Viviana Mazza Corriere della Sera 2 dicembre 2022
Biden-Macron: formaggi, rose e sottomarini
La visita di Stato di Emmanuel Macron a Washington si concluderà stasera con una cena per 300-400 persone in un padiglione a vetri sul prato della Casa Bianca. «Colori, storia e valori condivisi degli Stati Uniti della Francia…».
Nel sentire la first lady Jill Biden raccontare in anticipo alla stampa la scelta dei fiori (la rosa, fiore simbolo della capitale; l’iris, fiore nazionale francese; le rose American Beauty, nate in Francia e importate negli Stati Uniti oltre un secolo fa), dei vini (bollicine americane in calici francesi) e dei cibi (la mossa più ardita è un piatto di tre formaggi tutti americani) viene in mente un altro party, di esattamente un anno fa.
Era intitolato «Améthyste», si teneva all’ambasciata francese di Washington. I giornalisti, tra cui Tara Palmeri di Politico e Maureen Dowd che vi dedicò una rubrica sul New York Times, si domandavano il significato della gemma violacea scelta come simbolo di unità, forse di fusione bipartisan tra il rosso e il blu… Invece a un certo punto si resero conto che era il nome di un sottomarino nucleare francese.
Possibile mai che fosse una coincidenza? Solo due mesi prima i francesi si erano infuriati con gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, poiché gli australiani avevano annullato l’acquisto di sottomarini da Parigi dopo aver negoziato segretamente con gli altri alleati. I francesi negarono nella maniera più assoluta. Ma oggi la crisi diplomatica è alle spalle, mentre Macron e Biden e le rispettive consorti si siedono su sedie che “incorporano elementi” della quercia, albero simbolo di entrambe le nazioni. Durante la serata canterà Jon Batiste («Soul» di Disney/Pixar): viene da New Orleans, che incorpora la cultura sia francese che americana. Ci sono voluti mesi — ride la first lady — per concepire queste idee.
Alla Casa Bianca senza baguette?
Alla cena alla Casa Bianca ci sarà almeno una baguette? Lo sfilatino simbolo della Francia è appena stato inserito dall’Unesco nella lista del «patrimonio immateriale dell’umanità».
Farina, acqua, sale, lievito e savoir-faire: così la definiscono i francesi. Che dovrebbero essere i primi a difendere il loro patrimonio. E invece Oltralpe cala il numero dei panettieri: nel 1970 si contavano circa 55.000 «boulangeries» artigianali (una ogni 790 abitanti), contro le 35.000 di oggi (una ogni 2.000 abitanti). Il presidente Emmanuel Macron ha descritto la baguette come «250 grammi di magia e perfezione». La lunghezza? Secondo tradizione dovrebbe essere di 80 centimetri.