchiesta di Torino 34 milioni di debiti extra da contratti fuori bilancio
Verso il rinvio a giudizio. E la Figc riapre le indagini sportive
Altri contratti nascosti e debiti fuori bilancio aggravano ancor di più il castello di accuse che la Procura ha costruito sui conti in rosso della Juventus. Nonostante le indagini siano formalmente chiuse e sia imminente la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati, gli investigatori della Guardia di finanza continuano a scavare nelle carte sequestrate. E sono spuntate nuove ombre su diverse operazioni di cessione di calciatori che coinvolgono anche altri club, italiani e non, e che potrebbero aggiungersi alle contestazioni di chi finirà a processo. Le difese degli indagati vorrebbero che l’inchiesta passasse a Milano, dove ha sede la Borsa. Mentre la procura della Figc ha aperto un’inchiesta anche sulla manovra stipendi. Con il rischio di pesanti sanzioni sportive.
Le dimissioni del cda della Juventus arrivano con un bilancio, l’ultimo, ancora da approvare, evitando il rischio di reiterazione del reato.Perché i conti ancora non tornano. C’è un extradebito di almeno 34 milioni rimasto in sospeso e su cui i pm Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Ciro Santoriello si stanno concentrando. Persino il dirigente sportivo Federico Cherubini davanti ai pm aveva ammesso: «Ci sono sette milioni di debito con l’Atalanta mai messi a bilancio». In un’intercettazione l’ad Maurizio Arrivabene confermava: «Sappiamo quanto dobbiamo all’Atalanta». Un debito di cui gli investigatori non conoscono l’origine, ma che si riverbera sull’affaire Romero-Demiral, quando in particolare l’argentino era stato ceduto all’Atalanta per 16 milioni e due giorni dopo il club bergamasco lo avevarivenduto al Tottenham per 50. Sotto la lente è finita anche la compravendita di Dejan Kulusevski, citato anche nel “libro nero” di Fabio Paratici scritto da Cherubini tra gli «investimenti fuori portata».
E poi ci sono i famosi 19 milioni che la Juventus dovrebbe ridare a Cristiano Ronaldo, che pochi giorni fa ha detto addio al Manchester, sulla base della famosa carta che doveva «rimanere segreta». Perché, diceva intercettato l’avvocato Cesare Gabasio, «se la trovano ci saltano alla gola… i revisori e tutto». E aggiungeva «altrimenti ci tocca fare una transazione finta». Gli investigatori nutrono sospetti su come somme così ingenti potessero passare sotto traccia, senza comparire nei bilanci, anche ad anni di distanza. Cifre a cui nessuno sarebbe disposto a rinunciare, tantomeno CR7.
Stratagemmi contabili su plusvalenze attraverso operazioni a specchio e sulle due manovre stipendi dei calciatori durante la pandemia racchiudono già l’accusa dei pm di falso in bilancio e di false comunicazioni al mercato azionario. Ma gli investigatori hanno anche scoperto che esistevano accordi segreti, non depositati in Lega, su cessioni di calciatori con diritto di riacquisto. È il caso di Alberto Cerri: la sua vendita il 12 luglio 2018, al Cagliari ha generato una plusvalenza di 8 milioni, che ha avuto un beneficio immediato sul bilancio. Ma gli investigatori hanno scoperto una side letter, di cui non c’è traccia in Lega, in cui la Juventus indicava l’opzione di riacquisto rendendo così ipotetico quel ricavo, che a quel punto non doveva essere contabilizzato così. Tutte manovre di cui sindaci e revisori, interrogati nei giorni scorsi, si sono detti totalmente all’oscuro.